Data: 
Mercoledì, 19 Novembre, 2025
Nome: 
Alberto Pandolfo

Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi, a nome del gruppo del Partito Democratico, alla richiesta di informativa in Aula della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché riferisca con urgenza sulla questione dei dazi e sulle conseguenze che queste misure stanno avendo sul sistema produttivo italiano. Sono proprio i passi indietro dello stesso Presidente americano Trump, che ha deciso in questi giorni di esentare dai dazi diverse categorie di prodotti, tra cui i metalli, minerali, antibiotici, parti di aerei e alcuni prodotti agricoli, che in qualche modo sono la testimonianza più plastica che quella strada era la strada sbagliata da percorrere ed è ancora la strada sbagliata da percorrere.

Il Governo italiano però continua nel suo silenzio che, evidentemente, testimonia un tacito assenso. Un pericoloso assenso perché qui in Italia siamo davanti a una situazione che, giorno dopo giorno, sta diventando più grave. Ci sono imprese che hanno annunciato la loro chiusura, imprese che non riescono più a sostenere l'impatto dei nuovi dazi, imprese che appartengono a quelle filiere strategiche, dall'agroalimentare alla meccanica, dalla ceramica al tessile, che rappresentano migliaia di posti di lavoro e un pezzo fondamentale del nostro export. Chiudono o stanno per chiudere non per una incapacità gestionale o per mancanza di mercato, ma perché schiacciate da scelte unilaterali rispetto alle quali non si sentono difese dal nostro Governo, non accompagnate da alcun supporto concreto da parte del Governo italiano. Era l'8 aprile del 2025, la Premier Meloni, i Vicepremier, Ministri competenti, insomma in pompa magna tutti nella Sala Verde di Palazzo Chigi a incontrare le categorie economiche sulla questione dei dazi, annunciando un piano da 25 miliardi di euro per sostenere le imprese italiane, per affrontare i dazi americani. Un piano annunciato, ma inesistente e soprattutto senza effetti, che sarebbero quelli che oggi, a distanza di mesi, forse sarebbero serviti. Lo ha annunciato il Governo, non l'abbiamo annunciato noi quel piano, ma non c'è nemmeno l'ombra di quel piano, un piano che avrebbe dovuto proteggere il nostro sistema produttivo, mettere in sicurezza la competitività delle nostre aziende e dare loro quella capacità di resistenza necessaria per evitare perdite occupazionali e chiusure.

Di quel piano oggi non sappiamo più nulla, non c'è più traccia, c'è solo un grande vuoto, mentre nel frattempo le imprese chiudono, le filiere si indeboliscono e le lavoratrici e i lavoratori pagano il prezzo più alto. Questo è il danno al quale siamo di fronte. Di fronte a questo silenzio, è chiaro che il Parlamento non può rimanere uno spettatore passivo.