Grazie, Presidente. Quello che è avvenuto poc'anzi, lo riteniamo un atto grave nei confronti del Parlamento, nei confronti della storia di questo Paese.
Il Manifesto di Ventotene è da tutti gli storici riconosciuto, non come ha provato, in maniera truffaldina rispetto alla storia, a presentarci la Presidente del Consiglio, l'inno alla dittatura del proletariato; è il suo esatto contrario. È l'inno dell'Europa federale, con un Parlamento federale, con un governo federale, contro i nazionalismi che sono stati il cancro che, nel Novecento, ha prodotto due guerre mondiali con milioni di morti. Questo è stato!
E poi, Presidente, le chiedo di stigmatizzare, perché usare in questo modo la memoria di Ventotene significa oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, considerato in tutta Europa il padre dell'Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni, ucciso nel 1944, dopo essere stato arrestato dalla Polizia fascista e consegnato alle truppe di occupazione.
Noi siamo qui, in questo Parlamento; lei presiede il Parlamento di questa democrazia grazie a quegli uomini, che non possono essere insultati, non possono essere derisi, non si può fare la caricatura, non è accettabile!
Lei deve dire parole di verità! Lei è il Presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana! Non è possibile! Questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quegli uomini e quelle donne. Sì, a quelle donne, che riuscirono a far uscire da Ventotene quel documento, e fecero in modo che si diffondesse. Quei visionari nel 1941 erano confinati politici. Eravamo nel pieno della Guerra. Sembrava che stessero per vincere i nazisti e ci diedero una visione.
Si inginocchi, la Presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne! Altro che dileggiarli! Vergogna, vergogna, vergogna!