Grazie, Presidente. Elettra Deiana è stata una grande politica, una fine intellettuale e un'eccellente parlamentare. Ha lavorato assiduamente nelle istituzioni, cercando sempre di rimanere fedele al suo mandato, ma soprattutto di rappresentare e lavorare per ciò che c'era fuori, se pur nel rispetto totale di questo luogo e di quello che significava. Elettra la femminista, la compagna, l'autorevolezza e l'ironia. Ero un giovane ribelle e insofferente quando l'ho conosciuta. Del femminismo sapevo poco e, soprattutto, spesso ne ero intimorito. Ma lei, così severa con gli adulti, aveva sempre una curiosità complice con i più giovani. Sapeva volare dalla filosofia più complessa alla concretezza della semplicità. È stata fino all'ultimo una femminista: una femminista di questo secolo, con gli occhi nel presente e la testa nel futuro. Invitava sempre a non avere timore di intervenire e lei interveniva in qualunque luogo, in qualunque assemblea di partito o di movimento. Spiazzava, ribaltava i punti di vista, era dissacrante e innovativa. Ci portava fuori, nel mondo, dove la vita pulsava e dove lei, come poche, sapeva guardare. Ci ha saputo guidare in quel lungo e ancora incompiuto percorso di consapevolezza maschile, che doveva obbligatoriamente prevedere discontinuità dal monopolio di genere, del pensiero e dell'azione politica. Il taglio, lo definiva. Ci ha accompagnato, come solo una sorella maggiore sa fare, ma con il rigore austero di una dirigente politica di spessore, rispettata e ascoltata, presente, instancabile e generosa, ma distaccata dalla vita polverosa delle stanze di partito. Era un distacco coinvolgente ed era, per me, per tante e per tanti, un appiglio, un rifugio e un sollievo. Ci ha insegnato cos'è la cura, in un sistema guidato dagli algoritmi insensibili, dal saccheggio predatore del pianeta, dal caos geopolitico. Elettra ci ha educato a ricercare sempre il tempo della cura. Lo chiamava l'attitudine della cura. Quella cura che è storia delle donne ed è l'esatto contrario dell'ambizione di potere maschile, che coincide quasi sempre con il calcolo opportunistico, con la mera abilità del mantenersi al comando. Ci ha insegnato l'altra dimensione della cura: quel prendersi cura che tiene in piedi il mondo e che oggi è la speranza per cambiare un sistema di relazioni e un modello di sviluppo che opprime donne, giovani e fragili. Ci fa onore ricordarla oggi, 8 marzo: una giornata di lotta, con la ferma condizione che quel cammino di liberazione e autodeterminazione, quel viaggio femminista, lo dovevamo camminare, appunto, insieme. Ci manca e ci mancherà, ma sono certo che in qualche modo sia ancora qui, con le sue espressioni, i suoi moniti, i suoi borbottii, a dirci che, sì, un mondo migliore è sempre possibile e dobbiamo lavorarci sempre con impegno e caparbietà. Grazie, Elettra. Il tuo sorriso e la tua luce saranno faro per sempre.
Data:
Mercoledì, 8 Marzo, 2023
Nome:
Marco Furfaro