Data: 
Martedì, 16 Dicembre, 2014
Nome: 
Giovanni Burtone

Signora Presidente, l'appuntamento del 18 e 19 dicembre è molto importante per il nostro Paese, può essere l'occasione per lasciare un segno alla fine della presidenza italiana dell'Unione europea. L'augurio che noi facciamo al Presidente del Consiglio è che l'Europa possa passare idealmente da una porta girevole, entrare con l'abito del rigore senz'anima e uscire, invece, con la forza degli investimenti, dell'impegno per la crescita e per lo sviluppo. 
  Sul Piano, non è necessario snocciolare dati; conosciamo qual è la portata degli investimenti che si vogliono realizzare. Diciamo però che bisogna fare subito, che non bisogna avere ritardi e, soprattutto, che dobbiamo finalizzare gli investimenti, guardare alle reti infrastrutturali, guardare all'istruzione, alla ricerca, ma anche alla protezione sociale. In Europa ci sono tanti giovani sfiduciati che non trovano lavoro, è una sorta di esperanto del pessimismo. Bisogna attivare una serie di protezioni sociali, non per evitare l'invulnerabilità, ma per dare il segnale che non si è soli. Da questo punto di vista il suo Governo, Presidente Renzi, sta già operando, ci sono alcune politiche per intervenire sulla fragilità sociale, impegni per la solidarietà e, come uomo del meridione, io non posso non sottolineare l'impegno che lei sta promuovendo nei confronti del sud, con una presenza attiva, una presenza orientata ad incontrare giovani, operai nelle aziende, donne, anziani e tutto ciò avviene in uno spirito che ha come obiettivo l'intervento strutturale verso il Mezzogiorno. Un intervento che stiamo vedendo promuovere soprattutto dal suo Governo, perché lei ha toccato anche i punti caldi della crisi, la presenza nelle aree in difficoltà, da Gela a Taranto, in Campania e in Calabria. Certo, il Mezzogiorno deve fare la propria parte. Con questo Piano ci saranno grandi risorse, oltre 80 miliardi di euro da qui al 2020. 
  Su questo vogliamo dire una cosa molto netta, signor Presidente, il suo Governo sta incalzando le regioni; vediamo un'azione positiva, non soltanto sua, ma anche del sottosegretario Delrio. Bisogna però continuare, bisogna tallonare le regioni, perché c’è un dato che noi vogliamo sottolineare: nel passato queste risorse, in maniera immorale, non sono state utilizzate. Purtroppo, abbiamo avuto tante, tante responsabilità delle classi dirigenti nazionali, ma anche meridionali, ora bisogna avere la capacità di incidere, soprattutto in un'area che ha ancora gravi problemi di povertà, di occupazione. Queste risorse possono essere fondamentali per dare una spinta agli investimenti, per determinare un nuovo piano per l'occupazione e per evitare la desertificazione che, purtroppo, vive il Mezzogiorno. 
  Mi avvio alla conclusione, Presidente. Lei proprio ieri, signor Presidente del Consiglio, ha candidato la nostra l'Italia alle olimpiadi del 2024. Sono stato lieto, fiero, da italiano e da sportivo, per quello che lei ha fatto e sono sicuro che saranno sconfitti nichilismo e pessimismo di coloro i quali avanzano sempre perplessità. Ecco perché io le faccio l'augurio che, con riferimento alle olimpiadi, quella del 18 e 19 dicembre possa essere una staffetta per la finale, una finale che l'Italia con lei può vincere, per le cose che lei ha detto e per quello che lei ha fatto, perché se vince l'Italia, in questo caso, vince anche un'Europa che lascia gli abiti del rigore senz'anima e guarda allo sviluppo, alla crescita e alla solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).