Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente del Ministro degli Affari esteri sulla violazione della tregua a Gaza e sui crimini di guerra che da allora sono stati commessi sotto gli occhi di tutto il mondo.
Il totale disprezzo nei confronti della vita umana, cui stiamo assistendo quotidianamente, non ha precedenti nella storia recente e queste ultime settimane stanno cancellando decenni di diritto internazionale e ci vorranno decenni per ricostruirne la credibilità. Ogni giorno uomini e donne saltano in aria, vengono bruciati vivi, vengono sepolti sotto le macerie delle bombe. L'assedio di Gaza è la negazione della sopravvivenza di un'intera popolazione. Presidente, da oltre un mese è vietato l'accesso di aiuti, medicine, cibo e carburante.
L'estrema destra israeliana rivendica un disegno di pulizia etnica, vuole l'annientamento dell'intera popolazione a Gaza e l'annessione della Cisgiordania. La deliberata esecuzione di 15 operatori sanitari a Rafah, sepolti sotto la sabbia accanto alle ambulanze distrutte, e il tentativo di insabbiamento da parte dell'esercito israeliano e del suo Governo, smascherato dalla libera stampa, è un attacco alla pace, alla sicurezza, all'umanità, alla civiltà cui ci onoriamo di appartenere. La responsabilità di tutto questo orrore e dell'attacco decisivo anche alla democrazia di Israele ha un nome e un cognome: Benjamin Netanyahu; ma c'è un'altra responsabilità politica e morale, quella di lasciare che venga accolto in territorio europeo - come ha fatto il vostro amico Viktor Orbán - garantendo l'impunità e negando la giustizia internazionale assicurata dalla Corte penale internazionale, che anche il Governo italiano vuole delegittimare.
Ieri, in quello stesso Studio Ovale, che ha visto il tentativo di umiliazione del leader del popolo ucraino aggredito, Gaza è diventata solo uno straordinario valore immobiliare da possedere e un criminale di guerra è stato accolto con tutti gli onori. Ma l'onore dell'Europa si sta perdendo coi silenzi, con l'inerzia, con il doppio standard e la doppia morale su ciò che abbiamo condannato il 7 ottobre, su ciò che condanniamo in Ucraina e ciò che i vertici delle istituzioni europee non sanno condannare ogni giorno a Gaza.
Il silenzio, Presidente, del Governo macchia anche l'onore dell'Italia, la tradizione diplomatica del nostro Paese, il ruolo che potremmo ancora svolgere, il sentimento del nostro popolo. Si può costruire la pace in un giorno? Può un solo Paese riparare al diritto internazionale sistematicamente violato? No, certo che no, ma non si può restare in silenzio e qualcosa si può fare: si può riconoscere lo Stato di Palestina, si possono proporre sanzioni contro il Governo Netanyahu, si può mettere al bando in Europa ogni invio di armi in Israele e chiedere la sospensione dell'Accordo Ue-Israele per manifesta violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Perché quando la nostra popolazione, quando forse la storia o i nostri figli ci chiederanno conto di questi anni terribili e chiederanno a noi tutti se abbiamo fatto quello che era nella nostra disponibilità per fermare questo orrore, io credo che ciascuno di noi, non solo le forze di opposizione, ma ciascuno di noi che siede in Parlamento sarà chiamato a rispondere. Noi non vogliamo trovarci dalla parte di quelli che avrebbero potuto fare anche solo qualcosa e non l'hanno fatta.