Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 14 Aprile, 2021
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

Signora Presidente, dopo mesi, oggi, ci confrontiamo su due mozioni riguardanti la Borsa italiana e l'acquisto da parte di Euronext. La nostra, di maggioranza, e quella più datata, a firma Giorgia Meloni; quest'ultima, nella sua terza versione. Premettiamo fin da subito che il tempo ha portato consiglio ai colleghi di Fratelli d'Italia, visto che le prime versioni erano contraddistinte da uno pseudo spirito da crociata, seppur rivolto ai cugini d'Oltralpe; si partiva da Monte Paschi, per passare in Mediobanca e per concludersi sul controllo di Generali Assicurazioni. Ma anche nella versione attuale del testo permane una serie di incongruenze che ci ha impedito, rispetto a quello che diceva poco fa l'onorevole Giacomoni, una formulazione unica, perché, a distanza di sole poche righe, nel testo troviamo, prima, la denuncia di un prezzo d'acquisto troppo alto e un conseguente impegno troppo oneroso per CDP Equity dell'entrare nel capitale di Euronext, per, poi, rilanciare che con gli svizzeri e i tedeschi il prezzo sarebbe salito da 4, 3 miliardi a 5 miliardi; e i costi di CDP non sarebbero aumentati? Ma la domanda che sorge spontanea e che rivolgo a Fratelli d'Italia è: ma condividete la partecipazione pubblica italiana in Euronext o no? Perché questo è il tema fondamentale. Noi vogliamo che CDP sia azionista di riferimento a lungo termine in Euronext, perché l'esperienza di London Stock Exchange, redditizia certamente, come abbiamo sentito oggi, da un punto di vista finanziario, si è conclusa però senza che nessun socio italiano abbia potuto nemmeno battere ciglio rispetto all'operazione di vendita della Borsa italiana e questo, a noi del Partito Democratico ha insegnato qualcosa. Infatti, la Borsa londinese, per capirci, in attesa ormai del prossimo closing, non ostentava molto l'italiano, né in termini di azionariato, né in termini di asset, visto che ha scelto di investire oltreoceano, sul tema dei provider di dati finanziari e sui cosiddetti big data.

Allora, lo abbiamo sentito dai colleghi, forse, rispetto alla proposta di acquisto svizzera, che era fuori dall'Europa, o a quella della Deutsche Börse, di una partecipazione praticamente ininfluente dell'Italia, dove nel board ci sono 13, lo ripeto 13, consiglieri tedeschi, su 16, diversamente, la scelta di Euronext vede una presenza rilevante degli italiani, sostanzialmente paritaria. Io ricordo all'Aula che l'Italia parteciperà, con Cassa depositi e prestiti, col 7,3 per cento nel capitale, la stessa identica percentuale della Cassa depositi e prestiti francese e lo stesso avverrà sul lato privato, perché Banca Intesa, come BNP Paribas, parteciperà all'1,3 per cento del capitale. Non è mai successo nella storia che l'Italia, appunto, dal 1998, riacquistasse un peso all'interno dell'azionariato della borsa. Quindi, noi nell'acquisto di Euronext non ritroviamo scenari di colonizzazione francesi, anzi, ritroviamo esattamente l'opposto, una forte partecipazione italiana. Ma guardate che l'operazione non riguarda solo l'aspetto dell'azionariato, fondamentale, si tratta della nascita del primo gruppo europeo di listini per numero di quotazioni con 1.800 società scambiate e una federazione di sei borse, Belgio, Francia, Irlanda, Olanda, Norvegia e Portogallo, per un totale di 4,4 miliardi di euro di capitalizzazione, con l'Italia che, come ha detto il collega Mor poco fa, avrà la quota più rilevante con un terzo dei ricavi nella nuova società e degli occupati complessivi. Nascerà il primo gruppo europeo per il mercato secondario in Europa, con 11,7 miliardi di azioni scambiate su base giornaliera. In sostanza, avremo uno spazio centrale della nuova governance con gli italiani nel consiglio di sorveglianza e con la presidenza del gruppo.

Mi permetto di rivolgermi, quindi, ai colleghi di Fratelli d'Italia, per il suo tramite. Tradotto in linguaggio corrente, non si tratta della registrazione di una maggiore presenza dei francesi in Italia, secondo il cosiddetto verbo sovranista, ma di più Italia nell'Europa continentale; siamo agli albori di una federazione di Borse continentali con una strategia che si dovrà orientare nel post Brexit, con l'uscita dalla UE dell'importante mercato finanziario inglese che qualcuno, il collega Giacomoni, ha richiamato essere quello più capitalizzato. E noi come lo fronteggiamo, questo? Stando da soli, scegliendo scelte marginali? Per questo, per la scelta che abbiamo intrapreso con Euronext, vogliamo ringraziare il precedente Governo e, in particolare, consentitecelo, a noi del Partito Democratico, l'ex Ministro dell'Economia Gualtieri che, con lungimiranza, ha seguito la strada più garantista degli interessi strategici italiani e, allo stesso modo, ha ridato voce alla partecipazione pubblica in Borsa Italiana. Anche questo non lo dice un parlamentare del Partito Democratico, la Borsa italiana per la prima volta dalla privatizzazione del 1998 ha una quota di partecipazione pubblica, attraverso Cassa depositi e prestiti, che è controllata all'83 per cento dal Ministero delle Finanze. Questo rappresenta le garanzie e la tutela dell'interesse italiano, per rispondere a coloro che oggi criticano questa strada perseguita.

Le sinergie, poi, rispetto all'entrata di Borsa Italiana in Euronext non si fermano certo al peso dei numeri finanziari, ma investono la strategia di un'operazione di elevato interesse nazionale. Borsa Italiana, come ho sentito da molti di voi in quest'Aula, ha l'opportunità di valorizzare i suoi gioielli di famiglia, penso a MTS, una delle principali piattaforme per la negoziazione di titoli di Stato europei che, oggi, conta già venti Paesi, ma che si può ampliare e diventare il primo strumento, la prima piattaforma a livello paneuropeo, leadership a livello paneuropeo; così come crescerà anche Cassa di compensazione e garanzia, nel ruolo di clearing house di tutto il gruppo e, perché no, Monte Titoli, che è il depositario centrale dei titoli di Stato, anche qui, in una differenza sostanziale rispetto alle altre offerte, perché non in competizione con quello che invece avremmo ritrovato probabilmente in Deutsche Börse, dove anche lei ha dei suoi gioielli e quindi avremmo avuto una concorrenza e difficoltà quindi ad esprimere i nostri gioielli di famiglia. Ma, altrettanto importante è l'asset di sviluppo strategico che potrà riguardare i servizi tecnologici, gli investimenti in tecnologia, nelle infrastrutture di pagamento, penso a SIA e in sinergia con Nexi SpA, che è un'altra grande sfida che ci attende.

Borsa Italiana potrà assumere un ruolo di primo piano nel sistema dei centri finanziari europei, anche a livello operativo, restando sottoposta alla vigilanza regolamentare di Consob e Banca d'Italia, cosa che non accadeva prima. Anche qui, quando parliamo di controllo italiano, di interessi italiani, non lo dice un parlamentare del Partito Democratico, lo dicono le lettere della Consob che sono state inviate nei giorni scorsi …

Quindi, con Consob, che parteciperà alla supervisione e alla vigilanza del nuovo gruppo Euronext, facendo parte del gruppo dei regolatori pari passo con gli altri regolatori europei e una presidenza a rotazione semestrale, ci sembra che da questo punto di vista ci siano forti tutele sulla presenza italiana. In una fase come questa, con la pandemia che colpisce anche fortemente il tessuto economico, con strumenti di finanziamento europeo di natura straordinaria, abbiamo appena discusso del Recovery Plan, non possiamo non scorgere nel futuro di Borsa Italiana un duplice ruolo: di supporto per le scelte di politica industriale a sostegno del sistema imprenditoriale italiano, così come nella gestione del debito pubblico. In particolare, la prospettiva di Borsa Italiana è di raccogliere con maggiore incisività il risparmio privato italiano che cresce del 7 per cento anno su anno ed ammonta a 1.700 miliardi sui conti correnti bancari. per indirizzarlo verso le numerosissime PMI italiane. Ma ci sono altri strumenti che dobbiamo rilanciare, come Star, come il mercato AIM, il programma ELITE per le PMI, in un mercato che diventa sempre più internazionale e che ci vuole vedere protagonisti.Pertanto, con l'acquisto di Borsa Italiana da parte di Euronext si sono poste le basi per dare il via a un progetto ambizioso per la creazione di un mercato borsistico paneuropeo. È necessario adesso aprire un tavolo operativo con gli altri partner europei perché migliorino i costi dei servizi per gli intermediari, i clienti e la qualità della piattaforma utilizzata. Ma la presenza italiana in Euronext, sia a livello di governance sia a livello operativo, faciliterà, come ho sentito dai colleghi, la costituzione dell'Unione del mercato dei capitali, utile a garantire una risposta europea agli shock finanziari, creando condizioni per un miglioramento dell'attività di negoziazione e favorendo, attraverso il processo di integrazione europea, una risposta alle crisi dei debiti sovrani. Per noi del Partito Democratico, in conclusione, è positivo constatare che le diverse mozioni hanno accorciato le loro distanze, registrando una sostanziale convergenza tra le posizioni europeiste e la tutela dell'interesse nazionale e per il PD - permettetemelo in conclusione - la scelta europeista che si indirizza verso il rilancio del mercato unico dei capitali non la scopriamo certo oggi. Pertanto, senza ostentare attribuzioni di primogenitura, rivendichiamo la scelta di costruire gli interessi italiani in un continente europeo più coeso e spinto a federarsi, per vincere le nuove sfide globali. Annuncio, pertanto, il voto favorevole del Partito Democratico.