• 20/06/2018

Accorgendosi che le trasformazioni del lavoro impatteranno sulla piena occupazione (benvenuto),  il comico torna a proporre  una misura  che oggi chiama di “ reddito  di base universale”. Quindi addio alla condizionalità, ovvero la prova dei mezzi e la ricerca di un lavoro prevista nel reddito di cittadinanza?

Quanta confusione sotto il cielo delle 5 Stelle offuscate. Proviamo a fare chiarezza: un reddito di base universale c’è già. Esiste in Italia  grazie ai governi di centrosinistra - non è un caso se la misura di contrasto alla povertà ora si chiama Reddito di inclusione, appunto reddito. Ma il capo del Movimento 5 Stelle confonde gli strumenti assicurativi da perdita di lavoro (sussidi alla disoccupazione)  da quelli assistenziali  (erogati a chi non riceve ammortizzatori), che tutti i sistemi di welfare europeo tengono distinti. Non è un caso che la Finlandia abbia abbandonato  la sperimentazione su un “reddito” non legato alla prova dei mezzi e che l’unico esempio di questa tipologia esiste solo in Alaska.

Grillo chieda a Di Maio di spiegare le ragioni per cui la proposta del Pd,  presentata ieri,  ovvero l’estensione della platea e del beneficio economico per sostenere ed uscire dalla condizione di povertà,  non venga accolta. Forse Di Maio oppure Salvini diranno che questa nuova, vecchia, ennesima  versione di  reddito di base universale non è nel contratto di governo.

 

Lo afferma Elena Carnevali, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.