“Paola Clemente aveva 49 anni e lavorava ad Andria, ma viveva a quasi trecento chilometri di distanza. Partiva alle due del mattino e i suoi tre figli la rivedevano alle sei di sera. E’ morta di fatica, sotto il sole di luglio dello scorso anno, mentre raccoglieva l’uva.
Nei vigneti del Chianti imprenditori agricoli toscani facevano lavorare immigrati clandestini o richiedenti asilo, con le ciabatte anche in inverno a 4 euro l’ora. Il caporalato colpisce lavoratori italiani e stranieri, al nord come al sud. Finalmente il Parlamento ha approvato la legge contro lo sfruttamento brutale dei braccianti, prevedendo nuovi strumenti più efficaci per combattere quella che è una vera e propria forma di schiavitù moderna, spesso legata alla tratta di esseri umani, allo sfruttamento spietato del lavoro, soprattutto nella filiera agroalimentare dove le mafie hanno allungato i propri tentacoli.
La legge estende il reato di caporalato e rende più semplice la sua applicazione. Introduce la responsabilità del datore di lavoro, rafforza l’istituto della confisca dei beni, prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato e indennizzi per le vittime. Potenzia la Rete del lavoro agricolo di qualità, estende i controlli e la prevenzione del lavoro nero in agricoltura. Una legge importante per sradicare una piaga inaccettabile e per colpire gli indebiti profitti del caporalato. C’è ancora molto da fare, ma la legge approvata oggi è un grande atto di civiltà a tutela della dignità della persona e del lavoratore"
Lo scrive in un post su Facebbok Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd