Sì, grazie Presidente, voglio innanzitutto ringraziare i colleghi dell'Aula, che hanno tutti votato gli emendamenti di questa legge, che hanno appoggiato questa legge fin dall'inizio, i colleghi della Commissione per il lavoro svolto insieme, il relatore Toccafondi per un difficile lavoro di coordinamento, perché questo è un segnale importante verso tutti coloro che lavorano nelle fondazioni ITS e che hanno lavorato, in questi 11-12 anni, faticosamente, creando un sistema ITS in Italia piccolo, ma di qualità.
E ringrazio anche i colleghi per aver dato un bel segnale a tutti quei genitori, che mandano i figli negli ITS, che credono in questo sistema formativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che credono alla possibilità di costruire professioni serie e che realizzano la persona, perché di questo stiamo parlando. È ora di riconoscere questo sistema formativo. È ora di dargli il ruolo che gli spetta, che in questo Paese finora è rimasto oscuro, dimenticato. Diciamolo, sono stati 10 anni importanti, di grande lavoro, ma sono stati 10 anni di grande debolezza istituzionale nei confronti degli ITS, di incertezza nei finanziamenti, di mancanza di regia, di mancanza anche di coordinamento. Noi abbiamo molte fondazioni che lavorano nell'incertezza, pianificano a loro rischio, mettono dei soldi a loro rischio, aspettando che escano i bandi. Questa cosa, insomma, non fa giustizia della rilevanza che questo sistema ha per il futuro del Paese. Diciamolo una volta per tutte in quest'Aula: basta parlare degli ITS come un contenitore dove dentro mettiamo tutto, tutto il lavoro manuale, tutta la confusione che vige in questo Paese sul tema dell'innovazione e dell'impresa. Noi stiamo parlando di un settore rilevantissimo, questi richiami ci vengono dalla Commissione europea da decenni e ci dicono: fate un sistema di formazione terziaria, perché ha a che fare con la vostra peggior malattia relativa alla crescita, cioè la bassissima produttività di lavoro che da 20 anni contraddistingue questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Allora, qui, in gioco non ci sono i ragazzi di “serie B”, che non li possiamo mandare all'università: non è vero, non è affatto vero. Qui in gioco c'è il futuro dell'impresa, della piccola-media impresa. E quando guardiamo a questo Paese, dobbiamo imparare, colleghi, e vi ringrazio per averlo fatto oggi, a guardare in faccia questo Paese, a guardare la struttura produttiva del nostro Paese, che è fatta di PMI, piccole, che non si possono permettere i costi di formazione di tecnici specialistici come quelli che escono e sono formati negli ITS.
Qui parliamo di crescita, di futuro. Io leggo sul sito ufficiale del Ministero, del MIUR, la definizione di sistema ITS, che dice: “Gli ITS sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Sono espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d'istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali”.
Sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica: questa definizione, che è importante, che riconosce quanto viene detto dall'Europa, è rimasta finora carta morta, carta vuota, non c'è stato un seguito, non ha preso corpo. Con questa legge, adesso, proviamo - proviamo! - a mettere in campo una strada nuova, una legge che ridefinisce la missione degli ITS: sì, perché lo dobbiamo fare, perché abbiamo preso coscienza in Commissione, tutti, che esiste il PNRR, che è un cambio di passo, che è un altro mondo. E questo provvedimento, guardate, ha in sé qualcosa di esemplare, perché, se vogliamo cambiare questo Paese, siamo costretti a farlo, perché non ci saranno stradine o scorciatoie per spendere i soldi del PNRR: o li spenderemo bene o non ce li daranno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Lo vogliamo dire o no, in quest'Aula?
E vogliamo dire anche che, se spendiamo dei soldi a debito sulle prossime generazioni, lo possiamo fare tutti insieme, una volta per tutte, in questo Paese? Possiamo fare delle politiche di sistema Paese? Questo è successo in Commissione, su questo abbiamo lavorato e abbiamo anche deciso di riorganizzare il sistema, rafforzandolo nelle funzioni ordinarie, mantenendo al centro di questo sistema l'impresa. Io non voglio sentire discorsi ideologici sull'impresa, quando, su 2000 ore, 800 le fai dentro le imprese. Non posso sentire qualcuno che dice: eh, ma perché le imprese nelle fondazioni ITS? Perché se no, non riusciamo a fare i percorsi ITS! Cioè, è banale questo, ma va detto! Dopodiché, abbiamo insistito - e questo, lo devo dire, è il nostro apporto come Partito Democratico -, noi abbiamo scritto l'articolo 11, perché vogliamo che gli ITS diventino un sistema nazionale, strategico, legato alle politiche di innovazione del Paese. Faccio un esempio per tutti, per essere concreto, siccome parliamo di ITS, non possiamo fare il 110 e accorgerci dopo che non abbiamo i tecnici specialistici per fare quel mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Lo stesso, dobbiamo prendere la formazione specialistica come questa e la dobbiamo far diventare parte integrante delle linee di innovazione del Paese. Ora, noi dovremo affrontare una spesa del PNRR di 1 miliardo e mezzo - e devo dire grazie a tutto il lavoro che è stato fatto per portare a casa questo miliardo e mezzo, che non era scontato - e lo dovremo spendere sotto la voce digitalizzazione, sostenibilità; e aggiungo un'altra cosa, perché noi abbiamo messa: politiche di genere! Bisogna portare le ragazze dentro questi percorsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Basta, non voglio più sentire le ragazze lasciate a casa come una volta, non lo voglio più sentire in questo Paese. E sono tutti elementi trasversali: non esiste il corso per la digitalizzazione, non esiste il corso per la sostenibilità, ma esistono le aree tecnologiche che dovranno essere digitalizzate e rese sostenibili. Per cui abbiamo bisogno di una strategia di insieme, abbiamo bisogno che l'efficienza degli ITS sia uguale al Nord come al Sud, abbiamo bisogno di un sistema nazionale - lo dico al Ministro e mi spiace che non sia qua - che sia in grado di interloquire con la Commissione europea, di avere una strategia europea. Siamo dentro al mercato europeo: basta, non esiste un sovranismo economico e industriale, esiste un mercato integrato, un'innovazione continentale. Stiamo facendo una scommessa enorme di diventare il continente della sostenibilità; l'impresa italiana dentro può fare una partita importantissima, ma la facciamo se abbiamo le competenze.
Aggiungo questa cosa per chi ha lavorato in impresa, lo sa benissimo: smettiamola di parlare di alta formazione e basta. Non c'è ingegnere che riesca a fare innovazione senza una squadra di tecnici all'altezza di fianco. Smettiamo di parlare di questa distinzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), smettiamola, perché è segno di incompetenza. Parliamo di un sistema integrato, di livelli di competenze. Se un ragazzo che abbandona l'università vuol fare l'ITS e tornare all'università, apriamo le porte della scuola e del sapere; non chiudiamole, non mettiamo i ragazzi, in un Paese con il più alto abbandono scolastico, in condizioni di essere fuori dalla scuola. Questo è un reato, e quindi, da questo punto di vista, lo dobbiamo fare. Noi stiamo parlando di un sistema importantissimo, stiamo parlando di piccole e medie imprese che devono avere la possibilità di aumentare la loro capacità di produzione, di innovazione. Questi tecnici sono importantissimi per loro.
Voglio ringraziare tutti, ma voglio mandare un messaggio alle giovani generazioni: non è vero che parliamo di voi solo quando siete un problema, non è vero che i giovani appartengono alla categoria del disagio giovanile o del disagio sociale. Oggi pensiamo a voi come un'opportunità, come un grande strumento per il futuro del nostro Paese. Questa legge è dedicata a voi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva - Congratulazioni)!