Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 18 Settembre, 2018
Nome: 
Pier Carlo Padoan

Grazie, Presidente. Mi consentirà di intervenire soprattutto sul tema del Rendiconto, su cui il gruppo del PD ha già votato a favore. Non dimentichiamoci che con questo provvedimento il bilancio dello Stato, che è il più potente strumento di politica economica di cui il Governo può disporre, viene migliorato in modo significativo. In particolare, viene aumentata flessibilità con cui è possibile, nell'ambito del bilancio, riallocare risorse e, quindi, scegliere risorse tra programmi, risorse tra diverse azioni, risorse fra spesa corrente e spesa in conto capitale. Una maggiore flessibilità è fondamentale soprattutto in questo momento in cui, come gli anni passati hanno dimostrato, è possibile, oltre che necessario, coniugare sostegno alla crescita con consolidamento della finanza pubblica e dimostrare, quindi, che non è vero che le due cose sono incompatibili, come spesso si sente dire. Questo lo nega l'esperienza di molti Paesi, lo nega l'esperienza dell'Italia degli anni passati e mi auguro che possa continuare ad essere così. Ma, d'altra parte, non è sui deficit che si vorrebbero aumentare che si gioca la partita della crescita, è sul contenuto della finanza pubblica nel suo complesso e sulla credibilità che la finanza pubblica annunciata dal Governo potrà avere.

L'onorevole Fassina ha molta ragione a ricordare il ruolo fondamentale che gli interessi svolgono nel determinare la dinamica del debito; in effetti, se si guarda indietro negli ultimi anni la dinamica del debito italiano, che è andata crescendo, anche negli ultimi anni, ma non negli ultimissimi dove si è stabilizzata, è in gran parte dipendente dall'andamento dei tassi di interesse. Ma, qui, vorrei ricordare un fatto che a me sembra ovvio e che forse tutti ci dimentichiamo: quante volte al giorno pronunciamo la parola spread e ci dimentichiamo che spread significa differenza tra tasso di interesse che si paga sul debito italiano e tasso di interesse che si paga sul debito di altri Paesi, a cominciare dalla Germania. Da cosa dipende questo spread che, evidentemente, fissa il livello al quale il debito va onorato? Non dipende dalla Banca centrale europea, ci dimentichiamo di questo fatto, la Banca centrale europea non ha come target i tassi di interesse di specifici Paesi, come qualcuno vorrebbe, qualcuno che è stato citato più volte in questo dibattito. Lo spread italiano dipende dall'Italia, dipende dalla credibilità del Paese, dipende dalla credibilità del suo Governo, dipende dall'impatto che gli annunci della maggioranza hanno sull'opinione che i mercati cercano di farsi di questo Paese e, quindi, gli annunci della maggioranza che abbiamo ascoltato negli ultimi mesi hanno un impatto, purtroppo, per adesso, ancora rimasto lì, ancora permanente sull'andamento della dinamica del debito. Hanno, quindi, un costo su quello che gli italiani devono pagare per sostenere il debito accumulato in così tanti anni.

Quindi, la prima cosa da fare nell'affrontare la legge di bilancio è cercare di accompagnarla con più credibilità, per favore, perché questo ha un costo che pagano tutti i cittadini e forse dovremmo ricordarlo tutti i giorni. Ma non basta questo per aumentare la crescita; bisogna parlare di contenuto, ecco perché è importante che ci sia più flessibilità nel bilancio, perché contenuto vuol dire anche rivedere le priorità, questo sì, non c'è niente di male, ma rivederle non per partito preso, ma con una logica economica e soprattutto complessiva.

È stato, da molti, se non da tutti, enunciato il principio che ci vogliono più investimenti pubblici; io condivido, ritengo che si debba spendere di più e meglio, ma sappiamo anche perché i soldi che sono stati accumulati non si spendono; ci sono problemi di gestione dell'amministrazione, problemi di procedure, problemi di regole. Io dico a tutti: se siamo tutti d'accordo che ci vogliono più investimenti pubblici, mettiamoci insieme a valutare perché è così difficile alimentarli, entriamo nel concreto delle scelte e non della demagogia.

Ma la crescita - e ho finito, signora Presidente - non dipende solo dagli investimenti pubblici, che pure sono essenziali, dipende anche dall'attività del settore privato, dipende dalle imprese, dipende dagli investimenti privati, dipende naturalmente dai consumi delle famiglie; e queste decisioni da cosa dipendono, a loro volta? Dipendono, evidentemente, dalle risorse che si hanno a disposizione e le risorse che i Governi passati hanno messo a disposizione delle imprese hanno significativamente aumentato i loro investimenti. Ma non dipendono solo da questo, dipendono, anche qui, dal fattore fiducia, dalla consapevolezza che si può e si deve investire in Italia, perché è un Paese in cui è facile produrre, investire e creare occupazione.

Allora, questa possibilità, questa grande ricchezza che l'Italia ha dimostrato di avere fino a poco tempo fa sembra indebolirsi pericolosamente, e perché questo? Non tanto per singole iniziative, anche se in questi mesi il Governo ha dato prova di essere molto bravo a mettere sul tappeto singole iniziative molto dannose, ma soprattutto per lo stile di Governo che denota incapacità, incompetenza e, comunque, fonte di confusione, fonte di incertezza, e questo è un altro danno che con il semplice dire e non fare questo Governo sta procurando al Paese.

Speriamo che col nuovo bilancio, almeno, si possano attutire i danni di questo tipo di azione.