15/07/2025 - 17:29

“È urgente che il ministro dell’Economia riferisca in Parlamento sulle scelte che stanno segnando, in modo grave e senza precedenti, il sistema bancario italiano”. Lo dichiara il deputato del Gruppo Pd-Idp e presidente di Centro Democratico, Bruno Tabacci, intervenendo in Aula associandosi alla richiesta avanzata dal collega Benedetto Della Vedova.

“L’utilizzo del golden power nella vicenda UniCredit-BPM – sottolinea l’esponente Pd-Idp - appare talmente disinvolto e strumentale da porre il governo in una condizione di pieno conflitto di interessi. Lo stesso accade per il Monte dei Paschi di Siena, dove l’esecutivo è azionista di riferimento, controllore del CdA e al contempo regista di operazioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse generale. Nn siamo più davanti al tentativo di influenzare una singola banca, ma a un disegno per condizionare l’intero sistema finanziario italiano. Un’operazione sistemica, dove il governo anziché fare da arbitro si comporta da regista, a favore di pochi industriali privi perfino dei requisiti per operare nel settore, che usano MPS come cavallo di Troia”.

MMai un Governo – ha concluso Tabacci – era intervenuto in modo così plateale nel mercato bancario. In questo contesto, anche l’informazione fatica a tenere il passo, come dimostra l’analisi lucida e preoccupata di Ferruccio de Bortoli. E mentre Salvini invita l’Europa a non interferire, il governo prepara il terreno a colpi di dazi, solidarizzando con Trump. Ma dov’è l’interesse nazionale in tutto questo? Di certo, se a interpretarlo sono Salvini o Meloni, finisce in fondo agli stivali”.

 

08/07/2025 - 13:00

“Non mi sorprende affatto che l’Unione Europea stia contestando al Governo italiano l’utilizzo disinvolto e opaco della golden power, come riportato oggi da alcuni organi di stampa in merito al dossier Unicredit-Banco BPM. L'eventuale apertura di una procedura d'infrazione conferma quanto da tempo denuncio nelle sedi parlamentari”. È quanto dichiara Bruno Tabacci, deputato del Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, commentando la notizia di una possibile iniziativa della Commissione europea contro l’Italia. “La vicenda della cessione del 15% di Monte dei Paschi di Siena, effettuata dal MEF nel novembre 2024 tramite procedura accelerata (ABB), aveva già sollevato numerosi dubbi che ho formalmente rappresentato al Ministro dell’Economia nel corso di una mia interrogazione parlamentare,” ricorda Tabacci. “Avevo messo in guardia dal rischio concreto di una possibile violazione delle regole comunitarie, evocando proprio l’eventualità di una procedura a carico del nostro Paese. Questa cessione – spiega ancora Tabacci - si discosta in maniera evidente dalle precedenti, portando a una concentrazione della quota venduta in mano a soli quattro soggetti – tra cui Caltagirone, Delfin e Banco BPM – con elementi che suggeriscono un’azione concertata. Tali azioni andrebbero dichiarate, pena un rischio di manipolazione del mercato” . L’esponente Pd-Idp ha quindi sollevato interrogativi sul “possibile conflitto di interessi nella scelta di Banca Akros – controllata da Banco BPM – come intermediario unico italiano, incaricato dal MEF per il collocamento: l’incarico è avvenuto nel rispetto della direttiva del 2020, ma l’intreccio tra ruoli pubblici e soggetti acquirenti, unito all’esclusione di altri operatori interessati come Unicredit, impone una riflessione seria sulla trasparenza e sull'equità della procedura”. “Siamo di fronte a dinamiche che non possono essere archiviate come normali operazioni di mercato. La commistione tra ruoli pubblici e interessi privati, la rapidità dell’operazione e l’assenza di un confronto aperto ricordano stagioni opache della finanza italiana – quelle dei cosiddetti ‘furbetti del quartierino’ conclude Tabacci.

03/07/2025 - 10:39

“La Commissione Europea sta esaminando con attenzione la controversa vendita del pacchetto azionario del Monte dei Paschi di Siena effettuata dal governo italiano. Secondo quanto riportato dal Financial Times, diversi grandi investitori istituzionali sarebbero stati esclusi dalla procedura, in netto contrasto con quanto avvenuto nelle precedenti due operazioni condotte dal Tesoro. La cessione del 15 per cento del capitale, effettuata lo scorso 13 novembre, è stata chiusa in pochi istanti, con la partecipazione di soli quattro soggetti. Le precedenti aste, legate allo stesso percorso di dismissione per scendere sotto il 20 per cento, come richiesto dall’Unione Europea, avevano visto il coinvolgimento di decine di investitori istituzionali. La rapidità dell’operazione e la limitata partecipazione sollevano interrogativi seri: perché questa volta le modalità sono state così diverse? Per questo abbiamo chiesto che il ministro Giorgetti venga a riferire in Parlamento”. Lo dichiara Bruno Tabacci, deputato del Gruppo Pd-Idp e presidente di Centro Democratico.

“Chi erano questi quattro soggetti? Due nomi noti: Caltagirone e Delfin. Se questi attori agiscono in concerto – prosegue il presidente di Centro Democratico - devono dichiararlo formalmente, anche per rispetto del principio di trasparenza verso il mercato. Non farlo significa fornire informazioni distorte, alterando la reale composizione dell’azionariato e violando le regole di una società quotata. La Consob deve pronunciarsi e fare piena chiarezza. Secondo quanto emerso, questa operazione, oggi al vaglio della Procura di Milano, potrebbe configurarsi come una forma di patto occulto, o peggio ancora come un tentativo di aggirare la legge. Se si supera una certa soglia di partecipazione, bisogna dichiarare se si detiene o meno il controllo: regole basilari per la tutela del mercato e degli investitori”.

“Siamo di fronte – conclude Tabacci - a un caso gravissimo, che ha già attirato l’attenzione della BCE. È la prima volta che assistiamo a una gestione tanto opaca di una dismissione di titoli bancari da parte del Tesoro. Il governo Meloni sembra considerarsi al di sopra della legge. E questo, in un Paese democratico, è motivo di grande preoccupazione”.

 

25/06/2025 - 14:48

Necessaria chiarezza sul ruolo del governo.

Nel corso della seduta odierna della commissione Finanze della Camera, il deputato del Gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Bruno Tabacci, è intervenuto in replica alla risposta fornita dal sottosegretario Freni in merito all'interrogazione a risposta immediata presentata dai deputati dem Serracchiani, Merola, Pagano, Stefanazzi e lo stesso Tabacci, primo firmatario, sulla cessione del 15 per cento di Monte dei Paschi di Siena da parte del MEF, avvenuta nel novembre 2024 tramite procedura accelerata (ABB). Tabacci ha espresso apprezzamento per la disponibilità del rappresentante del governo, ma ha evidenziato gravi perplessità sulle modalità e sugli effetti dell’operazione: “Questa cessione si discosta in maniera evidente dalle precedenti, portando a una concentrazione della quota venduta in mano a soli quattro soggetti – tra cui Caltagirone, Delfin e Banco BPM – con elementi che suggeriscono un’azione concertata. Tali azioni andrebbero dichiarate, pena un rischio di manipolazione del mercato”.

L’esponente Pd-Idp ha quindi sollevato interrogativi sul possibile conflitto di interessi nella scelta di Banca Akros – controllata da Banco BPM – come intermediario unico italiano, incaricato dal MEF per il collocamento: “L’incarico è avvenuto nel rispetto della direttiva del 2020, ma l’intreccio tra ruoli pubblici e soggetti acquirenti, unito all’esclusione di altri operatori interessati come Unicredit, impone una riflessione seria sulla trasparenza e sull'equità della procedura”, e ha poi ricordato come la Commissione Europea e la Procura della Repubblica di Milano stiano già esaminando l'operazione, sottolineando la delicatezza istituzionale e politica della vicenda: “Siamo di fronte a una questione che non può essere ridotta a un’ordinaria operazione di mercato. La concentrazione delle quote e i tempi dell’operazione evocano scenari che ci riportano a stagioni buie della finanza italiana, come quella dei ‘furbetti del quartierino’”.

Tabacci ha infine richiamato il governo al rispetto delle regole del mercato e dell’autonomia delle autorità di vigilanza: “Se il mercato diventa succube dell’esecutivo, la democrazia rischia un danno irreparabile. Serve vigilanza, serve indipendenza, serve trasparenza”.

 

03/06/2025 - 15:30

“Intervengo per richiedere un'informativa urgente della presidente Meloni e del ministro dell'Economia Giorgetti a proposito del cosiddetto ‘risiko bancario’ sul quale Report ha riacceso riflettori. Assistiamo, senza il coinvolgimento del Parlamento, a un intreccio di relazioni e interessi politici poco trasparenti, che si accompagnano a una visione del governo strumentale: più che arbitro appare giocatore avventuroso, di corto respiro, e il ricorso solo in alcuni casi alla Golden Power solleva molti dubbi. Vediamo il governo protagonista nel mettere le mani su Assicurazioni Generali assecondando l'iniziativa di due grandi investitori privati, il gruppo Caltagirone ed il gruppo Delfin, entrambi azionisti sia di Mps che di Mediobanca e Generali. L'inchiesta ha evidenziato, tra l'altro, che il dottor Gaetano Caputi, capo di gabinetto della Meloni, ha detenuto o detiene quote in società che operano nel settore bancario, senza aver dichiarato queste partecipazioni come richiede la legge. Quando si hanno responsabilità istituzionali è doveroso star lontano da potenziali conflitti di interessi”.

 

Così il deputato della commissione Finanze del Gruppo del Pd, Bruno Tabacci, intervenendo in Aula.

 

10/05/2023 - 11:50

"La gestione dei lavori delle commissioni riunite Finanze e Affari sociali sul decreto bollette è stata delirante e dimostra la totale inadeguatezza di maggioranza e governo. Lo dichiarano in una nota, Ilenia Malavasi, GianAntonio Girelli, Toni Ricciardi, Virginio Merola e Bruno Tabacci.
"Una commissione imbarazzante -aggiungono- in cui abbiamo atteso invano fino a notte inoltrata- riformulazioni, pareri e relazioni tecniche: non siamo stati messi nelle condizioni di poter lavorare ed esercitare le nostre prerogative".
Ma cosa ancora più grave segnaliamo che gli accordi presi, frutto di un confronto tra i gruppi per arrivare all'approvazione di emendamenti di buon senso proposti dalla minoranza, sono stati disattesi. Un atteggiamento inaccettabile -proseguono i deputati del Pd- frutto di impreparazione, superficialità e improvvisazione. La maggioranza con le solite forzature e mancato rispetto degli accordi ha svuotato per l'ennesima volta parlamento e commissione di qualsiasi autonomia rispetto a un governo che ha predeterminato qualsiasi azione".
"È molto grave non essere stati messi, ancora una volta, nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro di parlamentari per provare  a migliorare un decreto importante per il Paese". Così concludono.