"In Russia è in atto una vera e propria persecuzione di Stato voluta dal regime autoritario di Putin nei confronti delle persone LGBTQIA+. L'ultima sentenza della Corte Suprema che vieta le attività del "movimento LGBT internazionale" e lo definisce "estremista" è l'ultimo atto di una strategia che va avanti da anni, fin dalla nota legge contro la "propaganda gay" approvata nel 2013.
La sentenza, di fatto, autorizza le autorità russe a perseguitare le singole persone LGBTQIA+ solo per il loro orientamento sessuale o identità di genere. Una discriminazione inaccettabile che pone la Russia tra i 70 paesi del Mondo che criminalizzano l'omosessualità e gli orientamenti non eterosessuali. Ora la preoccupazione diffusa è che, tra l'altro, si alzino i livelli di intolleranza nella società, alimentati anche da dichiarazioni come quella del Patriarcato di Mosca che parla di "autodifesa morale della società".
Per questo, dopo il presidio organizzato lo scorso 10 gennaio dalle associazioni LGBTQIA+ nei pressi dell'ambasciata russa di Roma, insieme alla collega Lia Quartapelle e ai colleghi Enzo Amendola, Peppe Provenzano e Fabio Porta della Commissione Esteri, ho presentato una interrogazione ai ministri dell'Interno Piantedosi e degli Esteri Tajani per sapere cosa intenda fare il governo per garantire accoglienza e asilo alle persone LGBTQIA+ e a tutte le persone impegnate nella difesa dei diritti umani che scappano dalla Russia e se non intenda escludere dalla lista dei paesi cosiddetti "sicuri" quelli dove le persone LGBTQIA+ sono perseguitate e discriminate". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.