“Chiediamo al ministro della Salute di far chiarezza su quanto è avvenuto nelle Rsa Lombarde e in merito alle indecisioni e i ritardi della Regione Lombardia nel chiudere i servizi residenziali al pubblico, e di sospendere i servizi semiresidenziali per anziani e disabili, come richiesto dagli stessi gestori e diversamente da come hanno operato altre regioni principalmente coinvolte dal Covid-19. Non solo. Nelle Rsa dove si è sviluppato maggiormente l’infezione virale nessun tampone venne fatto né agli operatori, con il rischio di tramutarli in vettori di infezione, né agli ospiti particolarmente fragili e con comorbilità. Ancora oggi, in tante Rsa, con il rientro possibile di molti operatori dalla quarantena obbligatoria, nessuno del personale che vi opera è stato sottoposto al test di rilevazione dell’Rna. I numeri drammatici dei decessi nelle residenze sociosanitarie per anziani lombarde stanno facendo emergere l’inadeguatezza, dal punto di vista della tutela della salute pubblica. Alquanto inadeguata e improvvida è stata la decisione adottata dalla Regione Lombardia di chiedere a queste strutture di ampliare la loro ricettività in modo da ospitare, in funzione deflattiva sugli ospedali, i casi meno gravi di pazienti contagiati da coronavirus. I dati, da questo punto di vista, parlano chiaro: su 1130 decessi il 49,8% era Covid-19 positivo o con sintomi simil influenzali; inoltre, tutti gli ospedalizzati (85 persone su 70 strutture che hanno risposto al quesito, per un rapporto di 1,2) presentava sintomi o positività al Covid-19. La proiezione di queste cifre sul totale delle Rsa (ha risposto all’indagine solo il 14% delle strutture contattate) potrebbe portare a un riscontro di migliaia di morti. Un quadro inaccettabile e desolante. Per queste ragioni chiediamo quindi di verificare se da parte di Regione Lombardia siano state fornite tempestive indicazioni e adottate adeguate misure precauzionali per evitare il contagio all’interno delle Rsa e per garantire l’universalità della tutela del diritto alla salute e l’adeguata assistenza dei soggetti più vulnerabili come gli anziani”.
Così i deputati e i senatori lombardi del Partito democratico.
“Anche le Procure - aggiungono i parlamentari dem - hanno aperto fascicoli contro ignoti sulla base di denunce dei lavoratori. Per quanto riguarda Milano, le denunce per mancata prevenzione del contagio si stanno ampliando e probabilmente non saranno limitate ai casi più noti come quelli della Fondazione Don Gnocchi e del Pio Albergo Trivulzio. Il Forum del Terzo Settore in Lombardia, con Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia, ha definito ‘strage degli innocenti’ la mancanza di presa in carico, da parte della sanità lombarda, dei pazienti più fragili che vengono contagiati dal Covid-19. Mentre il presidente dell’Uneba in Lombardia - segnalano i deputati e i senatori lombardi del Pd - ha lanciato un durissimo ‘J’accuse’ dichiarando che ‘si è deciso, senza dirlo, che non tutti hanno diritto alle cure’”.