“Le indiscrezioni pubblicate oggi dalla testata online Linkiesta.it esigono una spiegazione chiara da parte del presidente Anpal, Mimmo Parisi, e un interessamento immediato da parte della ministra Catalfo. Se il parere di Ernst&Young certifica in 600mila euro, anziché 25 milioni, il costo della piattaforma per l’incrocio fra domande e offerte di lavoro, mi auguro non ci siano sprechi per software inutili e che vengano chiarite le intenzioni del professore del Mississippi, che non è mai stato trasparente rispetto alle sue competenze, ai suoi incarichi negli Usa e alla volontà di voler vendere il proprio programma allo Stato italiano. Altrimenti, alla porta di Anpal potrebbe bussare la Corte dei Conti”.
Lo dichiara la vice capogruppo del Pd, Chiara Gribaudo.
“Ricordo anche - aggiunge la deputata Pd - che quei soldi potrebbero essere meglio utilizzati per stabilizzare gli oltre 600 dipendenti precari di Anpal Servizi, che nonostante le norme inserite nell’ultimo decreto-crisi che ne consentono l’assunzione, ancora non hanno avuto risposte decisive. Mi auguro che la ministra Catalfo, ideatrice del reddito di cittadinanza, non si dimentichi di questi precari, indispensabili a far funzionare proprio quello strumento e da anni in prima linea nelle politiche attive del lavoro”.