"Per paradosso, mentre ieri il Consiglio dei Ministri discuteva di corruzione, il vicepresidente Salvini era alle prese con i 49 milioni rubati dalla Lega e con le solite sue minacce ai magistrati”. Lo dichiara Walter Verini, deputato e responsabile Giustizia del Partito democratico, a proposito del ddl corruzione.
“Come se non bastasse – continua - fatti e parole usciti dal Consiglio appaiono in tutta la loro reale consistenza. Un fatto è l'ennesima divisione tra 5 Stelle e Lega, che ha già annunciato che le norme in Parlamento dovranno cambiare. Un altro fatto è che ci sono norme probabilmente incostituzionali, come quelle delle pene accessorie a vita, che scardinano principi di riabilitazione e recupero e scoraggiano collaborazioni. E poi: chi - tra un corrotto e un corruttore collaborerà davvero prima che un' indagine sia avviata? Un altro fatto è l'ingiustificata enfasi sull' agente sotto copertura, di difficile gestione per reati di questo tipo spesso non associativi. E poi ci sono le parole. Dietro le quali c'è pochissima sostanza, ma tanti slogan, semplificazioni”.
“Il vero fatto - che manca clamorosamente – sarebbe stato il riconoscimento del lavoro serio e strutturale contro la corruzione compiuto nella scorsa legislatura dai governi a guida Pd, dal Parlamento con il traino dei gruppi democratici e la volontà di applicare seriamente gli strumenti importanti che la legislatura 2013-2018 ha dato al paese per combatterla davvero, la corruzione"”, conclude.