Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 18 Gennaio, 2017
Nome: 
Walter Verini

Presidente, noi abbiamo apprezzato il tono e il contenuto della relazione al Parlamento del Ministro Orlando, perché, da un lato ha tracciato un bilancio – lo ha fatto senza enfasi ma con realismo – di un lavoro svolto da Governo e Parlamento, e dall'altro lato ha però rappresentato anche questioni ancora aperte che, anche in quest'ultima fase della legislatura, potranno vederci impegnati, positivamente impegnati. 
Voglio anch'io ribadire di avere molto apprezzato innanzitutto il metodo che il Ministro ha adoperato in questi anni, un metodo di confronto con tutte le componenti della giurisdizione: la magistratura, rispettandone rigorosamente l'autonomia e l'indipendenza, il mondo dell'avvocatura, e poi anche quello del personale, delle cancellerie, che adesso, tra l'altro, conoscerà in maniera significativa ulteriori, necessari ampliamenti per la cronica mancanza di organici. Accennavo alla magistratura, però voglio dire subito, su un tema d'attualità, che proprio alla luce di questo nuovo clima instaurato in questi anni, di fine di uno scontro sbagliato tra politica e magistratura, troviamo discutibile, sbagliata, la decisione di disertare la prossima cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione da parte dell'ANM. Una risposta fuori scala, rispetto alle questioni sollevate – i pensionamenti, gli organici –, e ci auguriamo che possano, da qui al 26, esserci dei ripensamenti, anche alla luce della ribadita volontà di dialogo da parte del Governo. La relazione è stata ampia, ha fornito dati, non opinioni o enunciazioni. 
Ha fornito dei dati sull'abbassamento significativo, importante, dei procedimenti delle cause pendenti nel civile, per esempio, che dagli oltre 5 milioni del 2013 sono passati a 3.700.000 di oggi, con un tempo medio di affari civili, per un tribunale, di 367 giorni rispetto a quasi 550. Abbiamo scalato posizioni in questi anni, nel parametro che misura la risoluzione delle controversie commerciali, e c’è un nuovo soggetto dell'ordinamento, come il nuovo tribunale delle imprese, che ha risolto l'80 per cento delle controversie in un anno. Siamo il primo Paese europeo ad avere informatizzato integralmente il processo civile, e noi sappiamo quanto è importante questo, non solo per una giustizia più efficiente, per un processo civile di fatto e non soltanto di nome, ma anche per l'economia, per gli investimenti. 
Sono risultati reali, però senza enfasi, perché, è vero, sono risultati ancora parziali, che attendono di essere completati, lo ricordava David Ermini. Qui siamo impegnati, alla Camera, per concludere l'iter della riforma del diritto fallimentare, poi però – dobbiamo dirlo, dobbiamo ribadirlo – ci aspettiamo che il Senato faccia celermente il suo lavoro di completamento di provvedimenti che la Camera gli ha inviato ormai da tempo. È stata citata da tutti la riforma del processo penale, una riforma molto importante, questa Camera l'ha licenziata un anno e mezzo fa. Una riforma strutturale, una riforma di sistema, che interviene incisivamente sui tempi del processo semplificando il regime delle impugnazioni, disciplina meglio la prescrizione, ridisegna poi l'ordinamento penitenziario, sulla base anche del lavoro importante svolto dagli stati generali dell'esecuzione penale. Ci sono poi strumenti per combattere più incisivamente la corruzione e per tenere insieme la durata ragionevole dei processi, che è un obiettivo, un obiettivo ancora non raggiunto, anche però con l'obiettivo di evitare che una prescrizione troppo breve per certi gravi reati, come quelli della corruzione, possa impedire di arrivare neanche al primo grado di giudizio. 
Poi c’è il tema delle intercettazioni, la delega al Governo: le circolari delle procure hanno tracciato una strada importante, di cui si potrà tener conto, però credo che sia ormai maturo il tempo di un dibattito serio, non propagandistico, su questi temi; qualche eco c’è stata anche nel confronto di questo pomeriggio. Quello che si deve evitare è evidentemente la pubblicazione di intercettazioni che non abbiano alcuna rilevanza penale né di contesto. Nessuno può pensare di mettere bavagli, questo è evidente, il diritto all'informazione è una cosa importante, come nessuno ha mai pensato di limitare l'uso delle intercettazioni per le indagini e per l'acquisizione di prove, ma quello che si deve ribadire è il principio, anche e soprattutto a difesa del cittadino comune, che, per intercettazioni o fatti che non hanno alcun rilievo, nessuno può essere condannato a un'esposizione mediatica per la quale non c’è nessuna difesa. 
Dicevo che è importante questo clima nuovo su questi temi. Noi continuiamo a pensare – lo dico sinceramente – che uno dei problemi fondamentali dell'Italia sia rappresentato dalla corruzione, dai corrotti, dai corruttori, e non certo dai magistrati, che, del resto, esercitano anche obbligatoriamente l'azione penale. Tuttavia, vogliamo riflettere seriamente su forme di protagonismo giudiziario legate a inchieste che hanno avuto grande impatto mediatico e scarsa solidità giudiziaria ? Allora dobbiamo tenere insieme questi due elementi: combattere incisivamente la corruzione ma al tempo stesso ristabilire principi di civiltà e garantismo reale e non peloso. Voglio dire che ci fa piacere che a questo approdo siano arrivati settori politici che invece sembravano usare soltanto la giustizia sommaria e la ghigliottina. Penso, per esempio, al partito dei Cinquestelle, che si facevano paladini di una presunta purezza al grido di «onestà, onestà», salvo essere garantisti a corrente alternata. 

Allora noi vi diciamo che non si può essere garantisti soltanto nei confronti dei propri esponenti, ormai numerosi, raggiunti da avvisi di garanzia, e non si può infangare e bollare come colpevoli, a prescindere, gli avversari politici che sono raggiunti dallo stesso avviso. 
Allora, onorevole Ferraresi, lei ha invitato il Ministro a vergognarsi, ma non vi vergognate un po’ di questo atteggiamento veramente propagandistico, veramente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infine, Ministro, apprezzo molto il suo richiamo all'approvazione di alcuni provvedimenti che sono al Senato, a partire dal penale. Si usino tutti i mezzi parlamentari possibili. Il precedente Governo aveva autorizzato anche la posizione della fiducia: se necessario la si ponga, perché è maturo, è possibile approvare quelle cose. Voglio avviarmi alla conclusione, Presidente. Nella relazione del Ministro, negli interventi – lo ricordava ora Ermini – venivano fatti esempi concreti di provvedimenti approvati: saranno provvedimenti perfetti ? Probabilmente no, ma sono stati incisivi e non sono stati annunci. Penso a tutti i provvedimenti che hanno riguardato gli ecoreati, il falso in bilancio, l'autoriciclaggio, il voto di scambio-politico mafioso, la lotta alle mafie – anche il codice antimafia e beni confiscati sono da approvare al Senato –, le unioni civili. Questi sono fatti. Io la dico così: se un centesimo di queste cose che abbiamo fatto in questi due anni, un centesimo di esse, venisse fatto, se ci arriva, nei cinque anni dell'attuale sindaco di Roma, voi potreste essere contenti. Ma purtroppo non farà un centesimo, perché dimostra di essere inadeguata anche a gestire l'ordinaria amministrazione. 
Infine il tema delle carceri: anche in questo caso dobbiamo intenderci, e mi colpisce profondamente il fatto che per usare le paure, le insicurezze di questo tempo presente, si continui a non considerare importante il tema della pena come recupero e come rieducazione. La pena non può essere vendetta, ed è giusto che chi ha sbagliato paghi, è giusto che chi ha sbagliato vada in carcere oppure che si possano trovare, come si è trovato, percorsi alternativi, percorsi di messa alla prova, ma oggi dopo aver vinto sostanzialmente la battaglia contro la vergogna del sovraffollamento, noi pensiamo che la sfida sia quella degli stati generali dell'esecuzione penale, e qui, Molteni, credo che anche tu, che sei anche avvocato, possa davvero convenire ragionevolmente che un detenuto che esce formato, dopo aver fatto percorsi di lavoro e di formazione, è una garanzia per i cittadini, perché qui abbiamo davvero le statistiche di recidiva. Chi esce con un mestiere in mano, recuperato non torna a delinquere, non torna compiere reati ma queste sono battaglie di civiltà. Ho finito davvero, Presidente. Voglio soffermarmi su un ultimo concetto che riguarda il tema della cooperazione giudiziaria. Penso che con i passi in avanti compiuti dalla giustizia italiana in questi anni – passi in avanti non soluzioni definitive – noi siamo ancora più in grado di dare una mano verso la strada della cooperazione giudiziaria e sovranazionale.È una sfida importante, il Ministro l'ha ricordata, ed anche per questo motivo annuncio il voto a favore del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).