“Sull’agricoltura sociale l’Italia è un vero esempio di civiltà giuridica in Europa”. E’ quanto dichiarato dal capogruppo Pd in commissione Agricoltura Nicodemo Oliverio commentando l’entrata in vigore della legge sull’agricoltura sociale.
"La legge, che da oggi produce gli effetti, amplia e valorizza il ruolo multifunzionale dell'impresa agricola, arricchendola di una funzione sociale destinata a preannunciare un nuovo modello di welfare comunity, nel quale la realtà produttiva si incontra con il mondo della sofferenza fisica e psichica per creare migliori condizioni di inclusione sociale.
La legge definisce sotto il profilo civilistico, nel rispetto delle competenze regionali, l’attività di agricoltura sociale esercitata dagli imprenditori agricoli, qualificandola come attività agricola per connessione. Ma valorizza, altresì, anche le attività del ricco e articolato mondo delle cooperative sociali, il cui fatturato sia in prevalenza derivante dall’attività agricola.
Le cooperative agricole, alla stregua degli imprenditori, sono realtà lavorative che realizzano la multifunzionalità del settore primario, in quanto coniugano al meglio produzione agricola di qualità, inclusione sociale e cooperazione. Agricoltura e welfare comunity da sempre vanno a braccetto e il mondo agricolo è un settore che per tradizione e vocazione accoglie soggetti svantaggiati.
Questa legge sottolinea l’importanza dell’agricoltura sociale che ricomprende un insieme di esperienze concrete, le cui radici affondano in alcuni aspetti tradizionali dell’agricoltura e nel legame tra impresa agricola e cooperative sociali con la famiglia rurale per esaltarne il carattere sociale teso all’integrazione nell’agricoltura di soggetti svantaggiati che avranno la possibilità di un inserimento lavorativo.
Insomma una intelligente coniugazione dei principi costituzionali della sussidiarietà e della solidarietà nel quadro di un rafforzamento del welfare rurale e dell’impresa agricola.”