“Quest’oggi abbiamo avuto conferma che il ministero dell’Agricoltura condivide totalmente la scelta del governo di procedere all’abrogazione della norma, contenuta nel ddl Sicurezza, ora all’esame del Senato, che consente la coltivazione, la trasformazione e il commercio delle infiorescenze e dei suoi derivati. La conferma è avvenuta in commissione Agricoltura della Camera durante il question time nel corso del quale abbiamo presentato una interrogazione che aveva la finalità di conoscere l’orientamento del Masaf sul tema che produrrà la scomparsa nel nostro Paese di una filiera produttiva di eccellenza che impegna 3mila aziende ed oltre 10mila operatori per un volume d’affari di 500 milioni di euro all’anno con la particolarità che il settore si caratterizza per l’elevato impiego giovanile, anche imprenditoriale e per la capacità di rivitalizzare aree rurali svantaggiate. Si sciolgono così come neve al sole le promesse di autorevoli esponenti della destra, amici del ministro Lollobrigida, che urbi et orbi, e nelle manifestazioni di protesta, ultima quella della Coldiretti, avanzano proposte di ravvedimento rispetto alla norma di abrogazione che addirittura, dicono loro, potrebbe trovare riscontro durante il percorso al Senato del ddl Sicurezza. Parole al vento smentite oggi solennemente, per quanto detto e scritto, nella risposta che il sottosegretario del Masaf, La Pietra, anche a nome del ministro Lollobrigida, ha dato all’interrogazione del gruppo Pd”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Noi - aggiunge - continuiamo a ribadire che quanto voluto dalla destra, per tentare di mettere una bandierina ideologica spacciando, loro sì, la canapa industriale con la diffusione delle droghe, è un clamoroso errore che continueremo a contrastare in tutte le sedi e ovunque vi sia la possibilità di presentare emendamenti abrogativi. Così come sarebbe assurdo che l’eventuale coltivazione della canapa industriale fosse riservata solo al mercato estero per poi vedere tornare nel nostro Paese la canapa trasformata, a costi decisamente maggiori, con qualità discutibili e con un mercato non certo a favore dei produttori e dei consumatori italiani. Purtroppo non siamo su scherzi a parte, ma questa è la triste realtà della destra de noantri capace solo di intervenire sulle paure e sulle angosce, manipolando la realtà e offrendo soluzioni securitarie che nulla hanno a che vedere con i veri problemi sul tappeto. Problemi - conclude - che ora avranno, seriamente, i nostri bravi coltivatori di canapa”.