La pandemia ha evidenziato tutte le nostre fragilità nel campo delle cure palliative. Le attività di assistenza domiciliare sono state annullate o spesso caratterizzate da visite brevi. Le misure di isolamento hanno determinato un forte senso di separazione da parte dei pazienti che si avvicinano alla fine della vita. Le cure palliative comportano un'attenzione particolare e costante ai bisogni fisici, psicologici, sociali e spirituali dei malati ma anche dei loro familiari e richiedono un approccio interdisciplinare, un'attività che richiede piani assistenziali individuali (PAI) e che deve essere erogata, se possibile, a domicilio. È dimostrato che le cure palliative non solo fanno diminuire gli accessi ai servizi di emergenza, riducendo i ricoveri ospedalieri ma, soprattutto, contribuiscono a ridurre le sofferenze legate ai sintomi. Durante la pandemia le società scientifiche (SICP e FCP con SIAARTI) hanno scritto un Position Paper, ponendo «alcune richieste urgenti»: che fossero inseriti nei percorsi di cura dei malati da CoViD-19 protocolli di cure palliative e che la figura del palliativista fosse inserita «nelle Unità di Crisi regionali e locali», per garantire cure palliative ai malati da coronavirus. Oggi più di ieri emerge quanto sia importante prestare la giusta attenzione a questo tema. Quello che chiediamo al governo in questa mozione sono impegni che devono tradursi in atti concreti da realizzare con urgenza: adeguare le dotazioni organiche del personale e le strumentazioni tecnologiche e di telecomunicazione e consolidare lo sviluppo delle unità di cure palliative domiciliari anche in campo pediatrico. Il Pd assicura il suo impegno affinché tutto questo venga realizzato al più presto e in maniera efficace.
Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Infanzia, Paolo Siani, intervenendo in Aula durante la dichiarazione di voto.