“I poteri dello Stato in materia di protezione dell’interesse strategico nazionale vanno estesi in fretta e bene, sia in profondità che in allargamento. L’emergenza in corso, fra le altre cose, ci sta regalando una severa lezione, che mette in profonda discussione alcuni presupposti quasi ideologici di un passato abbattuto dall’epidemia. Si pensi ad esempio al comparto dell’energia, oscillato tra l’esaltazione del libero mercato che rischia di aprire la strada alla nostra colonizzazione economica e la dinamica autarchica e localistica inserita ad esempio nel decreto semplificazioni che toglie allo Stato ogni competenza in una materia strategica e delicatissima come l’energia idroelettrica. Bisogna allargare il campo, per comprendere nella protezione statale non solo i soggetti che detengono titoli del debito pubblico, ma anche settori decisivi come il farmaceutico, il biomedico, la ricerca genomica per fare alcuni esempi. E bisogna andare in profondità, perchè questa emergenza è anche uno stress-test su una normativa di settore che vede ancora decreti attuativi mancanti all’appello e perchè l’esercizio dei poteri speciali deve vedere un rafforzamento di tutte le strutture pubbliche chiamate a sostenere il governo nell’esercizio di questi poteri speciali. Si parla spesso, e sovente a sproposito, di sovranismo. E’ bene dire che senza una protezione dei nostri asset strategici e fondamentali, ogni esercizio di retorica in tal senso risulta essere pari al concetto di chiacchiera. È il momento questo del patriottismo, e l’estensione del golden power rappresenta il caposaldo di questa nuova linea del Piave che stiamo vivendo”.
Lo dichiara in una nota l’on. Enrico Borghi, della presidenza del gruppo Pd a Montecitorio e rappresentante del Pd all’interno del Copasir.