"Il decreto correttivo al codice degli appalti varato dalla maggioranza lo scorso dicembre ha parzialmente corretto solo alcune delle criticità presenti nel testo del Codice, non intervenendo invece per far sì che vengano rimossi i principali ostacoli per la semplificazione e concorrenza, fra cui la scarsa partecipazione delle PMI alle gare, la complessità delle procedure di appalto e il predominio dell’offerta più bassa tra i criteri di aggiudicazione. Inoltre dalle modifiche apportate si evidenzia un’incomprensibile discriminazione a danno del settore dei servizi e forniture, usando due pesi e due misure fra appalti di lavori e appalti di servizi". Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, che ha presentato una risoluzione in commissione.
"La stessa relatrice di maggioranza al parere sul correttivo - si legge sulla stampa - ha criticato duramente alcune scelte del Governo sul correttivo, dicendo che 'il ministro ha deciso di portare questo testo in Consiglio di Ministri all’insaputa di tutti, 500 pagine che più che correggere stravolgono il Codice anche sui principi dello stesso. E per altro con un iter non propriamente lineare'.
Assistiamo come al solito alla totale mancanza di coerenza e coesione della maggioranza, e a grande confusione sia nel merito che nel metodo. La stessa relatrice di maggioranza dichiara che le Pmi sono fortemente danneggiate dal correttivo e chiede al Ministro di tornare sui suoi passi. A questo punto ci associamo alla richiesta della sua stessa maggioranza parlamentare e chiediamo al governo, con il deposito in Commissione di una nostra risoluzione, di rivedere il suddetto correttivo e di garantire una unitarietà nella gestione della revisione prezzi e la piena tutela di tutti i lavoratori", aggiunge Simiani.