"Credo che, se una ragazza si toglie la vita perché per lei il web è diventato una prigione e se un'altra viene filmata durante uno stupro con un telefonino per condividere il video in chat, sia arrivato il momento di porre un freno alla sofferenza che tutto questo comporta”. Lo dichiara Alessia Morani, vicecapogruppo del Pd ala Camera Alessia Morani.
“La norma sul cyberbullismo all'esame della Camera in queste ore – continua - si assume per la prima volta l'onere di farlo e di tutelare le identità digitali degli italiani di fronte al web. Facebook, Google, YouTube e tutti gli altri attori della Rete saranno obbligati a rimuovere entro 24 ore i contenuti considerati come atti di cyberbullismo, tra cui c'è la realizzazione e la diffusione attraverso Internet di video o immagini che offendono la reputazione della vittima. Se i provider non agiranno entro i termini prescritti dalla legge sarà il Garante stesso ad intervenire.
"Questa legge – continua - è senz'altro uno strumento indispensabile perché agisce sul fattore tempo: conosciamo la velocità con cui i messaggi vengono veicolati dai social network e dalla Rete in generale, e quanto l'effetto di amplificazione della realtà possa essere devastante: bloccare entro qualche ora i contenuti dannosi significa arrestare un processo che altrimenti diverrebbe presto incontrollabile. La preoccupazione maggiore riguarda i minorenni che restano imbrigliati per sempre in quello che magari credevano un gioco e le ragazze nei cui confronti la Rete mostra una spietatezza incredibile e sappiamo bene che, purtroppo, non tutte sono in grado di reagire. Ecco perché credo che accanto a un provvedimento necessario a ristabilire le regole sulla privacy in un difficile dialogo con i big della Rete, che pur non pagando le tasse in Italia fanno profitto utilizzando i nostri dati e la nostra identità, dovremmo introdurre una serie di iniziative utili a formare una nuova grammatica delle relazioni e dei sentimenti”.
“I recenti fatti di cronaca interrogano anche la nostra sfera culturale e ci fanno capire quanto sia necessario un maggior protagonismo delle scuole e delle famiglie: i ragazzi spesso non conoscono le conseguenze eterne di ciò che fanno in un minuto", conclude.