Data: 
Mercoledì, 9 Novembre, 2016
Nome: 
Margherita Miotto

Grazie, Presidente. Nell'esperienza irripetibile di Tina Anselmi, c’è un filo conduttore che collega l'antifascismo militante e la lotta partigiana, l'impegno sindacale a difesa delle operaie e degli insegnanti, le grandi riforme sul lavoro e la salute, fino all'inchiesta sui poteri occulti della massoneria deviata e della P2, ed è la coerenza: coerenza con i valori di libertà e giustizia, radicati nella sua autentica fede cristiana e nella fedeltà alla Costituzione.
È stata una donna coraggiosa, in tempi in cui non era facile pensare al nuovo diritto di famiglia, non era facile chiudere i manicomi, non era facile riformare la sanità superando le mutue, stabilire parità di trattamento sul lavoro fra uomini e donne. Tina è stata testimone della buona politica, perché era competente, capace e onesta, mai faziosa, per nulla incline ai compromessi.
Si è collocata nel solco del pensiero di Aldo Moro, ne ha condiviso la visione laica e progressista della politica e della democrazia, ha vissuto con sofferenza le scelte drammatiche e dolorose che il gruppo dirigente della DC, e non solo, fece durante i cinquantacinque giorni della prigionia dello statista, poi ucciso dalle Brigate Rosse.
Le donne italiane devono molto a Tina Anselmi, aveva una visione aperta ed esigente del nostro ruolo. Era convinta – a ragione – che, quando le donne si impegnano nelle battaglie, le vittorie sono vittorie per tutta la società. Non basta – diceva – la rivendicazione, per esserci come donne, bisogna anche contare per incidere e cambiare la realtà, per migliorare la qualità della vita delle persone e rafforzare la democrazia.
Il rafforzamento della democrazia, appunto, è una costante nell'impegno istituzionale di Tina Anselmi ed emerge con nitidezza alla guida della Commissione d'inchiesta sulla P2. Con coraggio e determinazione, scontando incomprensioni e solitudini, pagando un prezzo personale e politico molto alto, portò alla luce uno spaccato inquietante di inquinamento della politica italiana, una vera minaccia per le nostre istituzioni.
Ancora oggi dovremmo chiederci perché non sono state tratte le conseguenze della relazione conclusiva. Lei disse: la verità possono cercarla solo quelli che hanno la capacità di sopportarla. E ancora: la nostra democrazia è un bene delicato, fragile ed abbisogna della responsabilità di tutto un popolo. La democrazia non è solo libere elezioni, non è soltanto progresso economico – quale progresso e per chi ? È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi, speranza per i figli. È pace.
Parole in cui si rispecchiano i valori della nostra Costituzione, che scandiscono le tappe più significative del percorso umano e politico della carissima Tina Anselmi. Una donna giusta, l'ha definita il vescovo di Treviso nel giorno delle esequie: è vero, una donna giusta, un esempio per tutti: non solo noi donne, ma il Paese le deve gratitudine e riconoscenza.