• 02/07/2019

“Mai più cartelloni o messaggi pubblicitari sulle strade che contengano messaggi sessisti, violenti o discriminatori. Con il nostro emendamento al codice della strada, su cui è stato trovato accordo con la maggioranza, non sarà più possibile utilizzare la cartellonistica stradale per veicolare messaggi offensivi e lesivi dei diritti individuali”.

Lo dichiarano Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico e prima firmataria dell’emendamento (sottoscritto da Madia, Moretto, Prestipino, Ascani, Fregolent, Mura, Gadda, Nardi e Bruno Bossio), e Raffaella Paita, capogruppo del Pd in Commissione Trasporti alla Camera.

"Un paio di mesi fa sono apparsi nelle strade di Roma dei manifesti choc, ad opera di associazioni antiabortiste, che riportavano immagini di feti volti a colpevolizzare chi operava una interruzione volontaria di gravidanza, ma soprattutto in netto contrasto con una legge dello Stato. Quello che è accaduto il 14 maggio in tre strade di grande scorrimento della Capitale – sottolineano le deputate Dem - è solo la punta dell’iceberg di forme pubblicitarie senza regole certe. Troppo spesso vediamo nelle nostre città messaggi non solo sessisti, ma anche lesivi delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, di appartenenza etnica, oppure o discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche”.

“Nel testo dell’emendamento – spiegano – si chiede che siano applicate le norme del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, già previsti nei protocolli siglati con il Dipartimento delle pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'Anci e l'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. Non è più accettabile – concludono Rotta e Paita - che attraverso il pagamento di spazi si possano trasmettere simili contenuti e per di più visibili a chiunque, compresi i minori. Solo attraverso una norma certa sarà possibile impedire che la comunicazione commerciale, o semplicemente di chi ha una disponibilità economica, possa offendere o ledere dei diritti costituzionali”.