Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 28 Giugno, 2022
Nome: 
Rosa Maria Di Giorgi

A.C. 3656

Grazie, Presidente Mandelli. Colleghi, questo decreto è un provvedimento di grande rilievo, perché contiene misure davvero significative per l'attuazione del PNRR. Un decreto ampio ma necessario per l'attuazione del piano così ambizioso che noi abbiamo messo in campo, ossia il PNRR. Si trattano molti temi in questo decreto, che stanno in modo trasversale all'interno di tutte le missioni che sono previste. Le voglio ricordare qui: la digitalizzazione, la competitività, la cultura e il turismo, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, le infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute.

Tutto è già stato detto sul PNRR in questi mesi, ora ci troviamo nella fase dell'esecuzione, dell'approvazione delle riforme indicate, nella fase del fare e del fare velocemente e bene. Il gruppo del PD, oggi, ha scelto - e per questo ringrazio la mia capogruppo - di fare una dichiarazione di voto dedicata a una delle missioni del PNRR, la quarta, “Istruzione e ricerca” e c'è un motivo per questo: questa è una missione trasversale, noi la consideriamo così, perché in questo decreto, oltretutto, hanno spazio e sono state introdotte alcune riforme molto importanti per questo settore, quindi, è un passaggio molto significativo per la missione “Istruzione e ricerca” questo decreto. Voglio ricordare che cosa si dice in quella missione; si dice: “colmare le carenze nel sistema dell'istruzione lungo tutte le fasi del ciclo formativo, dall'asilo nido fino all'università, rafforzando i sistemi di ricerca e offrendo nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico”. Vedete, la trasversalità, la conoscenza e i saperi faranno la differenza nei nuovi assetti del mondo globalizzato e sono interessate tutte le altre missioni da questa missione che è l'Istruzione e la ricerca. L'Italia ha fatto un pilastro del proprio piano e questo io credo che sia molto importante, perché la conoscenza e i saperi davvero fanno la differenza. Preparare le nuove generazioni secondo tale prospettiva è un dovere, è un compito ineludibile per un Governo e per la maggioranza che lo sostiene.

Noi ci siamo, con la convinzione e con la determinazione con cui siamo abituati ad affrontare le questioni connesse allo sviluppo e, quindi, all'università, alla ricerca scientifica e alla scuola. Ci siamo impegnati molto, Presidente, in questi anni, per mettere a punto le riforme richieste dal PNRR; alcune erano già partite in Parlamento e hanno trovato attuazione adesso, ad esempio, all'interno di questo decreto, come quella sul reclutamento dei ricercatori all'università, ma ci tornerò sopra. Nonostante la pandemia e i problemi ad essa connessi, noi abbiamo lavorato, lavorato molto per rivoluzionare il mondo della scuola secondo gli indirizzi che il PNRR ci aveva dato. Abbiamo collaborato attivamente con il Governo e con i Ministri di riferimento, che qui devo ringraziare, Ministri attenti e appassionati, come il Ministro Bianchi e la Ministra Messa. Ci siamo confrontati con le parti sociali, perché queste grandi riforme che cambiano gli assetti e che cambiano il volto del sistema della formazione non possono essere fatti senza le parti sociali, gli insegnanti, gli studenti, le famiglie. Abbiamo raccolto preoccupazioni e idee, abbiamo contribuito alla stesura di norme complesse e certamente ricche di molte implicazioni, in un contesto che, come sa, Presidente, è molto sensibile e preparato, non certo abituato ad accogliere nuove soluzioni, riforme e future riorganizzazioni senza un forte dibattito, che qualche volta ha condotto anche a una fiera opposizione al cambiamento. Ma il lungo lavoro di mediazione fatto dalla nostra maggioranza con le parti che si confrontavano con noi ha fatto sì che si trovassero soluzioni di equilibrio che, pur tra luci e ombre, disegnano un quadro di riforme che possiamo definire appropriato per le esigenze cui deve far fronte, un disegno complessivo che noi approviamo con convinzione all'interno di questo decreto.

Le riforme che qui trattiamo sono quelle relative al reclutamento e alla formazione degli insegnanti, l'istituzione della Scuola di Alta formazione - ne abbiamo già parlato, i colleghi l'hanno già introdotta - e ancora la riforma del reclutamento nell'università e la definizione di nuovi assetti per il pre ruolo, sempre all'università, per intenderci, e gli assegni di ricerca che verranno aboliti. Se le sfide per un Paese che vuole correre ed essere all'altezza della modernità sono la conoscenza e i saperi, allora, queste riforme sono essenziali per il raggiungimento di tali obiettivi.

Mi piace qui ricordare, anche, qual è il contesto in cui ci muoviamo, perché ce ne stiamo dimenticando, forse perché non si ha bene la dimensione di quanto si stia facendo in questo settore se non si pensa alle sei riforme - c'è qui il sottosegretario che mi darà ragione su questo - che ci siamo impegnati a portare a termine. Infatti, oltre al reclutamento, alla formazione e alla Scuola di Alta formazione che qui trattiamo, c'è la riforma degli ITS, la voglio ricordare, che approveremo la prima settimana di luglio in modo definitivo, gli istituti tecnici superiori, gli ITS, appunto, in terza lettura; abbiamo la riforma dell'orientamento scolastico, l'altra importante riforma sempre all'interno del PNRR che ci attende e che probabilmente in autunno dovremo mettere a punto e la riforma relativa alla riorganizzazione della scuola, con il nuovo dimensionamento, le indicazioni rispetto ai parametri numerici degli studenti, ecco, tutto ciò che riguarda il nuovo assetto.

Tutto questo sta nel PNRR e, in questo decreto, noi una parte di queste importantissime riforme l'abbiamo inserita, con il grande lavoro che è stato fatto dal Governo insieme al Parlamento. Il decreto, quindi, introduce un percorso certo per acquisire competenze professionalizzanti di base per tutti i docenti. Per quanto riguarda il reclutamento, si introducono requisiti più rigorosi per l'accesso, la limitazione dell'eccessiva mobilità, la valorizzazione dei docenti ai fini della progressione di carriera e la valutazione delle prestazioni, che tante polemiche producono ma che sono necessarie, e lo sviluppo professionale continuo attraverso, appunto, la formazione lungo tutto l'arco della carriera. Ecco, la formazione è molto importante, certamente non possiamo pensare di non supportare gli insegnanti su questo e questo è uno degli aspetti su cui ancora c'è da lavorare, perché la formazione non possiamo farla pagare ai professori e ai docenti. Queste riforme devono condurre a una scuola di qualità. Quella che abbiamo nella testa e che il Partito Democratico, già dall'altra legislatura, comunque continua a perseguire è l'idea della scuola di qualità; questa maggioranza sta lavorando bene con noi e anche con questo Ministro ci troviamo in sintonia. È una scuola che deve essere basata sui principi dell'inclusione e dell'uguaglianza, con particolare attenzione al benessere psicofisico ed educativo degli allievi con disabilità e degli alunni con bisogni educativi speciali. Io questo lo voglio ripetere, in quest'Aula, Presidente, perché qualche volta ci dimentichiamo di quale sia lo scopo della nostra scuola: noi dobbiamo includere nella scuola, non dobbiamo espellere, non dobbiamo mandare via i ragazzi, non vogliamo più l'abbandono scolastico, dobbiamo dedicarci a loro e tutto questo, naturalmente, trova una condivisione convinta nel gruppo del Partito Democratico, quindi, gli strumenti che mettiamo a punto a questo devono rispondere. È una scuola moderna e innovativa, tecnologicamente avanzata, in grado di usare certi strumenti dell'innovazione e, ovviamente, anche di questo c'è bisogno, di una formazione precisa per i docenti, che in parte non sono formati a questo, ma i nostri giovani, sì, i nostri ragazzi, sì, e quindi c'è bisogno di rispondere alle loro nuove esigenze. I ragazzi sono in un mondo che li mette tanto in difficoltà, il mondo cambia velocemente, i ragazzi cambiano e, quindi, c'è la sfida del docente. Ciò che serve è dare ai giovani gli strumenti per interpretare e per capire e, quindi, non risposte, risposte fisse, ma un metodo; noi dobbiamo dare un metodo ai nostri ragazzi, il metodo per affrontare la vita e per affrontare i saperi, anche, e questo, se era necessario farlo per le altre generazioni, Presidente, si capisce quanto sia ancora di più necessario per la Next Generation EU ed è per questo motivo che il Partito Democratico continuerà a insistere perché si allochino - e questo lo faremo in legge di bilancio e lo diciamo già in un nostro ordine del giorno - le necessarie risorse per la retribuzione dei nostri docenti, che ancora hanno uno stipendio inferiore del 13 per cento, e cito un'indagine OCSE, rispetto ai loro colleghi europei. Ecco, noi pensiamo questo per la nostra scuola, così come vogliamo che venga ripristinata totalmente e per sempre la carta dei docenti; questo è un altro aspetto, adesso, dopo la battaglia in Senato, c'è soltanto per i prossimi due anni; ecco, questa sarà una richiesta che anch'essa è all'interno di un nostro ordine del giorno, perché teniamo moltissimo a questo aspetto.

Per quanto riguarda l'università, lo abbiamo detto, c'è la riforma dell'accesso, c'è la possibilità di non essere più precari all'interno dell'università; c'è questo nuovo fatto che noi abbiamo voluto ed è un emendamento del Partito Democratico al Senato che ha avuto successo che è quello appunto dell'abolizione dell'assegnista di ricerca, questa figura atipica e intermittente …

Chiudo, Presidente. Al suo posto si introduce un vero contratto di ricerca con tutte le tutele del lavoro subordinato, a partire da quelle più simboliche ed essenziali, come la malattia e la maternità. Ecco, si chiude un'era, devo dire, e si va incontro alla Carta europea dei ricercatori. Ecco, in questo decreto c'è tutto questo, Presidente; tutto questo e anche molto altro, quindi, credo che siamo pronti per affrontarla questa sfida e credo che, se questo settore, questo ambito della conoscenza e dei saperi, dell'istruzione e della ricerca verrà tenuto in alta considerazione dal Governo, questa sfida saremo pronti a vincerla. Per questo, dichiaro ovviamente il voto favorevole sulla posizione della fiducia per quanto riguarda il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).