Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 18 Aprile, 2024
Nome: 
Silvia Roggiani

A.C. 1752-A

Grazie, Presidente. Tante volte, in quest'Aula, abbiamo sentito parlare di Europa, l'abbiamo invocata, è stata attaccata come nemica, è stata indicata come quella che impone, ma non risolve i problemi. Quante volte è risuonata in quest'Aula la parola “Europa”, spesse volte accompagnata da: un'Europa che non fa abbastanza, un'Europa che non c'è, un'Europa lontana dalle cittadine e dai cittadini. Io penso che in un momento molto buio per il nostro mondo e, quindi, non solo per il nostro Paese, l'Europa abbia invece buttato il cuore oltre l'ostacolo e lo abbia fatto proprio con il PNRR, con il piano per le generazioni future, per le generazioni europee del futuro. Lo ha fatto durante il COVID, quando nessuno vedeva una via d'uscita e l'Europa ha deciso di riprendere quel sogno dei padri fondatori, ha recuperato quella promessa nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale, la promessa di un futuro migliore per le generazioni che sarebbero venute, un futuro di diritti, un futuro di benessere economico, un futuro di solidarietà, un futuro dove sentirsi meno soli.

Ecco, lì, col Next Generation EU, noi siamo tornati a quelle promesse, a un'Europa che pensa al domani, a un'Europa che, non solo, ci pensa e lo immagina, ma lo vuole costruire e lo vuole costruire con gli Stati che oggi la compongono, e di cui l'Italia, ricordiamoci, tra l'altro, è uno dei Paesi fondatori.

Oggi, mi chiedo e chiedo anche a voi: l'Italia è stata ed è all'altezza di questo scatto in avanti che l'Europa ci ha voluto dare, che ha voluto dare non solo all'Italia di oggi, ma anche all'Italia di domani? Io, purtroppo - e mi dispiace davvero dirlo, perché avreste trovato il Partito Democratico assolutamente dalla vostra parte, assolutamente dalla parte dell'Italia -, mi sento di dire che l'Italia oggi, questo Governo non sono stati all'altezza di quelle promesse di futuro che l'Europa con il Next Generation EU ha voluto di nuovo restituire a noi e alle generazioni future.

Lo dico con tristezza, sinceramente, lo dico leggendo il quarto decreto PNRR, che è l'ennesimo decreto omnibus, ennesimo decreto che avete fatto fregandovene - mi dispiace usare questa parola - dei richiami del Presidente della Repubblica. Ma adesso noi abbiamo capito, lo abbiamo capito di nuovo leggendo questo decreto, che, in realtà, fare decreti omnibus è una vostra precisa strategia, perché vi permette di inserire delle bandierine elettorali, vi permette di fare propaganda, vi permette di avere norme anche ad personam per gli amici o gli amici degli amici. Infatti, mentre ci bocciavate gli emendamenti per i comuni, mentre bocciavate emendamenti chiesti dai comuni di tutti i colori politici - quelli per l'assunzione del personale per poter realizzare questo PNRR, piuttosto che gli emendamenti per i segretari comunali, che oggi mancano soprattutto nei comuni piccoli, l'emendamento sulla Tari chiesto a gran voce da ANCI, l'emendamento per sostenere le fusioni dei piccoli comuni -, mentre ci bocciavate tutti gli emendamenti chiesti dai comuni, moltiplicavate i commissariamenti, incluso quel commissariamento su cui tutte le associazioni che si occupano di legalità e di lotta alla mafia - mi riferisco al commissariamento per i beni confiscati - avevano espresso, anche durante le audizioni, la loro contrarietà. E non solo, di nuovo, altre assunzioni di figure dirigenziali e apicali per i Ministeri e, poi, quella norma ad personam davvero illeggibile per Brunetta. Ecco perché direi che l'Italia non è stata assolutamente all'altezza con questo decreto.

Eppure, voi smentite voi stessi, perché lo avete scritto anche nel DEF, in quello che voi definite DEF, perché, in realtà, è un documento totalmente vuoto: avete scritto che il PNRR è l'unica leva di crescita. Ce lo aveva detto Banca d'Italia, ce l'avevano detto tutti, ma adesso lo avete anche scritto, eppure avete deciso, con coerenza - quindi la coerenza che non c'è - di definanziare, di tagliare, di sottrarre fondi. Penso, ad esempio, ai 5 miliardi sottratti al Fondo per lo sviluppo e la coesione, che, purtroppo, pagherà in larga parte il Sud del nostro Paese e, se non cresce il Sud, non cresce l'Italia, lo dico da lombarda . Come lo rifinanzierete? Come riuscirete a rimpinguare questi 5 miliardi? Con quali risparmi? Tra l'altro, la lista dei tagli è lunga. Nell'Italia del futuro, nell'Italia che state lasciando alle future generazioni, non trova spazio, ad esempio, la rigenerazione urbana, non trova spazio il piano per il 5G, non trovano spazio, perché li definanziate, i fondi per il rischio idrogeologico, depotenziate gli incentivi per le transizioni, su cui voi non avete investito e in cui non credete. Ma, soprattutto, nell'Italia del futuro, che è anche l'Italia del presente, quella che l'Istat ci fotografa, un'Italia dove 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi, voi tagliate la sanità.

Noi avevamo un Servizio sanitario pubblico, nato in quest'Aula, nato da Tina Anselmi, che, voglio ricordare oggi, era un fiore all'occhiello, un esempio per tutto il pianeta. Voi lo state definanziando gravemente - lo avete scritto nel DEF, arriverete al 6,2 per cento di spesa sanitaria sul PIL -, con le persone che sono sotto ricatto: o pagano oppure aspettano e non si possono curare, e sono 4,5 milioni di persone, cittadine e cittadini italiani che oggi, in Italia, non si curano. E voi cosa fate? Tagliate 1,2 miliardi per gli ospedali sicuri. L'opposizione più grande a questo taglio non l'abbiamo fatta solo noi, ve l'hanno fatta anche le regioni, le vostre regioni di centrodestra, che tutte insieme, a partire dal presidente della Conferenza Stato-regioni, vi hanno detto che il vostro gioco delle tre carte, quello per cui togliete una tabellina e la mettete nell'altra, non regge, hanno minacciato persino di andare alla Corte. Io penso che davvero su questo, sui tagli alla sanità, voi dovreste tornare indietro, perché è uno dei tagli particolarmente odiosi, che si mette insieme ad altri finanziamenti particolarmente odiosi, come i 65 milioni per costruire i centri di detenzione per i migranti in Albania. Che cosa c'entra con il PNRR, oltre ad essere davvero odioso.

E, poi, l'ennesimo sconto, chiamiamolo così, chiamiamolo “sconto”, sulle sanzioni ai datori di lavoro che non hanno pagato i contributi ai lavoratori, un'abitudine, ormai, ci avete davvero abituato a misure di questo genere. E che dire sulla sicurezza sul lavoro, tanto invocata, tanto proclamata in queste Aule, ma che poi si riduce a una delega in bianco, a una delega vuota che noi non possiamo assolutamente accettare? Certo, noi abbiamo ottenuto una grande vittoria e lo abbiamo fatto con le associazioni sindacali, l'abbiamo ottenuta perché, a partire dalla precarietà e dai subappalti, noi sappiamo che è lì che si annida tantissima insicurezza e su questo siamo riusciti a ottenere un cambio con l'applicazione anche da parte dei privati dei contratti maggiormente rappresentativi, però, non ci basta. Non ci basta perché, purtroppo, la sicurezza non può essere lasciata a una delega in bianco e, soprattutto, non ci hanno convinto le vostre buone intenzioni quando ieri avete voluto bocciare l'aumento delle persone che dovranno, con l'INAIL, continuare a fare le ispezioni per garantire la sicurezza sul lavoro. Allora, se sono annunci e sono solo propaganda, ma poi non stanziate i fondi, noi non ci crediamo più. Non possiamo davvero accettare questo approccio.

Voglio chiudere sulle donne. Ne abbiamo parlato molto in quest'Aula; oggi, l'Italia, come, del resto, anche il resto dell'Europa, vive una stagione d'inverno demografico e, quindi, cosa dovrebbe fare un Paese serio che si vuole occupare davvero di maternità e di famiglia, non solo, delle donne, ma di genitorialità, io così la chiamerei, per dare un piccolo suggerimento al Governo? Non certo colpevolizzare le donne, ma sostenerle e sostenerle davvero, non relegandole a uno stereotipo per cui essere madre è l'unica scelta buona che bisogna fare per il Paese, perché questo ci riporta ad anni particolarmente bui e lontani. Allora, cosa dovreste fare? Congedi parentali obbligatori, come vi avevamo suggerito nella legge di bilancio, ma che non sono stati approvati; un vero piano per la natalità, e avete messo un miliardo solo per le donne - quindi, solo per le mamme, i padri non sono contemplati - che abbiano almeno due figli, di cui uno dei due deve avere meno di 10 anni, e un contratto a tempo indeterminato. Anche in questo provvedimento potevate fare qualcosa, avreste potuto non definanziare i posti nido, avreste potuto non andare in deroga sui bandi che chiedevano di assumere più donne e, invece, siete in deroga con il 62,79 per cento dei bandi, quando il 55 per cento delle donne italiane non lavora.

Vorrei dire alla collega Varchi, che non vedo in Aula, che ho sentito il suo intervento e che qui nessuno è contro la legge n. 194 del 1978, ma noi la vorremmo davvero applicata in tutte le sue parti, vorremmo davvero i consultori pubblici, quelli che qui non ci sono, vorremmo davvero che una donna che sceglie, anche con sofferenza, di ricorrere all'interruzione della gravidanza, trovi una persona non obiettrice, perché oggi trova solo obiettori e in tantissime regioni non può accedere a questo diritto. Io credo che questa colpevolizzazione, fatta sul corpo delle donne e fatta sulle scelte delle donne, ci porti davvero indietro e non faccia onore a questo Piano, un Piano che pensa al futuro, un Piano che doveva consegnarci speranza. Io vi dico questo: stupiteci, tornate indietro, cambiate questo provvedimento al Senato, cambiate questa norma odiosa sulle donne, tornate indietro sul definanziamento alla sanità, tornate indietro sulla delega in bianco; stupiteci, cambiate questa norma al Senato e ci troverete dalla vostra parte.