Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, oggi in quest'Aula affrontiamo due provvedimenti che riguardano il ciclo di gestione della finanza pubblica, che sono tra i più significativi della nostra attività istituzionale: il rendiconto di gestione per l'anno 2020 e l'assestamento di bilancio dello Stato per l'anno 2021.
Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, adempie l'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione di bilancio. Il disegno di legge di assestamento ha la funzione di consentire, a metà esercizio, un aggiornamento e una verifica degli stanziamenti in bilancio. Si tratta, quindi, di due documenti che danno continuità temporale alla gestione del bilancio.
Il 2020 è stato l'anno della pandemia, che ha comportato l'adozione di misure e provvedimenti urgenti e necessari per arginare la crisi economica, dovuta alla sistematica diffusione del contagio da COVID-19 e alla conseguente chiusura generalizzata delle attività economiche e sociali. Pertanto, l'analisi finanziaria nel rendiconto 2020, riguardando un anno drammaticamente straordinario, riporta i valori economici, finanziari e patrimoniali del disagio a cui è stato sottoposto il nostro Paese e della dura prova che i cittadini italiani sono stati chiamati ad affrontare. Per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 sono stati attuati interventi imponenti, che hanno avuto un forte impatto sul bilancio dello Stato, sia in termini di risorse stanziate, che in termini di andamento della gestione e della realizzazione della spesa.
Con il “decreto Cura Italia”, abbiamo adottato misure per potenziare il Servizio sanitario nazionale e per dare sostegno economico alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese più colpite dalla crisi.
Con il “decreto Liquidità”, abbiamo sostenuto misure per facilitare l'accesso al credito e agli adempimenti fiscali per le imprese.
Con il “decreto Rilancio”, abbiamo promosso misure in materia di salute e di sostegno al lavoro e alle politiche sociali.
Con il “decreto COVID”, in agosto abbiamo adottato ulteriori misure per il sostegno ed il rilancio della economia.
Infine, con i “decreti Ristori”, abbiamo integrato in un solo disegno di legge ben quattro provvedimenti di sostegno ai lavoratori e alle imprese e in materia di tutela della salute, di giustizia e di sicurezza.
Nel complesso questi provvedimenti hanno garantito al bilancio dello Stato per il 2020 risorse aggiuntive per oltre 205 miliardi di euro, con il Parlamento impegnato a votare gli scostamenti di bilancio per garantire la copertura finanziaria, in virtù della sospensione temporanea dei vincoli del Patto di stabilità. Tutto ciò, se da un lato ha permesso di tenere insieme il Paese, dall'altro, ha inevitabilmente determinato un peggioramento del quadro macro-economico generale.
Il prodotto interno lordo è diminuito dell'8,9 per cento e il deficit ha registrato un crollo a meno 9,5 per cento, mentre il debito pubblico sfiora il 160 per cento del PIL. Inoltre, all'esame della gestione patrimoniale 2020, emerge un'eccedenza passiva di 2.215 miliardi di euro, con un peggioramento di quasi 300 miliardi di euro rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2019.
Per quanto attiene invece all'assestamento per l'anno 2021, le variazioni proposte con il disegno di legge evidenziano un peggioramento del saldo netto da finanziare, rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio. Esso si assesta su un valore di meno 232,8 miliardi, rispetto a una previsione iniziale di meno 193,5 miliardi. È evidente che la situazione attuale presenta criticità così rilevanti che, per essere superate, è necessario dare concretezza, presto e bene, al Piano nazionale di ripresa e resilienza che finanzia, con debito emesso sul merito di credito dell'Unione europea, un programma di investimenti di 230 miliardi di euro, ai quali vanno sommati altri 47 miliardi di euro della programmazione regionale.
Nel corso di un'audizione davanti alle Commissioni congiunte di Senato e Camera, il Ministro Daniele Franco ha affermato che il PNRR costituisce un esercizio di apprendimento senza precedenti per le istituzioni italiane. La disciplina europea del meccanismo impone, infatti, che per accedere alle risorse dell'Italia sia in grado di programmare e attuare gli interventi in tempi rapidi. Sarà necessario, quindi, costruire e mettere in pratica la capacità di ben progettare, di valutare a priori e a posteriori sulla base delle evidenze e non delle suggestioni, di realizzare in tempi definiti, senza rinvii e senza dilazioni. In una parola, sarà necessaria la capacità di assumere impegni realistici e di mantenerli.
Il PNRR, per il cui ottenimento tanto merito ha avuto il Partito Democratico, i suoi ministri e i suoi rappresentanti a Bruxelles, punta a realizzare un profondo cambiamento nel nostro sistema economico e sociale, per renderlo al contempo più efficiente, più moderno, più sostenibile, più giusto e inclusivo. Il ciclo di investimenti necessario per la realizzazione di una crescita significativa e duratura non può tuttavia realizzarsi con l'impiego delle sole risorse pubbliche. È fondamentale che ad esse si aggiungano quelle private, comprese quelle costituite dal risparmio di milioni di famiglie italiane, le quali negli stessi diciotto mesi della pandemia, fronteggiando le incertezze che essa comportava, hanno accresciuto la loro liquidità di quasi l'8 per cento. È vitale che una quota significativa di questo ingente risparmio sia indotta ad impegnarsi in attività produttive di beni e servizi. Per farlo sarà strategicamente importante creare un ambiente idoneo all'esercizio dell'attività di impresa. Pertanto, gli investimenti pubblici dovranno essere affiancati da quelle riforme (fisco, pubblica amministrazione, concorrenza, giustizia, mercato del lavoro) che il nostro Paese attende da decenni e che ne hanno bloccato in larga parte il potenziale di crescita. Questo programma, complesso e ambizioso, necessita di un Governo forte e credibile e di una condizione politica che ne garantisca la stabilità. Questa condizione si chiama unità di intenti delle forze politiche che lo sostengono. Di fronte a chi si esercita nel pernicioso gioco di essere al tempo stesso forza di maggioranza e forza di opposizione, il Partito Democratico si conferma convintamente leale al programma di Governo, impegnandosi in modo sempre esplicito e credibile. Il Governo Draghi è il nostro Governo, non soltanto perché la sua agenda è la nostra agenda, ma anche perché il Paese ha bisogno di un Governo che dia agli italiani prospettive, piuttosto che trasmettere paure, che affronti la realtà dei fatti, piuttosto che sollecitare false percezioni, che garantisca impegno, competenza e serietà, piuttosto che approssimazione e superficialità.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico al rendiconto di gestione per l'anno 2020 e all'assestamento di bilancio per il 2021.