“Stiamo vivendo una fase di grande trasformazione, nella quale il virus è una molla per la trasformazione della società, e cambia profondamente i rapporti di forza tra capitale e lavoro determinando nuovi vincitori e nuovi vinti. Il compito della politica è stare in mezzo a questo conflitto, per determinare condizioni di riequilibrio e di giustizia, ed evitare che si generino nuove emarginazioni e nuove diseguaglianze”.
Lo ha detto stamattina l’on. Enrico Borghi, della presidenza Pd a Montecitorio e consigliere speciale del governo per la montagna, intervenendo via web alla Assemblea annuale dell’Uncem, l’Unione dei comuni ed enti montani.
“La montagna in Italia è un serbatoio per l’intero Paese, vissuto da 10 milioni di cittadini, e può anticipare il futuro visto che sta dando condizioni di maggiore salubrità e vivibilità confermato da uno spostamento di persone verso le aree rurali. Per questo, serve la politica. E noi proponiamo cinque punti di lavoro. Anzitutto - prosegue l’esponente dem - l’impiego delle risorse del Recovery Fund in una logica strategica, senza polverizzazione delle risorse, e utilizzando la griglia giuridica della legge sui piccoli comuni senza invenzioni di agenzie, sovrastrutture centrali o altre burocrazie. Poi, attuando l’autonomia differenziata per la quale abbiamo già stanziato 4.6 miliardi in legge di bilancio indirizzate per la prima volta a colmare il deficit infrastrutturale delle aree montane. Ancora, varando una legge sui servizi ecosistemici per la quale dobbiamo battere pigrizie mentali, conservatorismi burocratici e interessi specifici che nel 2015 affossarono la delega specifica data al governo con il collegato ambientale. Il quarto punto è l’attuazione della strategia nazionale per le Green communities, che vedrà proprio nell’Uncem un soggetto attivo di promozione delle migliori prassi presenti sul territorio in termini di sostenibilità e innovazione. E da ultimo - conclude Borghi - l’estensione a tutto il territorio nazionale della sperimentazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne sulla quale si stanno mettendo molte risorse e che richiede una rete di Sindaci in grado di cogliere le sfide del cambiamento e dell’innovazione che abbiamo di fronte per collocare la montagna e le sue comunità non tra i vinti, come accadde nel Novecento, ma tra i vincitori”.