Relatore per la maggioranza
Data: 
Mercoledì, 10 Dicembre, 2014
Nome: 
Massimo Fiorio

A.C. 348-A ed abbinata A.C. 1162

 

Signor Presidente, approda in Aula oggi il testo sulla tutela della biodiversità, già presentato e discusso nelle Commissioni durante la scorsa legislatura. Grazie al lavoro della Commissione e del Governo arriviamo finalmente in Aula con un testo per lo più condiviso. 
  Il testo intende riprendere quelle che sono le indicazioni già fornite a livello internazionale e comunitario. Mi riferisco alla Convenzione della biodiversità di Rio de Janeiro e agli orientamenti delle direttive comunitarie. Ma il testo intende non soltanto prendere atto dell'esistente, cerca anche di fare un passo avanti nell'istituzione di un vero e proprio sistema di tutela della biodiversità. Lo fa con la consapevolezza che la tutela della biodiversità non è solo un intendimento e un orientamento culturale, ma ha delle profonde motivazioni anche legate alle prospettive di questo Paese, in un momento in cui il tema dell'agroalimentare, anche dal punto di vista economico, riveste un ruolo importante. Lo fa, guardando alla ricchezza del nostro patrimonio agrario e alimentare, pensando che, tutelarlo, significa anche dare una prospettiva in questa fase della vita del nostro Paese, di quella che continuiamo, forse erroneamente, a chiamare crisi, ma che è un vero e proprio cambio di prospettiva, di paradigma culturale e produttivo. Lo fa, riconoscendo le radici profonde del nostro essere italiani, riconoscendo la peculiarità della nostra agricoltura, in una fase in cui questo Paese riesce a stare anche in mercati internazionali, anche sul fronte del confronto con mercati sempre più aggressivi, mostrando il suo legame con il territorio, mostrando le sue produzione con una forte valenza territoriale, di tipicità, quelle che poi con altri strumenti siamo riusciti a tutelare. Penso ai consorzi di tutela e via dicendo. 
  Questo provvedimento intende in qualche modo mettere a sistema quello che è patrimonio di tutto il Paese stabilendo anche degli strumenti importanti. 
  Lo dico perché, nella costruzione di questa legge – e voglio ricordare la proponente, la collega Susanna Cenni –, la questione era quella di collegare e mettere a sistema il fronte nazionale, ovvero il fronte del lavoro del Governo e del Paese con quelle che sono le prerogative delle regioni. Da questo punto di vista segnaliamo l'istituzione dell'Anagrafe nazionale della biodiversità agraria e alimentare che è istituita dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e che ha il compito di censire la ricchezza di questo Paese dal punto di vista delle risorse genetiche vegetali, animali e microbiche. 
  Si tratta di un patrimonio genetico anche a rischio, dal momento che si pensava che l'agricoltura dovesse orientarsi a produzioni omogenee e soltanto attente ai volumi. L'iscrizione all'Anagrafe è subordinata ad un'istruttoria. In questa fase vengono indicati i meccanismi per cui le risorse genetiche sono conservate. 
  Viene poi istituita una Rete nazionale della biodiversità agraria e alimentare, che trova il coordinamento presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Da questo punto di vista un passo importante è anche l'istituzione del Portale nazionale della biodiversità agraria e alimentare. Si tratta di una rete vera e propria di disponibilità del patrimonio, anche dal punto di vista informativo, patrimonio che non sempre è stato disponibile per le difficoltà e anche perché i centri di ricerca e gli istituti erano separati. Il fatto di metterli insieme noi lo riteniamo un passo in avanti importante. 
  Vorrei sottolineare, però, che questa proposta di legge guarda a strumenti, come gli istituti di ricerca, come una componente; l'altra componente fondamentale di questa proposta di legge e sottolineata è il ruolo degli agricoltori e degli allevatori, chiamati i custodi, perché sono coloro che in questi anni, attraverso il lavoro, hanno consentito di mantenere questo patrimonio e di renderlo attivo anche dal punto di vista economico. Sul loro lavoro, in qualche modo, questa legge è pensata. 
  All'articolo 8 è istituito un Comitato permanente per la biodiversità agraria e alimentare al fine di garantire il coordinamento delle azioni tra i diversi livelli di Governo (Stato, regioni e province autonome) in materia di tutela della biodiversità. Il Comitato svolge un ruolo importante da questo punto di vista e noi crediamo che l'attenzione che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali avrà su questo Comitato è fondamentale. Noi abbiamo bisogno di un lavoro di monitoraggio, di sostegno, di attenzione anche a quelle che sono le minacce in questo momento a cui è sottoposto questo patrimonio. Per la valorizzazione e la trasmissione delle conoscenze sulla biodiversità agraria e alimentare, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali stabilisce di promuovere attività, che sono tese allo sviluppo di sistemi sementieri, al recupero delle risorse genetiche vegetali locali e allo svolgimento di attività di prevenzione e di gestione del territorio. 
  Nel lavoro che abbiamo svolto in Commissione e nel confronto costante con il Governo, uno dei temi è stato quello di dotarsi anche di un fondo, che consentisse di promuovere le attività di tutela del patrimonio genetico di biodiversità. Devo dire che, anche in questa fase, poter arrivare ad una proposta di legge che consentisse la disponibilità finanziaria, utile per partire e perché fosse garantita non solo nella fase di start up, ma anche per l'anno successivo, è stato un passo in avanti importante. Da questo punto di vista, non posso che ringraziare il Viceministro Olivero, qui presente, che ha seguito le richieste che sono state avanzate da tutti quanti i gruppi in Commissione. E questo è un risultato importante. 
  Vorrei concludere, davvero ribadendo il fatto che, nell'ambito di una fase di riforme e di grandi cambiamenti di questo Paese, questa probabilmente è una piccola legge. 
  Ma è una legge importante, perché guarda, con attenzione, a quello che è anche un patrimonio da cui ripartire. Lo dico perché l'agricoltura riveste oggi, più che mai, un ruolo importante. Fino a qualche anno fa, anche gli osservatori economici ci dicevano che questo Paese avrebbe dovuto abbandonare il settore primario e dedicarsi al cosiddetto terziario avanzato. In questo momento, invece, questo Paese sta riscoprendo nell'agricoltura un patrimonio di energie e di risorse, anche per risollevarsi. Lo dico, pensando ad una legge che già abbiamo approvato in questo ramo del Parlamento, la legge «sull'agricoltura sociale», che ha saputo recuperare quelle relazioni solidali che sono dell'attività agricola. Lo dico, pensando a questa legge che sa guardare, in modo moderno, alla ricchezza del lavoro dei contadini e degli agricoltori, dentro la propria azienda. Concludo, ringraziando, per il lavoro che si è svolto in Commissione, da parte di tutti i gruppi, la proponente, Susanna Cenni, e il Governo.