Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 11 Marzo, 2021
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

A.C. 2921

Grazie, Presidente. Esattamente un anno fa in questi giorni prendevamo coscienza di una parola, lockdown, destinata ad accompagnarci lungo mesi terribili, drammatici, una parola che ha mutato di colpo ogni cosa. Una scelta allora difficilissima, dolorosissima, necessariamente estrema, una scelta quella, come tutte quelle successivamente assunte lungo questo anno, presa mai a cuor leggero ma, al contrario, con il peso di una responsabilità enorme di fronte a una sfida totalmente nuova nei contenuti e nella portata, talmente nuova da non consentire mai di rifarsi a precedenti, a scelte già assunte prima da altri. Oggi in quest'Aula quello sforzo, quella responsabilità verso il Paese, quella necessità di scelte tempestive e rapide, perché fossero rapidamente efficaci, è riconosciuta da una parte assai più ampia di questo Parlamento, a dimostrazione di un'evoluzione positiva della comune consapevolezza del fatto che un evento straordinario e drammatico come una pandemia non poteva e non può essere affrontato con strumenti ordinari. Insomma, non era dittatura sanitaria ieri come non è dittatura sanitaria oggi. È stata ed è, al contrario, responsabilità di scelte difficili a tutela del Paese, è stata la necessità di fare non ciò che conviene ma ciò che è necessario, una responsabilità che trova continuità in questo decreto, che oggi siamo a convertire, che ribadisce una linea di prudenza e di prevenzione, di massima attenuazione possibile delle conseguenze della pandemia, con scelte di rigore la cui necessità è resa ancora più evidente dalla situazione drammatica di evoluzione del contagio in essere in queste ore, con una rapida saturazione dei posti letto COVID e un aumento preoccupante dei posti occupati in terapia intensiva. È di ieri l'alert di AGENAS sul superamento della soglia critica di occupazione del 30 per cento.

Nessuno si diverte a chiudere bar, ristoranti, palestre, attività produttive, a istituire zone rosse. Se lo si fa è per evitare che il nostro Paese sia travolto da una nuova ondata pandemica proprio nel momento in cui vediamo la luce in fondo al tunnel. Eppure, Presidente, conviviamo tutti con la consapevolezza che tutti gli sforzi fatti, tutti gli altrettanto enormi sacrifici dei cittadini, la faticosa rinuncia a libertà normali nella vita di ognuno, non sono stati e non sono ancora sufficienti a portarci definitivamente fuori da questo incubo. Un incubo che lungo questo anno ci ha fatto pagare un prezzo altissimo: nei giorni scorsi si è arrivati a 100 mila morti a causa della pandemia da COVID-19, un numero inaccettabile di morti, una tragedia collettiva rispetto alla quale ripropongo qui la proposta del collega Sensi, che ha chiesto al Governo di proclamare una giornata di lutto nazionale per le vittime del COVID con le bandiere a mezz'asta, magari il 18 marzo, Giornata nazionale per le vittime del COVID. Una scelta che certo agisce sul piano simbolico ma che consentirebbe di evitare il rischio che queste storie di vita, di memoria, di costruzione del Paese, prive anche di cerimonie di commiato degne, diventino solo numeri in aumento o in diminuzione, un rischio di disumanizzazione che non possiamo in alcun modo permetterci. Ma quel dato drammatico ci chiede anche di agire ancor di più per fermare questo incubo e, per farlo, servono i vaccini e la gestione del tempo che ci separa dalla cosiddetta immunità di gregge, conseguente dalla vaccinazione di massa. Come sappiamo, la situazione attuale è caratterizzata da ritardi inaccettabili nella fornitura e consegna dei vaccini da parte dei produttori farmaceutici, che limitano oltremodo la possibilità di accelerare la campagna vaccinale. Verrà il tempo - non è questo - per capire che cosa sia successo in sede di sottoscrizione del contratto di fornitura e come si sia potuto produrre tale ritardo. Ciò che invece è necessario fare oggi è massimizzare la capacità di vaccinazione, superando le differenze fra le diverse regioni che si sono prodotte in questi mesi, allargando il numero di siti in cui si vaccina e dedicando ancora di più personale medico e sanitario per questo, facendoci insomma trovare assolutamente pronti nel momento - che finalmente non dovrebbe essere distante -, in cui vi saranno più vaccini a disposizione e andrà conseguentemente moltiplicata la capacità vaccinale messa in campo.

Essere pronti ed efficaci è un dovere etico nei confronti del Paese. Bene, in questo senso, nel decreto, l'implementazione di un'infrastruttura informatica nazionale per la distribuzione delle dosi e il potenziamento dell'anagrafe vaccinale. Ovviamente, a tutto questo sforzo sul piano interno va affiancato e proseguito lo sforzo ulteriore a livello comunitario, per avere la pienezza della fornitura dei vaccini pattuiti e in tempi certi. Avere, dunque, i vaccini, da un lato, e lavorare perché dubbi, paure e diffidenze antiscientifiche non trovino spazio, o meglio, trovino la risposta trasparente delle evidenze scientifiche e di una capacità di comunicarle senza confuse diatribe. In questo senso, Presidente, mi faccia sottolineare una volta di più l'orgoglio per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nei giorni scorsi, vaccinandosi insieme ad altri cittadini, ha mandato un messaggio di fiducia nella scienza e nelle sue evidenze. Sui vaccini mi preme ribadire qui anche la necessità, che è stata oggetto in questi mesi di risoluzioni, di ordini del giorno e di un impegno comune del Parlamento, non solo oggi - lo dico anche alla collega Bellucci -, che è stato segnalato in modo unanime da tutta l'Aula, di tenere fede all'impegno di dare priorità nella vaccinazione alle persone con disabilità, anche riconsiderando in termini estensivi le disabilità soggette a questa priorità vaccinale, e anche ai loro caregiver, in particolare i caregiver delle persone con disabilità, che per età o patologia non possono vaccinarsi. Ed è di oggi la bella notizia del loro inserimento nella nuova versione delle indicazioni sul Piano vaccini. Non deve essere questo, insomma, un terreno di scontro, ma un impegno condiviso, che pretende risultati concreti e quanto più rapidi possibile.

Nel frattempo, oltre ai vaccini, è necessario gestire la situazione che si sta nuovamente aggravando, con varie aree del Paese in zona rossa, con un'incidenza preoccupante del virus e con una diffusione delle diverse varianti dello stesso, divenute ormai dominanti in varie aree del Paese. All'aumentare del numero dei contagiati cresce il numero degli eventi di replicazione e, con essi, la possibilità che si generino varianti, in grado di affermarsi, in quanto più contagiose, e potenzialmente, sul lungo periodo, di eludere la risposta immunitaria. Questo impone ancor di più e con più urgenza di rallentare la circolazione virale e tenere conto di queste dinamiche evolutive nella programmazione, necessariamente dinamica, della strategia vaccinale. Per farlo è necessario anche affiancare, alle misure di contenimento che questo decreto utilmente ribadisce, una strategia di sorveglianza attiva rafforzata, per evitare un'ancora più rapida diffusione dei ceppi figli delle varianti problematiche, proteggendo l'efficacia del percorso di immunizzazione della popolazione in corso e rafforzando la rapidità di individuazione e contenimento dei focolai di contagio, anche attraverso nuovi e più efficaci sistemi di tracciamento che rafforzino quello esistente. Penso, ad esempio, ad una più incisiva attività di screening e tracciamento nelle scuole.

In questo quadro di riflessioni, si inseriscono le valutazioni sulla possibilità di nuove chiusure generalizzate, per contenere l'espandersi del contagio. Anche su questo abbiamo bisogno che ogni valutazione e ogni scelta che si dovesse porre nel prossimo futuro sia strettamente collegata all'evoluzione della situazione epidemiologica del Paese, alle indicazioni della scienza, alla tutela della salute dei cittadini come priorità assoluta e alla possibilità di ampliare concretamente, nella chiusura, la vaccinazione a quanta più gente possibile, producendo un'accelerazione dell'immunizzazione del Paese, e non alla polemica politica tra fautori del rigore e quelli delle aperture.

Infine, non è tema di questo decreto, ma non posso, Presidente, non citarlo, per l'urgenza che rappresenta.

Abbiamo bisogno rapidamente di rieditare gli strumenti di conciliazione fra vita e lavoro, a seguito della nuova chiusura delle scuole in molte zone. Congedi parentali con valenza retroattiva e bonus baby-sitter sono necessità indifferibili, senza le quali si rende estremamente complessa la gestione della quotidianità per milioni di famiglie e di lavoratori con figli.

Insomma, Presidente, davvero concludo. Stiamo combattendo una battaglia ancora oggi molto complessa e difficile. Gli strumenti che questo decreto ribadisce sono strumenti utili ed è giusto confermarli. Insieme, è fondamentale la capacità di dare risposte dinamiche, evolute, anche nuove, ove necessario, all'evoluzione del contagio e al diffondersi delle varianti. Per le ragioni che ho provato a rappresentare, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito democratico a questo provvedimento.