La deputata PD chiede la registrazione del divorzio breve anche dall’estero
“Le norme approvate negli ultimi mesi in materia di separazione consensuale e divorzio breve rappresentano un grande passo avanti per il nostro Paese. Il fatto che, laddove ci sia l'accordo dei coniugi, si possa pervenire in tempi brevi e con una forte sburocratizzazione all'effettiva separazione e al divorzio è un importante esempio di civiltà e fa dell'Italia un Paese più moderno ed europeo, anche sul fronte dei diritti. Infatti si evitano inutili attese per i cittadini e si creano le condizioni per potere ridurre consistentemente i costi legali".
"Questo però non vale per gli italiani all'estero, per i quali non è prevista la semplice registrazione degli atti di separazione o divorzio presso il Consolato di residenza. Per potere usufruire dell’accorciamento dei tempi di separazione o divorzio, infatti, i connazionali nel mondo sono obbligati a recarsi in Italia, nel loro comune di residenza AIRE, con un inaccettabile dispendio di soldi ed energie e con il rischio di essere ingiustamente penalizzati". Lo ha detto Laura Garavini, dell’Ufficio di Presidenza del PD alla Camera, presentando un’interrogazione al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Esteri in materia di separazione e divorzio fra cittadini italiani residenti all’estero.
"Oltretutto, i nostri Consolati già oggi svolgono molteplici funzioni in materia matrimoniale", ha proseguito Laura Garavini specificando: "Questo è il motivo per cui ho chiesto al Governo di attivarsi affinchè anche gli italiani all’estero possano usufruire della recente semplificazione introdotta, depositando personalmente l'esito della pratica di divorzio breve presso il proprio Consolato di residenza, senza dover ricorrere ad un legale, nè al Comune di iscrizione Aire. Mi auguro che il Governo possa individuare una soluzione in merito, anche perchè", ha concluso la Garavini, ”ha già accolto un mio ordine del giorno, volto a sanare la questione".