Discussione
Data: 
Lunedì, 26 Ottobre, 2020
Nome: 
Filippo Sensi

Doc. XXIII, n. 4

Grazie, Presidente. Governo, deputate e deputati, la Camera è oggi chiamata a esaminare la relazione di approfondimento sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, approvata, come diceva il collega, all'unanimità dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate, nella seduta dell'8 luglio 2020 (3 mesi fa, pare un secolo). Si tratta di una relazione prodotta dalla Commissione a seguito di un puntuale e articolato lavoro di indagine e di approfondimento condotto sulle ricadute dell'emergenza epidemiologica, in particolare sul settore della gestione del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta al trattamento, e su altri aspetti di rilevanza ambientale, nonché delle ricadute sanitarie ed economiche delle misure straordinarie adottate per fronteggiare l'epidemia. Grazie al prezioso supporto giuridico e tecnico dei consulenti della Commissione, che ringrazio, è stato possibile interloquire in modo utile e in tempi spediti con soggetti pubblici e privati, così da fornire al Parlamento, ai decisori pubblici nei vari livelli di governo, statali e regionali, al mondo produttivo e ai cittadini innanzitutto un quadro di ciò che si è verificato, oltre a valutazioni e raccomandazioni orientate al futuro. E consentitemi di ringraziare anche i colleghi Chiara Braga e Fausto Raciti per il lavoro svolto e anche per le indicazioni per questo mio breve intervento.

Riguardo alla gestione dei rifiuti, è bene evidenziare che l'emergenza epidemiologica non ha aumentato in maniera decisiva la produzione di rifiuti in generale, anzi semmai l'ha diminuita, in ragione della temporanea interruzione delle attività economiche. Anche per questo, non si sono registrate interruzioni o alterazioni significative nella gestione dei rifiuti. Le imprese e i lavoratori del settore, nonostante alcune fasi di iniziale difficoltà, hanno concorso positivamente per consentire il mantenimento di una risposta adeguata del servizio. Qui, Presidente, denuncio qualche fatica in più rispetto al testo che sto leggendo: come cittadino romano, penso mi capirete, non devo dire oltre.

È altrettanto evidente che anche nell'emergenza si sono manifestate e in alcuni casi acuite alcune strutturali debolezze del sistema di gestione dei rifiuti nelle sue varie articolazioni, in primis il deficit del sistema impiantistico nazionale, specie per alcune specifiche tipologie di rifiuti, attualmente non gestite sul territorio nazionale per l'assenza di una specifica dotazione impiantistica e di una filiera correttamente costruita di trattamento della materia.

Altro tema particolarmente interessante e indagato dalla Commissione riguarda l'uso di materiali indotti dall'emergenza epidemiologica e dalla necessità di contenimento del contagio, suscettibili di produrre sia un aumento nella produzione di rifiuti sia fenomeni di abbandono diffuso: uso di mascherine facciali, guanti, materiale usa e getta nel commercio, nella ristorazione, nel confezionamento dei prodotti alimentari. Grazie al lavoro di approfondimento svolto è emerso come, nella fase più acuta dell'emergenza, l'uso dei presidi individuali di protezione sopradescritti, così come alcune iniziative di sanificazione diffusa, hanno posto la necessità di individuare un equilibrio avanzato tra il raggiungimento di reali risultati di prevenzione e protezione della salute con la lungimirante valutazione del saldo sanitario ambientale complessivo delle azioni intraprese. A titolo esemplificativo, secondo quanto ricostruito dalla Commissione nelle sue interlocuzioni tecniche, la funzione delle mascherine facciali come dispositivi destinati a proteggere l'altro da eventuali droplet può essere assolta da mascherine chirurgiche utilizzate in forma anche alternata o protratta e da mascherine di comunità riutilizzabili. L'igienizzazione accurata e frequente delle mani è elemento essenziale della prevenzione del contagio, mentre l'uso dei guanti non arrecherebbe alcun vantaggio per il contenimento dei contagi ed è utile solo in particolari situazioni lavorative.

Nel settore della ristorazione non è indispensabile l'uso di contenitori e stoviglie usa e getta, poiché le ordinarie pratiche di lavaggio sarebbero sufficienti a garantire la prevenzione del rischio di contagio. Un'opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini in questo campo andrà condivisa tra organi statali, regioni ed enti locali.

Più in generale, Presidente, al mantenimento di un adeguato livello di gestione dei rifiuti solidi urbani nella fase dell'emergenza epidemiologica occorre associare il mantenimento del rispetto dei principi nazionali ed europei in materia di economia circolare. Anche per questo appare sempre più importante proseguire e intensificare gli investimenti in ricerca, per una maggiore razionalità dell'uso dei presidi individuali e di materiale usa e getta, per la raccolta e il trattamento dei materiali dismessi, per lo sviluppo di nuovi materiali orientati alla sostenibilità, superando anche i ritardi in capo alle autorità amministrative nei processi autorizzatori e nell'efficacia del sistema dei controlli e allo stesso Ministero dell'Ambiente, ad esempio rispetto all'emanazione dei decreti end of waste.

La relazione indaga anche altri elementi interessanti legati all'emergenza: l'impatto ambientale di forme di sanificazione diffusa, del trattamento delle acque reflue, del possibile rapporto tra inquinamento atmosferico e contagio; particolarmente significativa, al riguardo, una delle considerazioni finali della relazione, secondo cui mentre è ancora da verificare quanto il particolato possa essere un carrier di particelle virali, si possa invece ritenere sufficientemente provato il rapporto tra inquinamento atmosferico, pressione ambientale sulle popolazioni e suscettibilità maggiore all'infezione batterica o virale, in particolare derivante da patologie croniche legate ad elevata concentrazione di particolato.

Ritengo utile, infine, evidenziare un ulteriore aspetto affrontato dalla relazione, riguardo agli strumenti normativi e regolamentari adottati nella fase dell'emergenza per disciplinare in particolare il settore ambientale. Si è rilevata una scelta, da parte dell'Esecutivo, di limitare l'utilizzo della normazione primaria in materia ambientale, riconoscendo espressamente alle regioni facoltà di intervento. Gli interventi sul ciclo dei rifiuti sono dunque in buona parte derivati da ordinanze delle singole regioni, di natura derogatoria rispetto a regole vigenti, cui va associata una circolare del Ministero dell'Ambiente, che ha suggerito alle regioni stesse l'uso di ordinanze, ai sensi dell'articolo 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Correttamente, la Commissione indica al legislatore come le norme derogatorie statali e le ordinanze e derogatorie regionali dovranno essere progressivamente superate, tenuto conto che l'emergenza epidemiologica ha amplificato la diffusa richiesta di semplificazione, anche in materia di regolazione ambientale.

L'accoglimento di istanze in tal senso che dovesse riguardare i procedimenti amministrativi dovrà essere ponderata e compensata da una adeguata pianificazione di controlli, i quali peraltro dovranno essere meglio coordinati e razionalizzati anche attraverso una rapida attuazione, da parte del Ministero dell'Ambiente, delle disposizioni che regolano l'operato delle agenzie di controllo ambientale e sanitario delle polizie giudiziarie ordinarie e specializzate.

In conclusione, Presidente, la relazione che oggi l'Aula è chiamata a esaminare offre al Parlamento e al Governo una serie di valutazioni e indicazioni particolarmente utili in questo delicato frangente nel quale anche il nostro Paese sta affrontando una situazione in rapida evoluzione legata all'impatto delle misure adottate per fronteggiare la nuova ondata dell'emergenza epidemiologica. La priorità assoluta è quella di salvare vite, di ridurre l'impatto del contagio nelle nostre esistenze e di evitare il collasso del sistema sanitario e la desertificazione del nostro sistema sociale. Parallelamente, anche alla luce dell'esperienza vissuta nei mesi passati, occorre rafforzare gli interventi a supporto, in particolare, delle imprese e – mi permetto, Presidente, concludendo, di aggiungere – del tessuto delle piccole e piccolissime imprese e della pubblica amministrazione verso soluzioni che portino - e qui torno allo specifico della relazione - alla riduzione della produzione dei rifiuti e, più in generale, investimenti sulla tutela dell'ambiente e sulla sostenibilità ambientale. Spero davvero, da cittadino e da legislatore - Dio ci aiuti -, che ne avremo la forza, lo sguardo, la capacità, il coraggio. La ringrazio.