13/03/2024 - 16:52

“Oggi abbiamo depositato un'interpellanza urgente firmata dai parlamentari del Pd, Avs, M5s sugli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Dopo il viaggio a Rafah abbiamo visto con i nostri occhi quanto sia grave che migliaia di camion siano ancora bloccati al valico, molti dei quali finanziati dall’Ue. Chiediamo al Governo italiano di muoversi per aprire il valico agli aiuti e rivedere la scelta di sospendere i fondi all’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite Unrwa che si occupa dell’assistenza umanitaria dei rifugiati palestinesi. L’Italia non può restare ferma e il nostro governo afono di fronte a questa tragedia”. Così Arturo Scotto che ha partecipato alla missione parlamentare insieme ai deputati democratici Alessandro Zan, Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando.

13/03/2024 - 14:13

È stato approvato il nostro ordine del giorno che impegna il governo ad intervenire per assicurare che Acciaierie d'Italia riprenda gli ordini nei confronti di Sanac, ponendo fine alla situazione di cassa integrazione in cui versano centinaia di lavoratori.
Sanac s.p.a. è una società attiva nel settore della estrazione, produzione e commercializzazione di materie prime e materiali refrattari ed è indirettamente controllata da Ilva s.p.a., società in amministrazione straordinaria; l'azienda, operante con quattro stabilimenti in Sardegna, Toscana, Piemonte e Liguria, riforniva di materiali refrattari gli impianti dell'ex Ilva ed è partecipata dallo Stato tramite Invitalia. Acciaierie d'Italia, però, da tempo si rifornisce all'estero e i lavoratori della Sanac, pur in grado di produrre quanto necessario, sono costretti alla cassa integrazione (nel solo stabilimento di Vado si tratta di 80 lavoratori). Chiediamo al governo, insieme alle diverse sigle sindacali dei lavoratori, che si attivi per vincolare Acciaierie d'Italia alla ripresa degli ordini nei confronti di Sanac.

Così i deputati del Pd Marco Simiani, Emiliano Fossi, Andrea Orlando, Federico Fornaro e Silvio Lai.

22/02/2024 - 14:27

Serracchiani e Orlando: Governo rifletta su conseguenze, rischio cancellazione sentenze definitive

“Il no all’abolizione del reato di abuso d’ufficio da parte del CSM, recentemente rinnovato, è un no pesante. Il CSM riporta con dovizia di particolari tutti i fatti oggetto di sentenze definitive che con l’abolizione del reato, verranno cancellate. Tutte vicende di soprusi e prevaricazioni di pubblici ufficiali nei confronti dei cittadini che ora non avranno più alcuna difesa. Il CSM ribadisce, inoltre, quanto avevamo già sottolineato nei nostri interventi, e cioè il rischio ora di essere indagati per reati più gravi e il fatto che con l’abolizione alcune condotte più gravi non saranno accertate stante il venir meno di quel reato che aveva in molte circostanze costituito un reato spia. Auspichiamo che ora si rifletta attentamente sulle conseguenze di questa abolizione e che si ragioni al contrario sulle proposte che davvero servi per superare quella “paura della firma” che con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio non ha nulla a che fare” così i democratici Debora Serracchiani e Andrea Orlando.

 

08/02/2024 - 10:31

no a nuove tentazioni Lega su “emendamento Bandecchi”

“Il dietrofront sulle università online è una notizia positiva, ci auguriamo che questo argomento sia definitivamente accantonato e che nella maggioranza non vi siano nuove tentazioni a presentare una norma che, come denunciato dalla Conferenza dei rettori, dall’Anvur e dell’Anac, favorisce le università telematiche in termini economici, impoverisce la qualità dei percorsi accademici e crea problemi in termini di legalità” così le deputate e i deputati democratici, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Andrea Orlando e Matteo Mauri che hanno da subito denunciato in commissione l’attenzione “sospetta” della Lega sulla norma giornalisticamente ribattezzata “emendamento Bandecchi”.

19/01/2024 - 17:44

“È giunto il momento di serrare i ranghi e mettere in campo ogni strategia possibile per salvaguardare personale e competenze di un’azienda innovativa, fiore all’occhiello dell’economia ligure e di tutto il Paese. Per questo chiediamo che ci sia un tavolo congiunto tra il governo e tutti i soggetti coinvolti in vista delle prossime scadenze, per farsi trovare preparati e garantire un futuro solido a Piaggio Aerospace. Condividiamo le preoccupazioni dei sindacati che temono l’esito delle terza gara che scade a fine gennaio, nel caso in cui non si facesse avanti un soggetto in grado di sostenere Piaggio. Bisogna per questo farsi trovare preparati e pensare, tutti insieme, scenari alternativi possibili per garantire un assetto societario e un piano industriale in grado di rafforzare l’azienda e garantire il futuro di centinaia di lavoratori”.

Così i deputati liguri del Partito Democratico, Andrea Orlando, Valentina Ghio e Luca Pastorino, e i senatori Lorenzo Basso e Annamaria Furlan, dopo l’incontro in Regione su Piaggio Aerospace.

13/12/2023 - 15:57
“La domanda della mia interrogazione al governo è molto semplice: perché volete dare dei soldi pubblici ad un fondo privato come quello statunitense Kkr che procederà ad una ristrutturazione di un grande asset nazionale, la rete Tim, producendo degli esuberi, non conoscendo esattamente quanti saranno tali esuberi che grazie al vostro investimento si realizzeranno”. Lo ha dichiarato il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, intervenendo in Aula durante il question time al Ministro delle imprese e del made in Italy.
Nella replica Orlando si è detto insoddisfatto della risposta del governo “perché non ci potete venire a raccontare che con il 20% della presenza pubblica nella rete  potrete garantire che non ci saranno esuberi, in quanto con quella quota lo Stato non esercita nessuna possibilità particolare che non sia già consentita dagli strumenti della Golden Power. State soltanto dando liquidità ad un fondo privato che sta procedendo a una ristrutturazione, scorporando la rete che non sarà più pubblica né tricolore come la chiamavate voi, ma sarà proprietà del fondo stesso che la controllerà. Il problema fondamentale è che scorporando la rete dal soggetto che a quel punto gestirà i servizi, resterà un numero di lavoratori molto superiore a quello dei concorrenti che fanno lo stesso lavoro. Quindi ribadisco che voi state dando risorse a dei privati per fare degli esuberi, è il primo caso credo nella storia nazionale di privatizzazione con i soldi dei contribuenti. Una esperienza che, mi pare, volete ripetere anche sul fronte dell'Ilva”.

 

07/12/2023 - 12:34

“Non è nient’altro che carta straccia il memorandum firmato da Fitto con Arcelor Mittal. L’ennesimo inganno, questa volta messo nero su bianco, di un’azienda che tutto vuole salvo la sopravvivenza degli stabilimenti siderurgici del gruppo. Ma qui purtroppo non si tratta solo di un Ministro della Repubblica tanto miope e ingenuo da diventare il gioco preferito di una multinazionale. Qui parliamo di uno dei più grandi poli europei della siderurgia che sta per piombare nella paralisi; parliamo di migliaia di dipendenti mandati allo sbando; di centinaia di milioni di euro di debiti non saldati con le imprese dell’indotto. Insomma, per quanto Fitto ami prendersi la scena, oggi il tema non è affatto la sua ottusità, ma il futuro di un intero sistema industriale. Se il Governo è ormai ostaggio della multinazionale indiana, la Presidente del Consiglio è a sua volta ostaggio del Ministro Fitto che, da strenuo oppositore del passaggio in maggioranza del socio pubblico, sta spingendo  l’intera situazione verso un punto di non-ritorno. Il 10 di gennaio decadrà la sospensiva del Tar e l’ex Ilva potrebbe vedersi togliere la fornitura di gas, sancendo un inevitabile blocco di tutte le sue attività. Mentre il rischio che tutto ciò accada è sempre più alto, il Governo Meloni è ancora in balia del socio privato, le cui intenzioni sono ormai chiarissime: chiudere gli stabilimenti italiani per garantire agli altri impianti del gruppo nel resto d’Europa un enorme vantaggio competitivo. Se Raffaele Fitto è l’unico a non aver compreso questo messaggio, pretendiamo un sussulto di dignità almeno dalla Presidente del Consiglio e dal Ministro Urso. Lo Stato deve riprendersi l’ex Ilva; deve utilizzare i 680 milioni di euro già versati per assumerne il controllo; deve assicurare alle imprese dell’indotto a partire da quelle commissariate del gruppo ex Ilva come Sanac che costituiscono una parte rilevante dell’economia dei territori interessati, il saldo di tutti i debiti dell’acciaieria; deve garantire alle migliaia di dipendenti un futuro occupazionale; deve mantenere la promessa fatta a Taranto di avviare la decarbonizzazione degli impianti produttivi. E deve farlo subito, immediatamente, isolando le fantasie distruttive di Fitto e riprendendo in mano una situazione sull’orlo del collasso”.

Lo dichiarano i deputati democratici, Andrea Orlando, Marco Sarracino, Cecilia Guerra, Ubaldo Pagano, Vinicio Peluffo, Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra.

24/11/2023 - 09:26

“Fare chiarezza sulle esatte motivazioni che hanno portato l’Ufficio centrale interforze per la sicurezza del personale (Ucis) a revocare la tutela del giudice Emanuela Attura”. Lo chiedono in una interrogazione ai ministri Piantedosi e Nordio i deputati democratici Debora Serracchiani (responsabile Sicurezza Pd), Andrea Orlando e Silvio Lai.
“La tutela - ricordano gli esponenti Pd - era stata concessa per le gravissime minacce subite dalla magistrata da parte di un’associazione criminale come quella dei Casamonica. ‘Questa giudice la porto con me nella tomba’, disse Raffaele Casamonica in colloquio intercettato in carcere”. I deputati chiedono quindi ai ministri l’opportunità dell’annullamento della revoca.
Il nome di Emanuela Atturi - si legge inoltre nell’atto parlamentare - è diventato ulteriormente noto in seguito alla firma da parte sua dell’ imputazione coatta nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per la fuga di notizie nell’inchiesta per la detenzione dell’anarchico Alfredo Cospito.

21/09/2023 - 12:40

"Da Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ho stanziato 20 milioni per il 2021 e 2022 in favore degli eredi di coloro che sono deceduti a seguito di patologie correlate all'esposizione all'amianto nell'esecuzione di operazioni portuali. A quel fondo possono presentare domanda anche le Autorità di sistema portuale soccombenti in sentenze esecutive o comunque parti debitrici in verbali di conciliazione giudiziale per poter risarcire le famiglie delle vittime.
In risposta al question time del collega del PD Luca Pastorino la Ministra Calderone ha dato la buona notizia dello stanziamento di 20 milioni di euro per il 2023,
prendendo però solo un impegno troppo generico sulle Autorità portuali, escluse dal decreto 34/2023 che destina le risorse solo ed esclusivamente a società partecipate pubbliche, cosa che le Autorità portuali non sono. Come PD continuiamo a chiedere che anche i lavoratori portuali vittime di asbestosi possano ricevere il giusto risarcimento dalle Autorità di Sistema Portuali, la norma deve essere modificata subito, presenterò emendamenti in questo senso sin dal primo provvedimento utile; la soluzione prospettata dalla Ministra Calderone di allargare il campo di applicazione per via interpretativa è molto complicato e apre scenari preoccupanti su altri fronti: le autorità di sistema portuale non sono e non possono essere considerate società pubbliche.
La Ministra Calderone provveda anche rapidamente a sbloccare il pagamento dei fondi per gli anni 2021 e 2022, che stanno tardando in maniera incomprensibile e ingiusta nei confronti delle famiglie dei lavoratori portuali vittime di amianto, rendendo il fondo pluriennale perché si tratta purtroppo di patologie che si manifestano anche dopo molti anni". Lo scrive in una nota il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

13/09/2023 - 18:32

"La commissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato la ratifica dell’accordo da me sottoscritto col governo del Principato di Monaco per la modifica alla Convenzione generale di sicurezza sociale tra Repubblica italiana e Principato, firmata il 10 maggio 2021 nel corso del mio mandato al Ministero del Lavoro. Ratifica che sarà approvata a breve dall'aula della Camera. Si tratta di una notizia importante per tutti i frontalieri liguri che avranno a disposizione una fondamentale disciplina normativa, su cui avevamo lavorato a lungo, per poter accedere al telelavoro, senza perdere occasioni rispetto ad altri lavoratori". Lo fa sapere il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

12/09/2023 - 12:36

A giugno maggioranza ha votato contro nostri emendamenti

“Guardare il telefono per sette secondi viaggiando in auto a 50 km/h equivale a guidare al buio per cento metri senza vedere nulla di ciò che accade davanti a noi. Ecco perché è sempre più necessaria una forte presa di coscienza sul rischio che si corre per se stessi e gli altri a causa dell’uso scriteriato del telefonino durante la guida a velocità sempre più elevate. Quanto avvenuto domenica ad Alatri, nel Frusinate, è solo l’ultimo esempio di una condotta gravissima, che deve essere contrastata con interventi normativi adeguati ai tempi che stiamo vivendo. Per questa ragione  in commissione giustizia avevamo già chiesto da tempo, attraverso una serie di emendamenti, di considerare la guida mentre si utilizza uno smartphone per girare un video o mandare un messaggio alla stregua della guida in stato di ebbrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti già previste dall’ordinamento per l’omicidio stradale. Un segnale chiaro e netto che alla luce dei sempre più frequenti tragici eventi doveva essere dato immediatamente ma che inspiegabilmente il Governo ritarda, nonostante i continui proclami. Infatti i nostri emendamenti in tal senso sono stati già bocciati dalla maggioranza nella seduta della commissione Giustizia dello scorso 28 giugno. Per questa ragione oggi presentiamo nuovamente il testo anche come Proposta di legge per chiedere a tutte le Istituzioni di aprire finalmente gli occhi sulla gravità di un fenomeno che non può continuare a essere sottovalutato o ignorato”.

Lo dichiarano in una nota Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, e Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, primi firmatari della proposta sottoscritta anche da Anna Ascani, Piero De Luca, Michela Di Biase, Valentina Ghio, Gianni Girelli, Marco Lacarra, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Virginio Merola, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Debora Serracchiani, Marco Simiani e Alessandro Zan.

26/07/2023 - 17:26

“Ancora una volta, anche in questo nostro secondo question time, il governo non è stato in grado di dare le risposte che la città di Taranto, i lavoratori del sito produttivo dell’Ex Ilva e più in generale la filiera dell’acciaio, attendevano. Tolta la riproposizione dello sbandierato tavolo di coordinamento per un nuovo accordo di programma, continuiamo a non ricevere dal governo nessuna notizia su quali siano le intenzioni della multinazionale Arcelor Mittal, che ha ricevuto risorse e garanzie ma non presenta alcun piano industriale. Nulla di concreto sugli investimenti per la decarbonizzazione dell’impianto, per il riequilibrio nella governance e per l’accelerazione nella ricerca di un partner industriale. Nulla sui passi concreti per la riconversione del sito produttivo per renderlo la più grande acciaieria verde d’Europa, o sulle iniziative per il rilancio del territorio, tra cui il Porto, il parco eolico offshore e gli altri insediamenti industriali. Nulla sulla rinascita economica, sociale e ambientale di Taranto, e sui livelli occupazionali, attraverso scelte da compiere con il pieno coinvolgimento del territorio, delle parti sociali, dei lavoratori e delle famiglie. Nulla di tutto questo, mentre una cosa è certa: in Aula ci batteremo con determinazione per dare un futuro a Taranto e al progetto finalizzato alla produzione dell’acciao verde”.

Lo dichiarano i deputati democratici della commissione Attività produttive, Andrea Orlando e Vinicio Peluffo, in occasione del question time con la sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto.

29/06/2023 - 11:56

La risposta fornita dal ministero delle Imprese sugli obiettivi di rilancio dell’Ilva di Taranto a una mia interrogazione ha senz’altro offerto elementi interessanti ma lascia un quadro di preoccupante incertezza.

Il ministero annuncia infatti un nuovo Accordo di programma con l’obiettivo di rendere l’Ilva di Taranto la più grande acciaieria verde d’Europa, con investimenti per il processo di decarbonizzazione, per la tutela della salute e dell’ambiente, prevedendo anche l’attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l’anno’. Non chiarisce però se questo nuovo piano sia previsto come integrazione del precedente o lo sostituisca integralmente.

Il Ministero sottolinea inoltre che lo Stato ‘ha riacquistato la libertà che non aveva e può anticipare la salita in maggioranza rispetto alla prevista data del maggio 2024, oltre al fatto che può intervenire un altro partener industriale, cosa prima non possibile’, senza però dare alcuna indicazione sulle modalità di questa possibile accelerazione.

Insomma, per affrontare una questione complessa come quella dell’Ilva di Taranto servirebbe maggiore chiarezza sui progetti e sui tempi per concretizzarli.

Lo dichiara il deputato democratico Andrea Orlando

31/05/2023 - 16:22

"Nella giornata del 23 maggio 2023, a Palermo, per le celebrazioni dell'anniversario della strage di Capaci, dove lungo l'autostrada 31 anni fa Cosa nostra piazzò il tritolo che uccise i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, una manifestazione promossa da un cartello di associazioni e comitati studenteschi e dalla Cgil di Palermo, alla quale hanno aderito anche Agende Rosse, Anpi, comitati e associazioni antimafia, aveva in programma di partire dalla facoltà di Giurisprudenza per arrivare all'albero di Falcone per il minuto di silenzio alle 17.58, ora in cui esplose l'ordigno. Nelle intenzioni dei promotori si trattava di una manifestazione alternativa alle commemorazioni ufficiali, aperte la mattina dal Ministro dell'Interno. I manifestanti sono stati però bloccati in via Notarbartolo dalle forze dell'ordine, prima dell'incrocio con via Piersanti Mattarella, da mezzi blindati di polizia e carabinieri e da cordoni di agenti in tenuta antisommossa, in base, si apprende, ad un'ordinanza della questura di Palermo emessa, pare, poche ore prima, «per motivi di ordine pubblico». In seguito al blocco, dunque, di solo uno dei due cortei, la tensione è salita ed è sfociata in manganellate e percosse contro i manifestanti, come risulta anche dai video diffusi dai media, che testimoniano, tra l'altro, di studenti a terra, spintonati e tenuti giù a forza; soltanto poco prima del canonico minuto di silenzio preceduto da uno squillo di tromba, la polizia avrebbe sciolto il cordone e lasciato passare i manifestanti, anche se i blocchi sono proseguiti ancora lungo il percorso e la tensione è rimasta alta: per la prima volta le manifestazioni pacifiche che attraversano la città di Palermo il giorno della strage di Capaci, patrimonio collettivo e fortemente simbolico per la lotta alle Mafie, sono diventate terreno di scontro e di repressione della libertà di manifestare tutelata dalla nostra Costituzione. La manifestazione di Palermo rappresenta tradizionalmente il momento più significativo della commemorazione della strage di Capaci e della giornata della legalità, ma purtroppo i disordini causati dai blocchi e dai disordini e dal mancato ingresso in via Notarbartolo hanno pregiudicato il buon esito della manifestazione".

 

Lo scrive deputato Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una interrogazione presentata alla Camera insieme al collega Anthony Barbagallo e rivolta al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per sapere "se non ritenga di dover fornire immediate spiegazioni in merito ai gravissimi fatti esposti, quali motivazioni possano averlo condotto ad assumere la decisione di chiudere l'accesso nelle zone adiacenti all'albero Falcone a migliaia di cittadini che manifestavano pacificamente contro le Mafie, e, soprattutto, se non ritenga di dover giustificare l'uso sproporzionato della forza nei confronti di studenti e manifestanti".

12/05/2023 - 10:20

I deputati liguri del Partito Democratico Andrea Orlando e Valentina Ghio, con la Presidente del Gruppo Chiara Braga e i componenti delle commissioni Trasporti e Ambiente, hanno presentato un’interpellanza urgente alla Camera in cui chiedono al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini se le contestazioni sollevate dal Tar per l’assegnazione dell’appalto a Webuild possano rappresentare un rischio per la realizzazione della Diga di Genova e se è concreto il rischio di richieste risarcitorie milionarie e la possibile accusa di danno erariale; e come sia stato possibile procedere con la posa della prima pietra senza l’approvazione dei progetti esecutivi e la conclusione delle verifiche del modello geologico-geotecnico propedeutiche all’avvio del cantiere.

“Il Ministro deve chiarire se le ultime contestazioni arrivate dal Tar sull’assegnazione dell’appalto per la Diga di Genova, possano rappresentare un pericolo relativo all’effettiva capacità di realizzazione dell’opera e se c’è un rischio concreto di richieste risarcitorie milionarie a carico dell’AdSP”, lo domandano attraverso un’interpellanza urgente al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini i deputati liguri del Partito Democratico Andrea Orlando e Valentina Ghio, dopo la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del consorzio Eteria.

“Anche se la disciplina prevista per le opere finanziate con il Pnrr consente di poter proseguire con i lavori - osservano Orlando e Ghio - l’illegittimità dell’atto ha valore ai fini risarcitori che si profilano milionari. Inoltre se venisse evidenziata L’illegittimità della gara scatterebbe anche la possibile accusa di danno erariale a carico dell’AdSP”.

“La Diga – sottolineano i deputati PD – è una delle opere più importanti del Pnrr ed è un’infrastruttura strategica e fondamentale per Genova e il suo porto, perché permetterà di ospitare in sicurezza navi di ultima generazione, ma stiamo assistendo a continui errori procedurali che ne ritardano e mettono in discussione il percorso".

“Abbiamo assistito alla posa della prima pietra della Diga senza che le procedure propedeutiche per l’avvio del cantiere fossero concluse e pochi giorni prima del clamoroso pronunciamento del Tar. Adesso il Ministro, ma anche Autorità Portuale, Regione e Comune devono fornire nelle sedi opportune i chiarimenti necessari sui rischi e le contromisure intraprese per assicurare la realizzazione dell'opera", concludono Orlando e Ghio.

Pagine