“La nuova diga è una infrastruttura fondamentale per garantire lo sviluppo del porto di Genova. È però azzardato non considerare i rilievi fatti sul progetto da autorevoli esperti internazionali e dalle imprese del settore. È evidente che se il progetto rimanesse quello attuale, sia a causa della profondità della struttura mai raggiunta con le attuali tecnologie, sia per la conformazione del fondale marino, la realizzazione dell'opera sarebbe ad alto rischio, con un grave danno economico e di reputazione per la città, la Liguria e l’Italia. Mi appello al buonsenso delle istituzioni competenti affinchè facciano una riflessione prima di procedere”.
È quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio, riferendosi al Presidente della Liguria Giovanni Toti, al Sindaco di Genova Marco Bucci ed al Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Signorini.
“Mi chiedo come si possa pensare di procedere come se nulla fosse, chiedendo allo Stato 400 milioni in più, pensando di tagliare un pezzo di diga e procedendo a trattativa privata. Senza peraltro minimamente curarsi dei rilievi sollevati sulla tenuta statica dell'opera, sulle difficoltà di esecuzione, sull'incremento dei costi e sulla dilatazione dei tempi. In nessuna realtà privata sarebbe consentito fare questo ad un manager. Peraltro autorevoli esponenti delle istituzioni chiedono maggiori soldi al governo, mentre il presidente Signorini non è ancora comparso davanti alla commissione Trasporti a spiegare le ragioni di questa gestione finora inconcludente. Siamo ancora in tempo - conclude Gariglio - per salvare la Diga e dare a Genova una infrastruttura, moderna, efficace e capace di produrre crescita e sviluppo”.