“I fatti emersi oggi dalle audizioni dei pm Castaldini, Longo e Cavallo sulle circostanze relative all’aumento di capitale di Carife sono di una gravità inaudita”. Lo dichiara Franco Vazio, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, al termine delle audizioni dei pubblici ministeri Patrizia Castaldini, Stefano Longo e Barbara Cavallo.
“Il quadro delineato – spiega – dalle testimonianze degli auditi mette in chiaro fatti gravissimi e imbarazzanti. Innanzitutto la mancanza di comunicazione tra Banca d’Italia e Consob. Il risultato delle ispezioni effettuate da Bankitalia, si traducono in pressanti raccomandazioni sull’aumento di capitale 2011. Ma tali raccomandazioni rimangono, per Carife, lettera morta. La stessa Bankitalia non comunica a Consob il contenuto delle raccomandazioni stesse. E anche nel prospetto pubblicato, le raccomandazioni sono assenti, al punto tale da essere ingannevole e quindi trarre non a caso in errore il risparmiatore retail. Quindi Consob rimane all’oscuro delle pressanti raccomandazioni di Bankitalia perché quest’ultima non gliele trasmette, e ne prende conoscenza solo in sede di audizione nell’ambito delle indagini penali condotte nel 2016. Insomma, i prospetti dell’aumento di capitale 2011, anziché contenere e mettere in rilievo che l’aumento di capitale era frutto di un diktat di Banca d'Italia a fronte del deterioramento del credito e di altri problemi della banca, davano invece atto che la scelta mirava ad anticipare il rafforzamento patrimoniale in vista di Basilea3. Consob riferisce ai PM che le raccomandazioni erano rilevanti e decisive, soprattutto perché l’aumento, contrariamente a quanto chiesto da Bankitalia, fu fatto sottoscrivere dai clienti retail. In pratica, alla normale clientela, risparmiatori, pensionati e aziende veniva sottoposto un prospetto di acquisto che non conteneva gli allarmi di Banca d’Italia sulle reali condizioni critiche di Carife”.
“Tutto questo ci fa concludere che le nostre preoccupazione su una patologia dei meccanismi di controllo e su un deficit di trasparenza erano e sono del tutto fondate. Visto quanto accaduto vanno necessariamente normati in modo diverso i rapporti e gli obblighi di Bankitalia e Consob, anche sotto il profilo sanzionatorio. Questa è un’ulteriore conferma circa il fatto che fosse necessaria una Commissione d’inchiesta per accertare puntualmente le responsabilità di chi ha sbagliato.”, conclude.