• 26/10/2017

“Il riconoscimento formale dei domini collettivi, obiettivo strategico della legge, è cosa molto attesa e lungimirante”. Lo dichiara Giorgio Zanin, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Agricoltura della Camera, per commentare l’ok della Camera alle norme in materia di domini collettivi.

“Le proprietà collettive – spiega - costituiscono un altro modo di possedere, che unisce fattispecie diverse quali la proprietà, la gestione e l'uso civico delle terre, dei boschi, delle lagune. Una specie di origine pre-moderna, che vive quasi una vita separata dagli altri domini privati o pubblici, a partire dallo specifico ruolo esercitato dalla collettività locale, un ruolo non solo di utilità ma soprattutto di gestione civica. Si tratta perciò di un riconoscimento non secondario, che di fatto rende giustizia ad una storia che per modificazioni socio-economiche e volontà di superamento politico rischiava di far perdere molti ‘treni’ al nostro contesto nazionale. L'approvazione della legge è anche un'occasione in cui si pone al centro un nuovo rapporto tra le comunità e i loro territori. Spetterà poi alle comunità locali cogliere l'occasione, rilanciare l'iniziativa, a questo punto senza più alibi. Tanto più se, come auspicato, le regioni sapranno cogliere l'opportunità offerta per sviluppare un'attività normativa che oltre a favorire il riconoscimento in sé e per sé, uscendo da ambiguità e frammentazione, sappia offrire energia per rilanciare davvero i domini collettivi. Una fattispecie tra l'altro che avrebbe ragionevolmente da essere anche spinta con la creazione di nuovi domini”.

“Ad esempio a superamento della frammentazione fondiaria nelle aree interne, piaga perniciosa che impedisce tanto spesso una gestione attiva delle risorse di bosco e pascolo in montagna”, conclude.