Data: 
Martedì, 6 Maggio, 2025
Nome: 
Giuseppe Provenzano

Grazie, Presidente. Mi unisco anch'io alla richiesta che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga in quest'Aula a confrontarsi con una parola: Gaza.

Il gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu ha annunciato la massiccia invasione della Striscia. Dopo 19 mesi di guerra, di ecatombe, di apocalisse, di catastrofe, una guerra fallita nell'obiettivo di distruggere Hamas, ora fa un salto di qualità, rivelando la sua natura e realizzando ciò che l'ultradestra messianica in Israele ha sempre chiesto: la vera occupazione della Striscia, la permanenza di Israele, la deportazione dei palestinesi, l'assedio totale, senza precedenti nella storia recente. Perché quando si punta a controllare tutti gli aiuti, tutti gli aiuti umanitari, e renderli arma di guerra, si sta facendo qualcosa di fronte alla quale non possiamo chiudere gli occhi, Presidente. Ogni limite, ogni argine giuridico, politico, morale viene abbattuto. Questo è un piano di sterminio, Presidente, e va fermato.

Da Gaza la popolazione inerme, mutilata, stremata, assetata, affamata lo prende per quello che è: una condanna a morte. Non la morte di Hamas o dei miliziani di Hamas che si sono rafforzati dopo questi 19 mesi, ma è morte di bambini, di donne, di anziani.

Da Gaza dicono che il mondo resta a guardare e a loro non resta che morire in silenzio.

Ecco, Presidente, io penso che abbiamo il dovere, noi, di romperlo questo silenzio. È nostro dovere farlo come italiani e come europei. L'amministrazione americana di Donald Trump ha dato piena copertura al disegno criminale del governo israeliano e chiedono a noi, a noi come europei, a noi come occidentali, a noi come italiani, che abbiamo considerato in tutti questi anni Israele un alleato: da che parte stiamo? Stiamo dalla parte del diritto internazionale che è stato sistematicamente e ripetutamente violato? Se stiamo da quella parte dobbiamo dirlo. Stiamo dalla parte della politica, della soluzione politica, dei fondamenti politici della nostra civiltà? E allora dobbiamo dirlo. Stiamo dalla parte dell'umanità? L'umanità viene cancellata. E se stiamo dalla parte di quella ferocia, allora, abbiamo il dovere di rompere l'ipocrisia e dirlo, invece, di negarlo e condannarla con tutta la forza politica e morale che ciascuno di noi può qui avere. Nella consapevolezza, Presidente, che ci sono due Israele, che c'è un'altra Israele e anche per quell'altra Israele noi abbiamo il dovere di parlare.

C'è un'altra Israele che ripudia la guerra infinita di Netanyahu che è indifferente alla sorte dei suoi stessi cittadini, che è indifferente alla sorte dei suoi ostaggi e che vuole portarla avanti esclusivamente per mantenere il potere e quella impunità che anche noi concorriamo a garantirgli. C'è un'altra Israele che, per usare le parole di Liliana Segre, prova repulsione nei confronti di questo Governo di estrema destra.

È la stessa repulsione che una parte dei palestinesi ha provato nei confronti di Hamas, se le scelte di Netanyahu in tutti questi anni e in tutti questi mesi non avessero rafforzato quella folle strategia di terrore, trascinando due popoli in una trappola di odio che dobbiamo spezzare.

Allora, Presidente, davvero troppo debole e flebile è stata la voce della comunità internazionale e dell'Europa. Ma dall'Italia non si è sentita nemmeno quella voce. Il Ministro Tajani ieri ha trovato il tempo di invitare gli italiani a non partecipare ai referendum e a perpetuare una democrazia a bassa intensità e non ha trovato il tempo di dire una parola su Gaza. La Presidente Meloni è sparita: è l'unica leader europea che non parla di Medio Oriente. Il Governo si è trincerato ed è nascosto dietro alla formula dei due Stati che non è accompagnata da una condanna rispetto a quello che accade oggi a Gaza. Suona sempre più insopportabilmente retorica. Noi abbiamo presentato una mozione, Presidente, che vogliamo discutere ora e che chiede delle cose molto semplici.

Presidente, se tace il Governo, parli il Parlamento, parli ciascuno di noi, ciascuna forza politica. Presidente, ciascuno di noi di fronte al popolo italiano e al suo sentimento, che mai è così chiaro su questo, ha il dovere di assumersi la responsabilità di fare o almeno di dire qualcosa per fermare tutto questo inferno.

Presidente, rimanere in silenzio e chiudere gli occhi su Gaza non è soltanto una immorale omissione, ma è complicità. Noi, Presidente, non vogliamo essere complici. Noi non vogliamo chiudere gli occhi.