Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 9 Novembre, 2015
Nome: 
Nicodemo Oliverio

 A.C. 348-B

Signor Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a pronunciarci definitivamente sulla proposta di legge che tutela e valorizza la biodiversità di interesse agricolo ed alimentare. È stato un lungo percorso, iniziato la scorsa legislatura, perfezionato e finalmente completato nell'attuale, nella consapevolezza che la perdita di biodiversità aumenta a ritmi incessanti e che occorre far presto per recuperare il tempo perduto e per salvaguardare l'esistente. 
Nel secondo «Rapporto sullo stato delle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura», presentato dalla FAO, si afferma che «la diversità genetica delle piante che coltiviamo e che ci alimentano, ed i loro “parenti selvatici”, potrebbero andare perduti per sempre, con grave minaccia per la sicurezza alimentare, se non si farà uno sforzo non solo per conservarli ma anche per utilizzarli». La tutela del patrimonio genetico vegetale ed animale interessa una sfida di primaria importanza, legata al rapporto tra crescita della popolazione mondiale e approvvigionamento alimentare. La Commissione europea nella relazione sulle risorse genetiche in agricoltura sostiene che «la produttività, l'adattabilità e la resilienza degli ecosistemi agricoli dipendono, tra l'altro, dalla disponibilità di un ricco pool genetico di razze di allevamento e di varietà vegetali da coltivare». 
I modelli di produzione, con particolare riguardo all'agricoltura, sono oggi al centro di spinte contrapposte essendo chiamati a farsi carico delle contraddizioni dei modelli di sviluppo che caratterizzano le diverse aree geografiche del pianeta, con una parte della popolazione che ancora non vede riconosciuto il diritto al cibo ed una parte che soffre di sovralimentazione e di conseguenti problemi legati all'obesità. 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato, in occasione della celebrazione della giornata di chiusura dell'Expo, che l'Italia deve farsi protagonista nel fornire al mondo un nuovo modello di alimentazione per uno sfruttamento della terra consapevole, sufficiente, di qualità, che sia in grado di recuperare le risorse andate perse per proporre al mondo nuove forme di alimentazione basate, tra l'altro, sul recupero delle risorse genetiche dimenticate e non suscettibili di sfruttamento dal punto di vista commerciale. 
Ecco allora che non poteva mancare nell'anno dell'Expo una conclusione del lavoro parlamentare sulla biodiversità di interesse agricolo ed alimentare. Ma noi non siamo su questo lavoro all'anno zero. L'Italia è già da tempo impegnata sul fronte internazionale per dare attuazione agli impegni contenuti nella Convenzione sulla biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992 e nel Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura di Roma del 3 novembre 2001. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha già approvato il Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e le Linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed ex situ della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario. 
Molte regioni hanno già legiferato sulla materia. Ma è necessario fornire un quadro nazionale di riferimento, sia per incentivare quelle regioni che ancora non si sono fornite di una strumentazione giuridica, sia per acquisire un quadro, una cornice nazionale di riferimento, omogenea e valevole per tutto il territorio nazionale. Investire sul patrimonio biologico e faunistico del territorio, anzi dei diecimila territori che formano il mosaico della ricchezza della nostra nazione, è un obiettivo culturale di grande pregio, sia perché valorizza le risorse della terra e la sua vocazione, sia perché è volto a perseguire profitti economici di una certa portata che possono innescare le leve di un sostenibile sviluppo economico e di una equilibrata crescita del territorio. 
Entrando nel merito del provvedimento, così come bene ha esposto il collega Fiorio che è relatore del provvedimento, con l'articolo 1 si vuole istituire un sistema nazionale di tutela delle risorse genetiche e di interesse agricolo e alimentare locali dal rischio di estinzione e di erosione. Si considera «risorsa genetica» il materiale genetico vegetale, animale e microbico, avente un valore per l'agricoltura e l'alimentazione. Sono risorse «locali» le risorse genetiche originarie di uno specifico territorio che, pur essendo di origine alloctona, ma non invasiva, sono state introdotte da lungo tempo nel territorio, naturalizzate ed integrate tradizionalmente nella agricoltura e negli allevamenti di riferimento. 
Il sistema nazionale è costituito innanzitutto dall'Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agrario ed alimentare, istituita presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, al fine di registrare tutte le risorse genetiche locali di origine vegetale, animale o microbica a rischio di estinzione o di erosione genetica. 
L'iscrizione all'Anagrafe è subordinata ad un'istruttoria per la verifica della sussistenza degli elementi che sono stati già specificati dal collega Fiorio. 
Le risorse genetiche iscritte all'Anagrafe sono conservate sotto la responsabilità ed il controllo pubblico e non sono assoggettabili a diritto di proprietà intellettuale o altro diritto che limiti l'accesso e la produzione agli agricoltori. 
La rete nazionale della biodiversità di interesse agrario ed alimentare è coordinata dal Dicastero agricolo, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. 
La Rete è composta dalle strutture locali, regionali e nazionali per la conservazione ex situ del germoplasma; dagli agricoltori e dagli allevatori custodi. 
Il Portale nazionale della biodiversità, istituito sempre presso il Dicastero agricolo ha il compito di costituire un sistema di banche dati interconnesse delle risorse genetiche locali di interesse agricolo ed alimentare individuate, recuperate e caratterizzate sul territorio nazionale, di consentire la diffusione delle informazioni sulle risorse genetiche locali al fine di ottimizzare gli interventi volti alla loro tutela, gestione e valorizzazione e di favorire il continuo monitoraggio dello stato di conservazione della biodiversità agraria ed alimentare in Italia. 
Il Comitato permanente per la biodiversità, di interesse agricolo ed alimentare, è istituito per garantire il coordinamento delle azioni tra i diversi livelli di governo sulla biodiversità. 
In particolare, sulla disciplina dell'attività sementiera ed in particolar modo sulla commercializzazione di sementi di varietà autoctone da conservazione, il testo estende il diritto alla vendita diretta e indiretta in ambito locale, nonché introduce per gli stessi soggetti il diritto al libero scambio delle sementi all'interno della rete nazionale della biodiversità. 
La tutela deve essere finalizzata a preservare il territorio rurale, anche marginale, contribuendo a limitare i fenomeni di spopolamento, anche attraverso azioni che limitino l'inquinamento, la dispersione e l'estinzione del patrimonio genetico. 
È prevista, così come ampiamente ed egregiamente esposto dal collega relatore, la realizzazione di periodiche campagne promozionali di tutela e di valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare, prevedendo appositi itinerari per la promozione della conoscenza e lo sviluppo dei territori interessati. Così come è prevista l'istituzione della giornata della biodiversità agraria e alimentare nel giorno 20 maggio di ogni anno. 
Signor Presidente, in conclusione, la meritoria azione di tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare, racchiusa in questa proposta di legge, va nella direzione giusta, che è quella del censimento della risorsa, del recupero e della caratterizzazione, della tutela e valorizzazione, della condivisione della risorsa, dell'utilizzo per fini produttivi in un'ottica esclusivamente sostenibile. 
In occasione della presentazione di questa proposta di legge, nella passata legislatura, l'allora capogruppo del PD, Dario Franceschini, ha sostenuto che «investire sulla ricchezza della biodiversità è condizione per competere a livello globale e l'Italia, per competere, deve investire ancora sulle proprie produzioni di qualità e di nicchia». Si tratta, insomma, di una scelta per il futuro, e non di una delle tante battaglie di retroguardia. 
Ma l'aspetto più importante è, senza alcun dubbio, quello che riguarda l'alimentazione. Oggi dalle nostre tavole sono scomparsi tanti prodotti e ne sono arrivati dei nuovi, spesso però senza le qualità di un tempo. 
L'occasione dell'approvazione di questo progetto di legge deve innanzitutto imporre alla nostra attenzione l'auspicio che sarebbe bello se sulle nostre agende, nel paniere italiano, tornassero i nomi di carni, verdure, frutti e legumi di un tempo. 
Ed, infine, mi sia consentito ringraziare la collega Susanna Cenni per aver presentato questo progetto di legge sulla tutela e la valorizzazione della biodiversità, che è stato sottoscritto da moltissimi colleghi del gruppo del PD. 
Così come siamo grati a tutti i gruppi parlamentari della Commissione agricoltura per avere contribuito ad arricchire questo provvedimento, nell'obiettivo di creare le migliori condizioni per salvaguardare la nostra ricchezza agricola, per difendere il nostro territorio e tutelare la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).