Data: 
Giovedì, 11 Dicembre, 2025
Nome: 
Federico Fornaro

Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo si associa alla richiesta di un'informativa urgente al Governo sulle vicende che riguardano la vendita del gruppo Gedi e ovviamente, in particolare, quello de La Repubblica.

La vendita de La Repubblica e de La Stampa, oltre come è stato ricordato La Sentinella del Canavese e le radio, è una vicenda che va avanti da mesi nell'assoluta e totale opacità. Io vorrei ricordare che soltanto alcune settimane fa John Elkann si era recato a La Stampa e aveva rilanciato il ruolo del giornale, sostanzialmente negando che ci fossero trattative. Ed invece, oggi, è apparso in maniera evidente una trattativa globale che riguarda, come dicevamo prima La Repubblica e La Stampa.

Per cui - lo abbiamo già fatto per il tramite di tutti i parlamentari piemontesi, del segretario regionale, della capogruppo in consiglio regionale del Piemonte - esprimiamo la nostra piena solidarietà in questi giorni di sciopero e di difficile mobilitazione della redazione de La Stampa che oggi non è in edicola. Seguiamo con preoccupazione le dinamiche di incertezza che gravano sul futuro del giornale, ma quel che ci preme sottolineare oggi è che la vertenza de La Stampa non è come le altre ma è una battaglia che riguarda fino in fondo anche la qualità della democrazia nel nostro Paese.

L a S tampa non è e non può essere considerato un semplice asset da spostare o frammentare su un tavolo di trattative finanziarie aziendali. Questo giornale ha rappresentato per tanto tempo, per oltre un secolo, la voce storica di Torino e del Piemonte, ed è un patrimonio culturale inestimabile che racconta e ha raccontato l'Italia e il mondo con l'autorevolezza che gli è da tutti riconosciuta. È un pezzo quindi significativo della nostra storia collettiva.

La nostra preoccupazione, quindi, è sul livello e la qualità della democrazia ed è la ragione per cui chiediamo l'intervento del Governo, anche per fare chiarezza, per avere una prospettiva rispetto sia a La Stampa che a La Repubblica. La nostra preoccupazione è che il destino dei posti di lavoro - che è una preoccupazione che, ovviamente, c'è in tutte vertenze - si unisce ad una preoccupazione più generale sul mantenimento di un presidio di informazione libera, indipendente, forte e, come da tutti testimoniato, radicato sul territorio. Tutelare La Stampa significa tutelare un bene comune che appartiene ai lettori tanto quanto a chi scrive o ci lavora.

Quindi vorrei affermare in questa sede la vicinanza del Partito Democratico ai lavoratori ma, soprattutto - lo sottolineo - alla loro richiesta, alla richiesta del Cdr e di tutti i lavoratori che sono in assemblea di chiarezza e di garanzie serie. La dignità professionale e la storia che rappresentano i giornalisti e il personale de La Stampa meritano rispetto e prospettive solide. Le parole e gli impegni presi dalla proprietà sul futuro del giornale devono essere onorate. La Stampa e La Repubblica meritano serietà, solidità e una prospettiva chiara.

È stato ricordato un anniversario: l'anno prossimo sarà il cinquantenario dalla prima uscita de La Repubblica diretta, allora, da Eugenio Scalfari. È in gioco un pezzo della stampa libera in questo Paese, e il Governo, il Governo dei patrioti che si riempie la bocca ogni due per tre degli interessi nazionali, non ha dato segni di vita su questa vicenda. Due dei principali giornali italiani stanno per passare ad un gruppo straniero, e su questo non c'è stato neanche un rigo da parte dei sostenitori degli interessi nazionali. Chiediamo, quindi - e questa è un'informativa forte che noi chiediamo al Governo - che si discuta in quest'Aula, perché non c'è in gioco soltanto il futuro dei lavoratori de La stampa, de La Repubblica, de La Sentinella del Canavese, delle radio che fanno parte del gruppo Gedi ma, ripeto, c'è un pezzo di democrazia di questo Paese, perché una democrazia matura, una democrazia vera ha nella libertà di stampa una delle sue fondamenta, e quello che sta avvenendo rischia seriamente di mettere in discussione quella che dovrebbe essere una certezza per la democrazia italiana.