Discussione generale
Data: 
Lunedì, 19 Gennaio, 2015
Nome: 
David Ermini

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, io penso che le riforme siano un punto cruciale di questo momento storico. Per troppo tempo, le riforme sono state annunciate e non sono mai state fatte. Spesso sono state cominciate e non portate a conclusione. Io credo che, nel nostro sistema, nel nostro vivere civile, i livelli nei quali si misura la civiltà di un popolo siano sostanzialmente relativi a dei grandi temi: quello della giustizia, quello della scuola, quello della sanità e del sociale. Ma la giustizia li comprende un po’ tutti questi temi. Faccio riferimento alla giustizia sociale, alla giustizia per quanto riguarda la libertà, la giustizia per quanto riguarda i diritti delle persone e delle comunità. Lei oggi ci ha fatto un quadro molto ampio della propria attività. Lei è qui da dieci mesi, signor Ministro: non ho ricordanze che in dieci mesi si sia cominciato e, in alcuni casi, anche arrivati al risultato di così grandi mutamenti e di così grandi cambiamenti all'interno del nostro sistema giudiziario. Abbiamo avuto del periodi bui della giustizia, abbiamo avuto dei periodi in cui la giustizia civile era completamente scomparsa dai dibattiti parlamentari. Abbiamo avuto dei momenti in cui al carcere non pensavamo tant’è che eravamo arrivati ad un livello in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ci ha pure condannati, noi la patria di Cesare Beccaria. Eppure c’è magari chi ci vorrebbe tornare: «tutti dentro, tutti dentro» fino a che magari non tocca a loro e quindi poi in qualche modo si riscuotono. 
Credo, invece, che noi dobbiamo dirle grazie, signor Ministro. Dobbiamo dirle grazie per quello che ha fatto, per quello che ci ha detto oggi, per quello che sta facendo. Non mi piace la tecnica delegittimante dell'aggressione personale: lei sarà ricordato. Infatti il livore e l'aggressività spesso sono prodotti di una frustrazione politica che poi non è altro che la causa della propria inconcludenza. Ascoltando la sua relazione mi sono fatto un quadro, alcuni punti specifici: l'organizzazione della giustizia, la giustizia civile, la giustizia penale con annesso il problema del carcere e la questione degli operatori del diritto. 
In relazione all'organizzazione, è vero, certo che mancano i mezzi e chi ha detto che non mancano i mezzi, che non mancano le risorse ? Non è che ce ne siamo accorti da dieci mesi che mancano le risorse, che i tribunali in qualche modo sono in difficoltà anche per il personale. Noi abbiamo delle grandi possibilità in questo momento e sono convinto che lei le sfrutterà anche sotto l'aspetto della riqualificazione e della introduzione nel sistema giudiziario del nuovo personale che potrà arrivare da altri enti. Noi saremo in grado in questo modo di togliere gli alibi. A chi oggi ci dice che noi non siamo in grado perché noi non forniamo il personale, non formiamo le strutture, ecco noi vogliamo dire a chiunque ci attacca sotto questo aspetto che noi non siamo più nel momento degli alibi. Gli alibi li leviamo e la sua relazione oggi ci dà questo segnale importante: togliamo gli alibi e facciamo vedere che chi ha voglia di fare in questo Paese sarà messo in condizioni di fare e non si potrà sempre dare la colpa agli altri per i propri fallimenti. 
Signor Ministro, sul quadro che lei ha dato, sulla riforma della geografia giudiziaria, non le nascondo che quando sono arrivato anch'io avevo questo timore sulla riforma della geografia giudiziaria perché tutti noi pensavamo alle difese degli uffici giudiziari che dovevano in qualche modo dare un segnale di presenza. Però forse qualche volta dobbiamo anche tener conto che ci sono gli interessi generali, che il mondo è cambiato, che forse oggi tanti uffici possono essere, come ha detto lei, in qualche modo modificati. Potremmo arrivare ad avere un sistema di giustizia di prossimità che non per questo deve comportare la struttura interna di un tribunale con gli uffici delle procure e delle sezioni fallimentari anche magari in tribunali molto piccoli. Oggi dobbiamo arrivare ad avere un'efficienza certamente attraverso investimenti, con le risorse umane e monetarie ma soprattutto dobbiamo avere un'efficienza che possa garantire l'accesso al diritto da parte dei cittadini. E qui mi riallaccio e vado al problema della giustizia civile. 
Questo Governo ha presentato il decreto-legge n. 132 e arriverà in questi giorni quello che è l'ultimo grande cambiamento del sistema giudiziario civile che lei oggi ci ha accennato. Molti hanno criticato il decreto-legge n. 132. Però oggi leggiamo sui giornali che tanta gente con 16 euro riesce a divorziare, a separarsi, a modificare le condizioni di separazione. C’è un accesso molto intenso a questo istituto. Bene questo nessuno se lo ricorda e nessuno lo aveva mai fatto. 
E, invece, questa volta noi siamo riusciti a farlo con un decreto, quello stesso decreto-legge, signor Ministro, che ha portato alla possibilità, per chi ha avuto un titolo da poter eseguire, di avere l'accesso all'esecuzione civile molto più facile, perché, oggi giorno, quando i clienti si presentano dagli avvocati, spesso il problema non è di ottenere un titolo, il problema è di vedersi eseguito quel titolo. Allora, forse, anche il problema dell'esecuzione civile è stato per troppi, tanti anni, in qualche modo, dimenticato. 
Questo Governo non se lo è dimenticato è ha cominciato ad affrontare questo problema in modo serio, perché rientra in quel grande sistema di snellimento della giustizia civile che dovrà portare investimenti non solo italiani, ma anche stranieri, perché senza questo tipo di cambiamento non si riuscirà davvero a far ripartire il nostro Paese. Ecco perché quel decreto è stato un passo importante. 
Ci sono stati gli incentivi per gli arretrati: io non sono uno di quelli che esalta i provvedimenti. Ho anche detto che, forse, ci potranno essere dei problemi sullo snellimento dell'arretrato, ma quello che sta facendo il suo Ministero, grazie anche alla preziosa collaborazione del presidente Barbuto, è sicuramente un momento importante. Noi riusciremo certamente ad annullare tutti questi procedimenti che sono pendenti. 
È evidente che non tutti i procedimenti potranno essere cancellati: faccio, per esempio, riferimento a quelli sulla volontaria giurisdizione, dove le inabilitazioni e le interdizioni non è che potranno essere cancellate, perché è evidente che, finché il soggetto inabilitato o interdetto è in vita, sarà sempre un arretrato che farà parte del nostro bagaglio. Ma è evidente che l'attività che il suo Ministero sta compiendo in questo momento è assolutamente efficace e va verso la direzione giusta. 
Nel provvedimento che affronteremo, di cui lei ci ha annunciato alcuni elementi importanti oggi, vi è il tribunale delle imprese. Quanto è che si parla delle imprese ? Quanto è che abbiamo detto che dobbiamo lavorare perché ci sia la possibilità che gli imprenditori diano lavoro alle persone, che è il vero grande problema di questo Paese oggi ? Poter snellire i procedimenti, poter dare le certezze agli imprenditori, poter dare le certezze non solo, come dicevo prima, del titolo, ma anche sull'esecuzione dei titoli, è un elemento che questo provvedimento porterà. Come porterà uno snellimento anche il problema del tribunale della famiglia, che sarà inserito. Il tribunale della famiglia, che dovrà essere essenziale per la tutela dei minori, dovrà essere essenziale per la tutela delle persone che fanno parte del nucleo familiare, ma dovrà essere importante proprio per poter dare delle garanzie ulteriori rispetto a quelle che sono state date. Nel mio pensiero, nel nostro pensiero, che non è soltanto mio, si supererà il tribunale per i minorenni, oggi di fatto un po’ superato per le varie norme, anche per gli stili di vita, vorrei dire, che oggi ci sono, come il problema delle convivenze, dei figli nati fuori dal matrimonio concordatario o civile. Questi sono tutti elementi che noi dobbiamo affrontare e a cui dobbiamo dare una risposta. Oggi, i grandi problemi che, in qualche modo, investono il tribunale per i minorenni – le adozioni, ma, soprattutto, anche la parte penale – potranno essere tranquillamente e serenamente coperti dai nuovi tribunali della famiglia, che dovranno essere alla base di questo rapporto che ci sarà fra famiglia e Stato. 
Signor Ministro, sarà importante anche, in sede penale, poter fare una cosa: spero di poterla realizzare anche attraverso la discussione parlamentare e spero che tutti i gruppi diano una mano sotto questo aspetto. Io vorrei anche una procura della Repubblica presso i minorenni che non tuteli – certo, si chiama tribunale, si chiama tribunale per i minorenni, o quello che sarà la procura per i minorenni – solo i minorenni quando sono imputati, ma vorrei poter arrivare anche ad avere una procura specifica, apposita, specializzata, quando i minorenni sono parti offese: perché tutto il sistema dell'ascolto dei minori, della tutela dei minori potrà essere nella fase di indagine coperto in modo perfetto se avremo lo stesso tipo di ufficio inquirente che tutela i minorenni anche quando sono nella parte di coloro che hanno subito il danno. Certamente poi lo sfogo dell'indagine avrà giudici diversi, però, è evidente che il minore avrà il giudice specializzato quando è imputato, avrà il giudice ordinario quando è parte offesa, ma per poter arrivare a tutelarlo – perché questo è l'elemento fondamentale della giurisdizione per i minori: tutelare il minore – l'ufficio che indaga potrà e dovrà essere lo stesso, proprio per aiutare i minori, nei difficilissimi passaggi che subiscono durante quelle fasi, a passare in qualche modo indenni o comunque per cercare di aiutarli ad uscire da quei brutti momenti che la vita gli pone davanti. 
Gli altri elementi che lei poi ha annunciato sul civile certamente ci soddisfano, li affronteremo in Parlamento, li affronteremo in Commissione, ma è la prima volta che si arriva a fare questo. Ci dicono che questo è il Governo degli annunci, ma in dieci mesi quanta carne al fuoco abbiamo messo, ma quanta gente si è mobilitata per i provvedimenti di questo Governo ? Ma quanta gente ci chiama, vuole partecipare alle audizioni, vuole venire a discutere con noi sul tutto quello che noi stiamo facendo ? Ma quando mai questo era stato fatto ? Non la perdiamo questa occasione, lo ripeto, non la perdiamo questa occasione, questo è il momento delle riforme, se noi perdiamo questa occasione, questo momento forse non tornerà. Io direi, guardate, mettiamocela tutta, tutti insieme, opposizione, maggioranza, in questo momento, c’è una legislatura, non dico costituente, sarebbe un parolone troppo grosso, ma dove certamente si possono fare tantissime riforme e quella della giustizia è una di queste che finalmente può trovare la propria conclusione. 
Sulla questione penale sono stati accennati i provvedimenti che abbiamo fatto. Sul penale penso sempre a questa immagine: un sistema penale con un doppio centro, da una parte la persona offesa, dall'altra parte l'imputato. Noi stiamo lavorando, certo, per le persone offese, abbiamo visto quello che abbiamo fatto e siamo perché si possa arrivare ad avere una giustizia riparativa, perché vedete, tante volte, il rapporto fra Stato e imputato non va a tutelare, in effetti, la vittima del reato. La condanna comunque e per forza, senza avere la certezza del ristoro, spesso poi finita con una sospensione condizionale, non tutela la vittima. Ecco perché l'importanza dei provvedimenti della giustizia ripartiva, questo è fondamentale: la vittima al centro del processo, perché sia la prima a essere tutelata e la prima a essere risarcita. Su questo, il disegno di legge che è già arrivato alla Commissione giustizia della Camera pone già una cosa importante: la vittima non potrà mai essere dimenticata, poi dirò qualcosa anche sugli altri tipi di provvedimento.
Per quanto riguarda gli imputati, noi non possiamo certamente scordarci le grandi difficoltà che gli imputati oggi hanno nell'avere, spesso, dei processi che durano anni, che sono troppo lunghi. La lunghezza dei processi è un segno certamente di un sistema malato che non funziona; dobbiamo riuscire, anche attraverso quello che dicevo prima, l'organizzazione del sistema, a snellire i processi ed anche in questo caso, anche se qualcuno non vuol vedere, tutto quello che lei ci ha portato già in discussione e quello che noi stiamo affrontando va in questo giusta direzione: la tutela di non far sì che il tempo sia il giudice dei reati, e quindi la riforma della prescrizione, ma al tempo stesso un sistema che impedisca ai cittadini di subire una pena già prima del processo per la lunghezza del periodo processuale. Noi a questo stiamo lavorando e a questo arriveremmo; per la prima volta arriveremo in fondo anche a questo. 
Allora, su questo voglio dire due parole; alcune cose già sono state dette. Sulla corruzione: il reato di corruzione lo cambiamo e lo cambiamo non soltanto perché vogliamo allungare il termine di prescrizione, ma perché il reato di corruzione è uno dei reati più gravi, più brutti che possa esistere in un sistema di comunità. Non è soltanto un danno che io faccia a un altro cittadino, a un altro mio pari, è un danno che faccio a tutto il sistema e allora come noi puniamo le rapine, puniamo giustamente le estorsioni, dobbiamo punire in modo adeguato anche gli atti di corruttela, quelli certamente dove il reato viene accertato, dove l'attività del pubblico ufficiale e di chi corrompe è particolarmente odiosa e dannosa per tutti. 
Quando il Governo ha deciso di aumentare il massimo edittale sul reato di corruzione, quello è stato un elemento importante, non soltanto per il segnale che veniva dato, cioè la pena come sanzione per chi compie un reato di quel genere, ma anche perché il reato di corruzione ha bisogno di tempi più lunghi per l'accertamento. Questo lo sappiamo, per chi vive nei tribunali è evidente, e per questo si inciderà anche sul sistema della prescrizione, che cambierà, non è vero che non cambierà. Cambierà notevolmente, ma anche qui dobbiamo essere sempre in grado non di scegliere una parte a seconda del momento storico o contingente che ci interessa: facciamo le riforme perché questo sistema vada avanti e duri nel tempo. Nel sistema della prescrizione e del tempo nel processo dobbiamo sempre calcolare, da una parte, l'interesse della giustizia, che è poi l'interesse dello Stato, della collettività, ad avere una sentenza, dall'altro a non fare in modo che le persone subiscano processi per quindici o vent'anni, magari poi per arrivare ad una assoluzione. Allora, questo sistema della sospensione del periodo di prescrizione è un sistema intelligente, è un sistema che darà la possibilità di avere un periodo più lungo ma, al tempo stesso, dirà agli stessi magistrati: guardate che i tempi sono questi: per fare un appello ci vogliono due anni, dopo non date responsabilità ad altri se il processo non l'avete fatto. 
E questo è importante, ecco perché il sistema dell'organizzazione, come lei dice, arriva ad essere fondamentale su questo: dare i mezzi, dare il personale e dare anche degli strumenti legislativi. Rivalutiamo l'appello, rivalorizziamo l'appello ! Siamo l'unico sistema – e questo non ce lo nascondiamo – in cui un avvocato, un imputato, può fare un appello per ottenere un vantaggio sotto l'aspetto dilatorio, sono l'aspetto del tempo: io che vengo condannato decido se arrivare alla prescrizione o meno. Ecco perché il sistema deve essere compiuto ! Così anche per i ricorsi per Cassazione ! Oggi giorno, chi frequenta un po’ la Corte di cassazione sa quanti procedimenti finiscono alla Settima sezione, che sono quelli dell'inammissibilità manifesta dei ricorsi. E noi non possiamo continuare così, perché questa roba, poi, fra l'altro, costa ! E se queste risorse che mettiamo in questi procedimenti inutili li potessimo metterle da un'altra parte, certamente potremmo in qualche modo risolvere qualche altro piccolo problema. Sul sistema del carcere, signor Ministro, con riferimento naturalmente ai giudici della sorveglianza che curano il sistema del carcere, abbiamo messo in atto una serie di misure sulle misure alternative: credo che questo sia altamente positivo. Dobbiamo pensare a quello che abbiamo fatto. Quando siamo arrivati qui in Parlamento – e concludo – c'era il problema dell'emergenza carceraria, e l'abbiamo risolto; senza l'amnistia e senza l'indulto l'abbiamo risolto ! Lei è potuto andare in Europa e dire che l'Italia ha fatto il proprio dovere. Sugli operatori del diritto – e mi taccio –, sulla professionalità e sull'attività dell'avvocatura, le chiedo, come chiedono tanti, di mettere un'attenzione sulle difficoltà dei giovani che affrontano la vita professionale. Ho avuto un incontro con il presidente della cassa forense per quanto riguarda i contributi minimi per i versamenti per la loro pensione: è una grande difficoltà. Oggi giorno le difficoltà le affrontano la cosiddetta «generazione 1.000 euro» – e magari fossero veramente 1.000 euro ! –: credo che sotto questo aspetto si possa fare tanto. Chiudo dicendo che tutto quello che lei ha messo in campo, tutte quelle belle cose che noi stiamo discutendo e che riusciremo a portare in fondo hanno però necessità di una grande collaborazione fra tutti gli operatori del diritto: magistrati, avvocati, personale. E penso a quello che abbiamo sul web e a quello che potremo ancora fare. Se noi tutti riuscissimo a fare questo, la giustizia in Italia veramente potrà cambiare; ed è fondamentale, perché soltanto attraverso una riforma della giustizia si riuscirà a cambiare un Paese che è troppo fermo da troppi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).