"L'attività di indagine della giustizia è una cosa seria e costosa e non può dunque perdere tempo per occuparsi di manifestazioni che rientrano nel campo della pura mitomania o in forme patologiche di protagonismo: rinunciamo per questo a presentare un esposto contro Toninelli per le dichiarazioni da lui fornite in Parlamento su ipotetiche pressioni ricevute dallo Stato sulle concessioni autostradali". Lo dichiara Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito delle comunicazioni del governo sul crollo del Ponte Morandi di Genova.
"Davanti alle denunce di Toninelli - spiega - di non meglio precisate pressioni, avevamo chiesto al ministro di recarsi in procura per denunciare l'accaduto. I balbettamenti del ministro ci avevano spinto ad andar noi, in Procura, affinché la giustizia potesse chiarire con il suo lavoro i contorni della vicenda. Oggi possiamo dire che ci siamo sbagliati. Pensavamo, infatti, si trattasse di qualcosa di serio. E non poteva essere altrimenti, essendo quelle di Toninelli dichiarazioni fatte davanti al Paese. Invece si scopre che il ministro non ha chiara la differenza tra un social network e un'aula parlamentare. Ieri su Twitter ha si pubblicato un carteggio con Aiscat ma esso risaliva ai mesi precedenti all'entrata in carica di Toninelli. Che è dunque il primo ministro della storia della Repubblica e ricevere delle pressioni prima di diventare ministro. Sempre sui social lo stesso Toninelli ha derubricato le pressioni da lui minacce con vibrante indignazione a innocui 'tentativi di convincere'. Questo ci ha fatto concludere che le parole di Toninelli non hanno un peso e un valore ministeriale ma quello di un qualunque utente social in cerca di I like. Di quelli che, se la menzogna spudorata aiuta ad aumentare il gradimento del post, va bene anche quella".
"Riteniamo per questo doveroso risparmiare alla giustizia, già gravata da un pesante carico di lavoro, di occuparsi delle affermazioni di Toninelli. La giustizia non ha tempo per occuparsi del nulla", conclude.