“Chiediamo al governo di informare il Parlamento su quale sia lo stato e la portata effettiva della trattativa sul Tribunale unificato dei brevetti e quali iniziative il Ministro Tajani intenda mettere in campo per assicurare rapidamente l’assegnazione alla città di Milano della sezione centrale del TUB nella pienezza delle competenze, come originariamente previste per la sezione di Londra, scongiurando così il rischio di un ridimensionamento della sua operatività e del suo ruolo”. È la richiesta contenuta nell’interrogazione al ministro degli Esteri presentata dai deputati dem Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri, e Piero De Luca, capogruppo del Pd della commissione Politiche Ue.
“Il primo giugno entrerà in vigore, dopo più di dieci anni dalla firma, l'Accordo istitutivo del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB), consentendo l’avvio della nuova disciplina del brevetto unitario europeo. In ragione dell’opportunità di rivedere, per effetto della Brexit, l’assegnazione delle controversie previste per la sezione di Londra, la città di Milano è stata da tempo ufficialmente candidata ad ospitare la terza sezione della divisione centrale. Tuttavia, nella riunione dell’8 maggio il Praesidium del TUB ha deciso che, a partire dal 1° giugno, le azioni pendenti dinanzi alla sezione di Londra relative a una parte dei brevetti saranno assegnate alla sede di Parigi e le altre alla sezione di Monaco. Il governo italiano ha reso noto di aver concordato con Francia e Germania di istituire a Milano una sezione distaccata della divisione centrale del TUB e che tale intesa sarà sottoposta agli altri Stati contraenti del TUB nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo.
Ricordiamo che l'Italia si conferma all'11° posto nella classifica dei primi 50 paesi per domande di brevetto presentate all’EPO nel 2022, e tra i primi in UE, otto sono le regioni italiane presenti tra le prime cento europee, e la Lombardia (12° posto) è la regione italiana che registra più domande nel 2022. Tali dati costituiscono un importante indicatore degli investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo, e della necessità di assicurare in Italia un’adeguata partecipazione al sistema europeo di protezione della proprietà industriale, evitando il rischio di avere processi all'estero, non in lingua italiana e con un notevole incremento dei costi di difesa. Ma nonostante lo sforzo diplomatico portato avanti dai precedenti governi sin dal 2020 per la candidatura di Milano, al di là delle dichiarazioni del governo, non vi è alcuna certezza dell’assegnazione della terza sezione centrale a Milano né, tantomeno, dell’assegnazione completa di tutte le controversie originariamente previste per quella di Londra, con particolare riferimento al settore chimico-farmaceutico”.