A.C. 1744
Grazie, Presidente. Io riproporrò qui, in sede di discussione generale, un tema che abbiamo sollevato in Commissione difesa, anche presentando un emendamento, la cui bocciatura, poi, ci ha portati a esprimere un voto contrario a questo provvedimento in Commissione. Intendo riproporre questi temi all'attenzione del Governo, dei colleghi dei diversi gruppi parlamentari, perché credo che siano aspetti che dobbiamo valutare con grande attenzione in quest'Aula, anche in vista, poi, del momento definitivo della votazione in Aula. Noi riproporremo, peraltro, in Aula, l'emendamento che è stato bocciato in Commissione.
Noi come gruppo del Partito Democratico non siamo affatto contrari a ricordare la memoria di quei caduti, la memoria di quei 60 militari e in particolare dei 16 che, tuttora, trovano la loro ultima dimora nel relitto del sommergibile “Scirè”. L'omaggio alla memoria di quei caduti è un omaggio che ci avrebbe trovato favorevoli.
Noi abbiamo chiesto, però, di fare chiarezza sul contesto storico in cui quelle morti sono avvenute e vorrei ripartire proprio dalle prime parole che diceva l'onorevole Bicchielli nel suo intervento, parole per me importanti, che però mi portano, appunto, a riproporre in Aula questo tema come feci fin dall'inizio - penso che la relatrice lo possa testimoniare - nel dibattito in Commissione.
È vero che questo Paese ha bisogno di una memoria storica condivisa e una lettura condivisa della storia è un elemento importante, anche per rafforzare il ruolo delle istituzioni oggi. Ebbene, io penso che bisogna, allora, dire parole chiare - noi lo chiediamo anche nel testo di legge - sul contesto storico in cui quegli uomini sacrificarono la vita e anche su quale fosse il bene della patria in quel momento storico, perché quegli uomini persero la vita perché erano stati coinvolti in una guerra di aggressione, scatenata dal regime fascista e dalla monarchia, accanto ai nazisti, una guerra di aggressione che per Benito Mussolini significava gettare qualche migliaia di morti sul tavolo della pace, che è costata all'Italia mezzo milione di morti, sacrificio e distruzioni immani.
Ci dovremmo dire che, in quel momento, gli inglesi combattevano dalla parte giusta, peraltro quello stesso esercito inglese e gli eserciti alleati, insieme ai nostri partigiani, furono poi quegli eserciti che liberarono l'Italia dal fascismo, dalla dittatura, dalla guerra, dall'occupazione tedesca e nazista dopo l'8 settembre del 1943. E, quindi, il provvedimento che approviamo oggi per noi ha un senso vero di memoria e di omaggio a quelle vittime se viene assunto nella chiarezza del contesto storico di quello che è accaduto, se no - e purtroppo, insomma, anche negli interventi che ho sentito in Commissione e anche qui temo che sia così - saremmo di fronte a qualcos'altro, cioè ad un'azione che mette in discussione il significato di quella storia e con un carattere revisionistico; io spero che non sia così, anche appunto per l'omaggio che insieme potremmo tributare a quei caduti. E allora, però, bisogna fare chiarezza sul contesto in cui quelle morti ci sono state, in cui quell'azione militare c'è stata.
Aggiungo che quei soldati caduti furono, prima di tutto, vittime di quella guerra di aggressione scatenata dal fascismo e dalla monarchia, vittime anche dell'impreparazione dell'esercito italiano, del fatto di andare a combattere senza il giusto armamento e, appunto, dalla parte sbagliata. Ecco, io penso che, per costruire un'unità di tutto il Parlamento intorno a questo provvedimento - sarebbe stato un fatto importante, ecco - nel testo di legge questo elemento deve essere chiaro e, quindi, noi abbiamo presentato un emendamento che sottolinea questo aspetto, cioè di chi erano le responsabilità di quel conflitto e, prima di tutto, quindi, di chi sono state le responsabilità di quelle morti, cioè del regime fascista e della monarchia. In Commissione l'emendamento è stato bocciato, vediamo cosa accadrà in Aula, certamente per noi il fatto che non si faccia chiarezza su questo punto ci ha portato e ci porterebbe in Aula a votare nuovamente contro, ci ha portato a votare contro in Commissione e ci porterebbe a votare nuovamente contro in Aula, ma io questo tema qui ci tengo a riproporlo, perché anch'io credo al valore di una memoria condivisa, penso al valore – in particolare rivolto alle giovani generazioni - della memoria, anche come fondamento della nostra democrazia.
Ecco, quella guerra tragica, combattuta dalla parte sbagliata, è un elemento della storia che alle nuove generazioni va raccontato fino in fondo, se no non si fa memoria condivisa e non si rende - a mio avviso - nemmeno omaggio a quelle vittime nel modo giusto.