“Voglio esprimere soddisfazione per le parole del direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, sulla proposta di legge di riforma del settore che porta il mio nome. Eravamo consapevoli che la nostra proposta poteva essere una buona base di partenza, anche perché è stata costruita attraverso l’ascolto degli stakeholders del settore. Siamo quindi contenti di rilevare un primo importante apprezzamento del direttore generale della Siae su alcune strategie di intervento e di soluzione dei problemi che propone la nostra Pdl che non prevede, a differenza di altre, la creazione di nuove agenzie o costi aggiuntivi. In particolare, voglio citare i provvedimenti che rispondono ai bisogni degli autori apolidi o alla tutela dei settori minori e non remunerativi, che altrimenti rischierebbero di scomparire e non possiamo permettercelo perché costituiscono l’identità della cultura italiana, per i quali viene salvaguardato e potenziato il principio di solidarietà. Poi la salvaguardia e la tutela del patrimonio Siae, che, sottolineo, è patrimonio degli autori. La Pdl toglie inoltre ambiguità all'apertura necessaria e indispensabile al mercato e mette sul campo il tema non più eludibile della libera concorrenza in osservanza alla direttiva europea ma in generale per dare senso a un percorso che è stato lasciato a metà. Tratta la specificità dei sistemi di raccolta e intermediazione del diritto d'autore che sono beni immateriali ma, allo stesso tempo, asset strategici fondamentali del nostro Paese e per i quali non è pensabile una forma di liberalizzazione analoga a quella effettuata in passato per altri tipi di beni immateriali, non così commerciali. Bisogna discutere attentamente e in maniera laica della natura che un soggetto come Siae debba avere per il futuro, soprattutto alla luce della crisi pesantissima che, a causa della pandemia, ha colpito il settore”.
Così il deputato Pd della commissione Cultura, Paolo Lattanzio.