Data: 
Martedì, 8 Aprile, 2025
Nome: 
Ubaldo Pagano

Presidente, intervengo per chiedere, a nome del Partito Democratico, che la Presidente del Consiglio venga a riferire nel più breve tempo possibile in quest'Aula, in quanto il suo Governo al momento non sembra avere le idee chiare su cosa intenda fare rispetto alla politica dei dazi messi in campo dal Presidente americano. Siamo stanchi di questo suo atteggiamento. Giorgia Meloni deve iniziare a comprendere che è la Presidente del Consiglio ogni giorno e non soltanto nelle giornate buone, che è chiamata a svolgere le sue funzioni anche quando le cose tendono a mettersi male e non solo quando c'è da tagliare qualche nastro o inaugurare un cantiere farlocco.

Qui, invece, siamo alla solita strategia: quando si presenta un problema la Presidente del Consiglio scompare, si volatilizza e come si suol dire: nessuno ha mai visto Giorgia Meloni e un problema nella stessa stanza negli ultimi due anni e mezzo. Allora, il dubbio, piuttosto fondato, che ci viene in mente è che Giorgia Meloni e il problema siano la stessa cosa e coesistano in questo momento nella dinamica perversa in cui il Paese rischia di essere avviluppato per via delle scelte di quello che era il Presidente migliore degli ultimi cinquant'anni, stando alle dichiarazioni entusiastiche che la stessa Presidente del Consiglio e tutti i corifei del suo Governo facevano all'indomani dell'elezione del Presidente Trump. Alla faccia della posizione privilegiata e dei fantomatici pontieri, dei rapporti unici che ci avrebbero consentito di essere il principale interlocutore degli Stati Uniti d'America: rischiamo di essere quelli che hanno maggiore possibilità di essere soccombenti dinanzi ai dazi e, soprattutto, di non avere lo spicciolo di un'idea per poter fare qualcosa per invertire la rotta.

Ci sono comparti, Presidente, fondamentali della nostra economia, come l'agroalimentare, l'automotive e la moda, che rischiano il collasso e voi non avete il coraggio di dire una parola che non sia: “stiamo calmi, perché prima o poi arriverà qualcuno a risolvere il problema”. Ma questo “stiamo calmi” è preludio del nulla cosmico rispetto alle parole che vengono dette dal Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini nel corso del suo congresso o rispetto a una trattativa che il Ministro degli Esteri sta provando a condurre a Bruxelles? Ecco, non avete una linea di orizzonte univoca in tutto il Governo, quando anche nelle file degli stessi repubblicani americani, e persino nella stretta cerchia dei collaboratori di Trump, cominciano a levarsi in maniera chiara e netta voci critiche.

Basta leggere l'intervista di Eisenberg stamattina in cui l'ex ambasciatore americano, durante il primo mandato del Presidente Trump, ha paragonato quello che sta facendo il Presidente americano alla sciagura del COVID. Solo che la sciagura del COVID non ce la siamo cercata, in questo caso voi avete applaudito alla vera sciagura che stiamo subendo. Allora, è inaccettabile che, mentre noi continuiamo a subire le conseguenze di una politica commerciale vecchia di 100 anni, il nostro Governo resti in silenzio. È giunto il momento di sapere quale sia la posizione della Presidente del Consiglio, come intende difendere gli interessi dell'Italia, dei nostri imprenditori, della nostra economia e dei lavoratori. È finito il tempo del nascondino, signora Presidente: si assuma le responsabilità sue e delle rivoluzioni nere che tanto auspicava.

Abbiamo avuto un assaggio di quell'idea di mondo che tanto avete professato in questi anni. Ora, però, venite a spiegare agli italiani, che perderanno il lavoro e che chiuderanno i battenti, come quell'idea li aiuterà a pagare le bollette, a sfamare le proprie famiglie, a far studiare i loro figli perché noi ancora non lo abbiamo compreso dinanzi a questo disdoro in cui la Presidente del Consiglio ci richiama solo a stare calmi.

Non vorrei che ci svegliassimo il 5 maggio: “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro”. Solo che il cadavere è quello dell'Italia.