Grazie, signor Presidente. La questione che, poc'anzi, è stata ampiamente illustrata dal collega Faraone pone, io credo, una questione più generale che è la leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato e pone al centro anche il tema del rapporto tra potere esecutivo e Parlamento.
Il potere ispettivo è una delle caratteristiche delle democrazie parlamentari, cioè la possibilità, per un singolo deputato, di chiedere informazioni. Da questo punto di vista il richiamo, come è già stato sottolineato, all'articolo del Regolamento 131, comma 1, è assolutamente insufficiente, da parte del Governo, per non rispondere, richiamando, poi successivamente, che qualsiasi altra comunicazione al riguardo sarà oggetto di interlocuzioni all'interno del Copasir.
Perché è giusto, signor Presidente, che questo vada sottolineato anche per chi è fuori di qui: noi chiedevamo una cosa molto semplice. Non c'era nessuna speculazione, non c'era nulla. Chiedevamo, semplicemente, se la Polizia penitenziaria abbia mai acquisito o utilizzato lo spyware Graphite o altri software di sorveglianza prodotti dalla Paragon solutions; e, in caso affermativo, se il Ministro sia a conoscenza di eventuali violazioni nei termini di servizio del quadro etico concordato con la Paragon da parte della Polizia penitenziaria, di Forze di polizia giudiziaria o di altri apparati sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia.
A questo punto le risposte possibili erano due. Molto basiche: ovvero “sì” o “no”. Se era “no”, non vedo che segreto si possa richiamare. Ci diceva domani, il Ministro della Giustizia, che la Polizia penitenziaria non ha mai utilizzato questo spyware. Punto. Se avesse detto “sì” avrebbe, in linea teorica, potuto, a quel punto, nascondersi o frapporre un velo rispetto a un possibile segreto e, quindi, è argomento da Copasir. Ma farlo prima, prima di dare la risposta è inaccettabile - è inaccettabile - nel rapporto corretto tra Governo e Parlamento, tra potere esecutivo e il potere legislativo. E qui mi permetto di richiamare questo all'attenzione del Presidente della Camera. Perché questa è una questione che attiene, io credo, anche alla dignità di questa istituzione.
Perché noi non possiamo conoscere questa informazione? Ripeto “sì” o “no”. Se era “no” finiva tutto lì. Se era “si” poteva essere rimandato al Copasir e poi si sarebbe valutato, in quella sede, quale segreto di Stato, quale necessità per la sicurezza nazionale il Ministero invocava. Credo che questa sia una questione grave. E, soprattutto lo dico con forza e penso che il collega Faraone lo condivida, è un precedente gravissimo. Da questo punto di vista, in qualsiasi momento, il Governo può decidere di non rispondere appellandosi al 131, comma 1, che dice, solo, che deve motivarlo. Noi crediamo che, da questo punto di vista, il Presidente della Camera debba riflettere ancora, debba fare un supplemento di riflessione perché, ripeto, non stavamo chiedendo segreti di Stato. Stavamo semplicemente chiedendo se una forza di polizia aveva in uso o aveva utilizzato questo prodotto, questo spyware. Punto. Da lì in poi si può precostituire, al limite, la necessità di avere riservatezza e quindi andare al Copasir. Insomma, davvero signor Presidente, riteniamo che questo sia un precedente gravissimo, lesivo delle prerogative dei parlamentari e, a maggior ragione, dei parlamentari di opposizione.
Chiediamo, quindi, al Presidente della Camera di tutelare queste prerogative e, io credo, tutelare anche la dignità di questo Parlamento.