Grazie, Presidente. Non è facile ricordare Antonio Luongo, non lo è in modo particolare per chi della storia che Antonio ha costruito e contribuito a creare si sente in qualche modo figlio. Antonio è stato una persona semplice e, al tempo stesso, geniale. Utilizzo un aggettivo ambizioso, lo so, ma, credetemi, era proprio così. Semplicità e genialità: due parole che esprimono concetti distanti, profondamente diversi, ma Antonio li teneva benissimo assieme. Un deputato semplice, qualcuno, sbagliando, potrebbe dire addirittura un deputato qualsiasi, ma un grande dirigente politico. Un uomo della sinistra innamorato della propria terra, la Basilicata, di cui è stato per molti anni l'indiscusso capo politico. È stato lui a dar vita all'esperienza del centrosinistra lucano, vincente dalla metà degli anni Novanta fino ad oggi, capace di unire la fortissima tradizione democristiana con quella comunista e socialista, quasi ad anticipare la genesi del Partito Democratico, di cui, alla fine, sarebbe generosamente diventato segretario regionale.
Antonio si era fatto conoscere ed apprezzare come rappresentante degli studenti a Potenza e poi a Roma, a La Sapienza, dove guidava gli universitari della FIGC. È stato un cultore del primato della politica, della sua autonomia e della sua capacità di guidare la società. Antonio è stato un uomo onesto e sempre disinteressato, uno che ha fatto politica per passione e per convinzione profonda. Non metteva mai, mai, avanti se stesso, ma sempre gli altri e il progetto politico che aveva in testa.
Voglio rivolgere un abbraccio fortissimo, da parte di tutto il gruppo del Partito Democratico e di tutti i dirigenti del Partito Democratico, alla moglie Lilli e alla figlia Marzia, di cui Antonio è sempre stato orgogliosissimo. Negli ultimi giorni di vita, Antonio aveva partecipato ad una riunione dei giovani democratici in un piccolo paese in una comunità vicino Potenza e, commosso dalla genuinità politica di quei ragazzi, si era messo a piangere; cosa molto strana per uno come lui, per uno che ne aveva viste e fatte tante, quasi un segno premonitore.
Forse, dietro quelle lacrime c’è il messaggio più vero che Antonio ha voluto lasciarci: la politica è una cosa bella, se sa essere vera e se sa disegnare e costruire la visione di una realtà migliore. Antonio ci manca, Antonio mi manca tanto, ma la nostra sfida sarà tenere viva ogni giorno la sua lezione bellissima.