Vi sono almeno tre problemi che stanno aggredendo la capacità di vita e di organizzazione della nostra comunità regionale.
1) La ferrovia Pescara-Roma, uscita dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Non basta un comunicato stampa: bisogna precisare da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere.
2) L’altro grande buco riguarda la trasportistica: per 32 anni abbiamo avuto il collegamento aereo con Milano Linate, oggi è stato perso e non è possibile che si debba registrare questa inadeguatezza di reazione. Bisogna avviare subito un contatto con il Ministero dei Trasporti (poiché il Ministro di sicuro farà collaborativamente la sua parte), con l’Autorità dei trasporti e con l’Enac, affinché si riapra il confronto con Ita Airways e magari anche con altre compagnie aeree, chiudendo intanto la partita vergognosa della scelta del direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo. Evitiamo che litigi di bottega mettano a rischio il funzionamento dello scalo: non può esserci questa stravaganza di interesse, si agisca subito rispettando e riscontrando le esigenze poste sul tavolo dal Presidente di Saga, se sono questioni reali.
3) Il terzo problema è quello del centro Le Naiadi a Pescara, una struttura di valenza sportiva e culturale con 55 anni di attività che oggi rischia la chiusura. Si prendano concretamente le risorse FSC spettanti alla Regione da 36 mesi per rendere attrattivo l’investimento di qualche privato tramite un project financing, perché Le Naiadi devono riprendere a funzionare con tranquillità e qualità. Gli ultimi bandi fatti dalla Regione si sono rivelati buchi nell’acqua: verrebbe da pensare che non li sappiano fare, forse perché abituati a dare affidamenti senza gara. La vicenda ricorda quella delle Terme di Caramanico: anche lì si utilizzino le risorse di sviluppo e coesione.
Le Regioni sono nate per fare programmazione: in questo campo non si può improvvisare, perché adesso l’improvvisazione la stiamo subendo e pagando.