Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 10 Ottobre, 2024
Nome: 
Andrea De Maria

A.C. 1744

Grazie, Presidente. Riprendo dai ragionamenti che ho fatto per illustrare il voto a favore dell'emendamento che abbiamo condiviso nel Comitato dei nove, in sede di Commissione difesa, per ragionare, prima di tutto, sul tema, per me molto delicato e molto importante, della memoria degli anni più difficili della storia del Paese. Questo riguarda la memoria della storia d'Italia negli anni della guerra, della dittatura, del fascismo, dove credo che noi dobbiamo dire con chiarezza che è nelle ragioni dell'antifascismo, della Resistenza e di chi combatté il regime fascista che ci sono le radici della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Aggiungo, le ragioni anche per cui ci troviamo insieme in questo Parlamento a discutere e a confrontarci liberamente. Di fronte a progetti di legge che riguardano la memoria di quella fase storica, io stesso, ma noi come gruppo del Partito Democratico, siamo sempre partiti dal fatto che, prima di tutto, bisogna avere molto chiaro questo elemento, cioè che l'antifascismo è alla base della nostra democrazia e della nostra Repubblica.

In questo ambito, un aspetto ancora più delicato riguarda la memoria di quei militari italiani che sono caduti tra il giugno del 1940 e il settembre del 1943 perché, certo, quei militari combattevano per il loro Paese, per l'Italia e hanno perso la vita in tanti, anche compiendo gesti militari eroici, anche con particolare coraggio in situazioni difficili, peraltro in molte occasioni con un armamento inadeguato e disprezzati dai loro camerati tedeschi. In quel momento, però, quei militari combattevano anche una guerra sbagliata, combattevano una guerra scatenata dal regime fascista e dalla monarchia sabauda, a fianco della Germania nazista. E penso che, ad esempio, se ci riferiamo agli inglesi che affondarono il sommergibile “Scirè”, tutti noi oggi pensiamo che per fortuna sono stati gli inglesi e gli Alleati a vincere la Seconda guerra mondiale. Quegli inglesi e quegli eserciti alleati che, insieme ai partigiani, al nuovo esercito italiano, hanno poi liberato l'Italia e le hanno restituito la libertà e la democrazia, sconfiggendo il nazismo e la Repubblica sociale italiana. Quindi, a maggior ragione, in questo caso la memoria va fatta fino in fondo.

Noi abbiamo subito detto che eravamo per rendere omaggio a quei militari caduti nel sommergibile “Scirè”, sapendo anche, fra l'altro, che, riconoscendo sacrario militare il sommergibile “Scirè”, lo riconosciamo, sostanzialmente, rispetto a quelle 16 salme che ancora trovano lì la loro ultima dimora, perché altre salme sono state, a suo tempo, recuperate e sono nel sacrario militare di Bari. Ma questa memoria, per noi, andava fatta nella chiarezza della lettura del contesto storico in cui quei marinai hanno perso la vita.

Devo dire che anche negli interventi, oggi, in dichiarazione di voto e nella discussione generale eviterei alcuni accenti che esaltano l'efficacia militare dei mezzi militari italiani, le azioni militari condotte in quella guerra sbagliata, perché penso che noi dobbiamo mandare, in particolare alle giovani generazioni, insieme un messaggio di sostegno e rispetto per i nostri militari, per il fatto che il nostro Esercito oggi contribuisce, con le missioni di pace, a costruire un contesto di pace in contesti internazionali complicati, per il fatto che svolge il suo ruolo di difesa del Paese, rispettando i principi costituzionali, ma non dobbiamo esaltare la guerra.

Anzi, non a caso, nella nostra Costituzione c'è il ripudio della guerra, proprio perché quella Costituzione è stata scritta dopo gli anni del fascismo e dopo che, invece, il fascismo aveva fatto dell'esaltazione della guerra e della violenza un suo carattere identitario. Se ci pensate, il fascismo prese il potere anche dopo la grande tragedia della Prima guerra mondiale, quell'“inutile strage”, come fu definita da un grande Pontefice, e tanti dei primi fascisti erano ufficiali, quadri, che si erano abituati alla violenza in quella guerra.

E, poi, l'esaltazione della violenza e della guerra ha sempre caratterizzato il fascismo nel suo tratto identitario, nella pratica che ha messo in atto, portando, poi, il Paese alla rovina, perché ricorderete che Mussolini parlò di qualche migliaia di morti da gettare sul tavolo della pace e l'Italia ha pagato quella guerra con 500.000 morti, con distruzioni terribili e anche con la messa in discussione della sua stessa sovranità nazionale, che, poi, è stata riscattata dal coraggio degli antifascisti e dei partigiani, da chi ha combattuto contro il nazismo e contro il fascismo.

Come disse un grande comandante partigiano, Arrigo Boldrini, combattevamo per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi stava dall'altra parte. E in quella storia ci sono, quindi, le guerre di aggressione scatenate dal fascismo. La collega Zanella ha ricordato con molta efficacia cosa è stata la guerra d'Etiopia, con i massacri dei civili, con i massacri dei monaci copti, con le armi chimiche - che, anche allora, non erano riconosciute dalla comunità internazionale - lanciate sui civili. Ma, prima, le repressioni in Libia e, subito dopo, la guerra in Spagna accanto alla dittatura franchista e, poi, nel frattempo, le leggi razziali, il sostegno a Hitler a Monaco, quando, poi, invase la Cecoslovacchia, la storia che tutti sappiamo. E poi un Esercito - anche qui, lo dico rispetto a una certa retorica che ho sentito anche in alcuni interventi - mandato in guerra del tutto impreparato, perché Mussolini era convinto che i nazisti avessero già vinto; come si disse, pugnalò alle spalle la Francia e intervenne con l'Esercito completamente impreparato, anche per la corruzione del regime. Questa impreparazione militare, fra l'altro, fu una delle ragioni per cui, poi, crebbe in quei militari un sentimento antifascista…

. …che portò tanti militari italiani - lo abbiamo ricordato quando abbiamo approvato la legge sugli IMI - a rifiutare di collaborare con la Repubblica Sociale Italiana e a farsi per questo internare in condizioni difficilissime; tanti militari italiani che combatterono i nazisti dopo l'8 settembre, a Cefalonia o Corfù, che poi furono i primi protagonisti della costruzione delle prime bande partigiane, dei primi gruppi di partigiani, della Resistenza.

Peraltro, i vertici militari del Paese hanno responsabilità gravissime già nella conduzione della guerra e anche in quei delitti, in quei momenti in cui furono gli italiani a rendersi colpevoli di massacri di civili - c'era la famosa “circolare Roatta” su come dovevano comportarsi in Jugoslavia i nostri militari - e poi, quando, l'8 settembre, quei vertici militari, insieme al re, abbandonarono i soldati a loro stessi nelle mani dei nazisti, abbandonarono il Paese e portarono alla rovina dell'8 settembre.

Per questo, noi abbiamo detto con molta chiarezza - ed è il motivo per cui voteremo a favore, perché è stato approvato un emendamento che questo dice - che i militari italiani che sono caduti tra il giugno del 1940 e il settembre del 1943, anche quei marinai che sono caduti nella battaglia che ha visto l'affondamento dello “Scirè”, sono vittime dell'Italia fascista e della guerra di aggressione che l'Italia fascista ha scatenato accanto alla Germania nazista.

Ecco, oggi, noi voteremo a favore perché quell'emendamento è stato approvato, perché pensiamo che tutte le volte che il Parlamento si unisce in un messaggio chiaro sulla storia del Paese e, cioè, dice chiaramente quali sono le responsabilità del fascismo nella storia d'Italia e richiama il valore fondante dell'antifascismo per la nostra democrazia, noi ci siamo e, anzi, consideriamo un passo avanti quando tutto questo Parlamento, anche per le caratteristiche che ha, vota in questa direzione. Quando si fanno operazioni di revisionismo o di riscrittura della storia, come ci sembrava stesse accadendo in questo caso - e per questo siamo intervenuti anche con molta forza -, noi siamo dall'altra parte. Bene che si possa votare tutti insieme per rendere omaggio a quei militari, certo, ma nella chiarezza del giudizio storico di quegli eventi.