La legge attua dopo 70 anni l’articolo 32 della Costituzione
“Dopo più di un anno di lavoro in commissione Affari sociali e un esame approfondito in Aula, la Camera ha approvato la legge sul testamento biologico lungamente attesa. Il testo base, come è giusto che sia, è stato più volte modificato accettando le proposte che venivano da quanti erano realmente interessati al confronto nel merito. Siamo così arrivati ad un testo equilibrato che valorizza la relazione medico paziente nel pieno rispetto dell’art. 32 della Costituzione. È un testo equilibrato che rientra in una visione mite nel diritto, una legge di principi, non una elencazione puntuale di situazioni che il Parlamento ha avuto tutto il tempo per approfondire ed emendare”. Lo dichiara Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali e relatrice della proposta di legge sul testamento biologico commentandone l’approvazione.
“Si vuole valorizzare la relazione tra medico e paziente - spiega Lenzi - e dare certezze all’agire del personale sanitario. Abbiamo mediato fra principi costituzionali di pari rango: quelli della vita, della autodeterminazione e della salute. Una mediazione che abbiamo cercato in modo laico. La legge approvata in prima lettura dà grande importanza al consenso informato che avrà funzione di sintesi tra l’autodeterminazione e il diritto alla salute. Come per tutti i diritti di libertà, il consenso si può dare, rifiutare e ritirare. E la perdita della capacità di agire non può comportare la perdita di un diritto quale quello di esprimere la propria volontà in merito al trattamento sanitario a cui potrei essere sottoposto in futuro; da qui la necessaria introduzione nel nostro ordinamento delle disposizioni anticipate di trattamento. Le Dat potranno essere fatte dal notaio ma anche depositate presso i Comuni e le Regioni potranno con propria normativa prevederne l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico. Con un apposito articolo abbiamo previsto particolare attenzione alla fase finale della vita contro ogni ‘ostinazione irragionevole’ a proseguire cure o fare esami diagnostici nelle fasi finali dell’esistenza e riconoscendo in quali casi sia opportuno ricorrere alla sedazione palliativa profonda. Parlare di eutanasia o di partito della morte dà la misura del livello di strumentalizzazione ideologica alla quale alcuni colleghi non rinunciano neanche davanti a un argomento così delicato e, da parte nostra, potremmo facilmente rispondere che loro sono diventati il partito dell’obbligo a soffrire. Ci auguriamo che il Senato possa in breve tempo approvare la legge per poter ampliare il riconoscimento, e la tutela, dei diritti che in questa legislatura ha visto passi avanti importanti”.